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Edizione provinciale di Udine


TERZA CATEGORIA UD - La favola ASSOSANGIORGINA, Giovanni BUTTAZZI

Biancoverdi di Via Grazzano aprono il campionato con un incredibile poker

Sembra quasi una storia tratta dal libro “ Cuore” quella dell’Assosangiorgina. Una bella storia che tratta di un piccolo quartiere dove si crea una squadretta di calcio e nonostante mille difficoltà, la passione per questo sport e la voglia di lasciare un segno indelebile alle generazioni future fanno la differenza e la favola di questa squadra guidata dai fratelli Buttazzi, Silvano e Giovanni, voglio farvela conoscere attraverso le parole di Giovanni.

LEI E SUO FRATELLO SIETE PERSONAGGI STORICI DI QUESTA SOCIETA’. DA QUANDO NE FATE PARTE?
Mio fratello diciamo che è uno dei “padri fondatori” della squadra, nel lontano 1967, anno di fondazione dopo aver giocato negli anni ’50 nella mitica Brunetta. Io ci sono entrato un pò più tardi nel 1977. Perché prima ho giocato per varie squadre regionali e poi a 25 anni ho fatto il corso di allenatore e allenavo l’Union Nogaredo. Solo quando sono riuscito a liberarmi sono arrivato nella Sangiorgina e svolgevo il ruolo di allenatore – giocatore. Da li da quando siamo dirigenti ne abbiamo vissute tante, dalla permanenza in 1 categoria, alla retrocessione in 2 e dopo vari anni sempre alle spalle delle prime siamo retrocessi in 3 dove ci troviamo tuttora con tutti i giovani perché nessuno o pochi vogliono fermarsi a giocare in terza.

L’ANNO SCORSO AVETE FATTO SOLAMENTE 2 PUNTI. QUEST’ANNO AVETE RITROVATO LA VITTORIA? QUAL’E’ IL SEGRETO CHE VI TIENE LEGATI A QUESTA SOCIETA’ NONOSTANTE I RISULTATI?
Siamo stati tutti chiari con i ragazzi. Anche se noi arriviamo ultimi, non deve esserci nessun dramma perché l’importante è giocare per divertirci e rispettare tutti, squadre avversarie e arbitri. Non ci interessa il risultato ma la correttezza. In questa maniera si va avanti bene, tutti si devono sacrificare per il bene della squadra. Ci deve essere collaborazione, se manca uno al chiosco lo può fare uno squalificato se io devo fare il guardalinee e così via.

CHE TIPO DI MERCATO AVETE FATTO?
Di solito noi non spendiamo soldi per comprare giocatori. Abbiamo il nucleo di giovani che facciamo crescere e portiamo in prima squadra. Quelli che si sono comportati male o che non hanno mantenuto le promesse sono andati via in accordo con la società. In tutta la nostra storia nella società avremmo comprato si e no 4 o 5 giocatori, come la storia dei due fratelli di Portogruaro molto forti ma che per il loro lavoro di medico poi non riuscivano più a giocare con noi. Li avevamo comprati tramite una persona fidata nostra conoscente e con loro ci siamo trovati veramente bene. 

SO CHE HA SCRITTO UN LIBRO SULLA STORIA DELLA SQUADRA. HA QUALCHE BREVE ANEDDOTO DIVERTENTE O QUALCHE CURIOSITA’ DA RACCONTARCI?
Mi ricordo che tante squadre hanno provato a ostacolarci ma noi siamo sempre in piedi a loro differenza. Come tanti anni fa quando comandavano le circoscrizioni e c’era il presidente del Nuova Udine ( attuale San Rocco), tale Gianfranco Mazzoni, che ci faceva sempre i dispetti come fulminar i fusibili, cambiare le serrature, non darci il chiosco ma nonostante tutte le rivalità noi siamo andati avanti per la nostra strada e siamo ancora vivi!

ALL’INTERNO DELLA SOCIETA’ E’ MOLTO ATTIVO. MA SUA MOGLIE SOPPORTA TUTTO?
( Ride) Questo è il problema più grosso. Però purtroppo o facciamo così in società oppure si chiude. Ci sono dei sacrifici da fare e per seguire la squadra si finisce di scontentare la moglie. Non è molto contenta ma per una famiglia di sportivi come la nostra si fa anche questo, basta solo non eccedere.

LEI E’ ALLENATORE DEGLI ESORDIENTI. MEGLIO ALLENARE I BAMBINI O LA PRIMA SQUADRA?
E’ tutta un’altra cosa. Mi accorgo guardando gli allenamenti della prima squadra che si dà tutto per scontato ma non è così, perché certe volte bisogna ripetere le cose anche le più banali. Ci vuole solo lavoro e con quello si ottiene tutto. Con i bambini è tutto diverso, c’è chi capisce di più e chi di meno, ma nonostante tutto, dentro ti rimangono sempre tante soddisfazioni.

Questa è la storia di una grande passione. Io penso e permettetemi di dire che se tutti si prendesse ad esempio questa storia oppure storie di altre squadre simili a questa non si stravolgerà il mondo del calcio, ma sarebbe un piccolo passettino verso un futuro più chiaro e migliore. Mettiamoci una mano sulla coscienza, non servono grandi quantità di soldi, diamoci una mano tutti e ricominciamo da zero. Si può fare!

Domenico Stoia

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  Scritto da Domenico Stoia il 24/09/2014
 

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