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Edizione provinciale di Pordenone


SACILESE - Dalle macerie al nuovo corso: diamo credito ai "romani"

L'eredità pesantissima e i primi passi della cordata che ha rilevato un club sull'orlo del baratro mentre le anime belle non risparmiano critiche

Perché non dare credito alla nuova cordata di imprenditori e appassionati che si è fatta carico della Sacilese? Questa era la domanda che ci girava nella capoccia da qualche giorno. E allora abbiamo cercato delle risposte, crediamo trovandole.
Per capirci di più, bisogna avere ben chiaro lo scenario che i nuovi proprietari del glorioso club liventino si sono trovati davanti quando hanno rilevato la società biancorossa dal signor Francesco Baù. Come era ridotta la Sacilese? Come Dresda dopo il bombardamento degli Alleati; o, anzi e addirittura, sembrava Hiroshima una volta centrata dall'atomica. Il depauperamento economico, tecnico, morale è stato drammatico, da mettersi le mani nei capelli e scappare altrove a gambe levate. Protesti a raffica, storie incredibili, documentazione fantasma, creditori furiosi, tesserati stravolti, un nome - quello della Sacilese - un tempo rispettato e portato ad esempio, macchiato, reso quasi impresentabile.
E il fallimento ormai alle porte, un destino sostanzialmente ineluttabile, un dramma incombente e fin troppo concreto per una società arrivata al novantaseiesimo anno di esistenza.
E, allora, cosa combinano i "romani"? Trovano le macerie e, zitti zitti, cominciano a spostarle, a dare le giuste priorità, a riparare i danni più urgenti e gravi, a evitare il collasso, il tutto mentre le anime belle, dopo aver fatto finta di non vedere e di non sapere mentre era in corso il "salasso", durato mesi, si permettono, a prescindere, di storcere la bocca, di cavillare sulla romanità, di schernire, mugugnare e giudicare.
Siamo seri, signori, la Sacilese era fallita e da quel fallimento ormai imminente probabilmente c'era chi ne avrebbe avuto da guadagnare. Invece, Ielo e soci si sono fatti carico di un gravosissimo fardello e ora, un passo dopo l'altro, stanno cercando di rimettere in piedi dalle fondamenta il club liventino.
Ci si chiederà: ma perché lo fanno? Non è che c'è il rischio di cadere dalla padella nella brace?
Chiedendo, cercando di comprendere, investigando, noi ci siamo fatti l'idea di trovarci di fronte a un tentativo serio, meritevole di sostegno e di rispetto. Questa è l'impressione che ne abbiamo ricavato, proprio come - fin dall'inizio - avevamo avuto il sentore di quello che sarebbe successo con la precedente gestione. Un sentore purtroppo diventato cruda, sbalorditiva realtà.
Non hanno, Ielo e gli altri personaggi facenti parte della cordata che ha rilevato il club biancorosso, specifiche esperienze di gestione di realtà calcistiche. Ma, ognuno nel proprio campo, sanno il fatto loro. In più, a loro favore militano almeno un paio di evenienze: i contatti con Sereno De Marco, il presidente della Liventina, mobilitatosi per aiutare la Sacilese; e De Marco - sia detto per inciso - si meriterebbe come minimo una medaglia.
E l'essersi affidati a un uomo di calcio conosciuto e del calibro di Claudio Anellucci, a cui hanno delegato gli aspetti prettamente tecnici dell'avventura in riva al Livenza.
La Sacilese è ripartita da zero, anzi no, non da zero. Perché un'altra cosa va sottolineata, e dovrebbe portare tifosi e curiosi a sostenerla: il comportamento stoico tenuto dai ragazzi e da gran parte dello staff biancorosso. Per settimane e settimane i giocatori, i giovani, hanno continuato a vestire onorevolmente e con dedizione la maglia della Sacilese nonostante non ci fosse acqua calda per farsi una doccia, o acqua da bere, o un campo degno di questo nome su cui allenarsi. I "romani", dal canto loro, hanno provveduto a far riattaccare la luce, ad aggiustare e dotare di assicurazione i due pulmini, a caricare il defibrillatore, che adesso funziona. O a pagare i fornitori, o a cercare di vederci chiaro in svariate situazioni. Oltre a ciò, andavano rincuorati tecnici e giocatori, inserite nuovamente figure come il preparatore atletico o dei portieri, il fisioterapista. Perché, lo ribadiamo, dentro lo scatolone Sacilese c'erano macerie ovunque. 
Il conto pagato dal club liventino dunque è micidiale, come però è forte la volontà di rialzare la testa, di ripartire, di scrivere nuove pagine degne di un passato glorioso. Nelle prossime settimane partiranno cause legali, si proverà a recuperare il recuperabile, a stabilire le varie responsabilità. Ma anche a creare legami e rapporti umani sul territorio, a tessere collaborazioni fondate sul rispetto e sulla fiducia.
Sul piano calcistico, Ielo, Anellucci e soci sono intenzionati a dare la priorità al rilancio del settore giovanile, facendo leva inoltre su tanti promettenti ragazzi che stanno tenendo alto l'onore del club in serie D, nella Juniores, nelle formazioni Allievi e Giovanissimi che ben si comportano nei tornei regionali. Si tratta di virgulti che per mesi hanno tirato la carretta in condizioni limite, spesso giocando più partite alla settimana per più squadre. Si punterà a far arrivare educatori capaci e affidabili a cui affidare primi calci, pulcini ed esordienti. Bisognerà puntellare e irrobustire il tessuto dirigenziale, ristabilire la credibilità intaccata, ben sapendo che "ai romani" nessuno farà sconti. Qui, e vista la situazione di partenza, invece, bisognerebbe fare di più, dare una mano, metterli alla prova e valutarli da quello che sapranno costruire.
Qualche segnale incoraggiante è già arrivato: ad esempio i 200 tifosi che sono andati a veder giocare la Sacilese ultima in classifica: Stefano Lombardi e la sua squadra stanno onorando il campionato, meriterebbero applausi, non pernacchie. C'è da augurarsi che la Sacile che respira calcio si mobiliti per il prossimo derby con il Tamai, facendo capire... di aver capito cosa è successo e cosa sta succedendo.
Su questa storia, su quanto accaduto nei mesi passati, molto rimane da chiarire, né ha convinto il comportamento timido se non assente e distratto della Federazione, a livello nazionale come locale.
Ma bisogna anche e soprattutto guardare e pensare al futuro, nel quale una Sacilese rigenerata potrà tornare a recitare da protagonista, arrivando così a festeggiare il compleanno  numero 100 e a festeggiarlo orgogliosa di sé.
Da parte nostra, continueremo a seguire le vicende dei liventini, pronti a criticare i passi falsi dei nuovi proprietari, ma anche senza dimenticarci da dove il loro viaggio è cominciato e nella piena consapevolezza dell'impresa titanica che hanno intrapreso.
Se vinceranno questa sfida, molti dovranno fare ammenda e almeno rivolgere loro un sentito grazie.

IN ARRIVO L'APPLICAZIONE 

In attesa dell'applicazione ITALIAGOL - FRIULIGOL è disponibile il nostro servizio dedicato all'inserimento del risultato finale e dei propri marcatori.Istruzioni su come interagire con la nostra redazione


 

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  Scritto da La Redazione il 09/02/2016
 

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