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Edizione provinciale di Udine


MARANESE - L'età del risorgimento - MAX RADDI

La Terza Categoria riabraccia una società gloriosa del nostro calcio - Intervista di Domenico Stoia

Uno dei problemi più grandi del nostro calcio malato sono i soldi. Ce ne sono sempre meno e questo costringe sempre più squadre a dover rinunciare al salto di categoria magari conquistato con merito o a dover rinunciare al ripescaggio oppure nel caso peggiore non riuscire ad iscriversi ancora una volta o ancora per via di problemi societari.. Una piazza che purtroppo ha vissuto questa sgradevole situazione è la Maranese e portavoce di questa storia è Max Raddi, anima e corpo di questa storica società.

La gioia di Max Raddi era la primavera 2013, la MARANESE in Eccellenza.

LA MARANESE E’ SEMPRE STATA NELL’ELITE DEL CALCIO REGIONALE. POI A UN CERTO PUTO COS’E’ SUCCESSO?
Dopo anni nella Promozione, in cui l’apice è stato alla vittoria nella finale play off contro il Rivignano, quando in sella c’era un vero signore il presidente Alessandro Falcomer, uno che ha più dato che non ricevuto, e una signora squadra ( tra i quali Zamaro, Veneruz, Candotti ecc.) abilmente allenata da Toffolo, nel 2013 alcuni dirigenti hanno dato le dimissioni a pochi giorni dalle iscrizioni. Ero amareggiato e volevo mollare tutto. Non avevamo il settore giovanile e abbiamo fatto solo la categoria dei “Piccoli amici”, ma poi visto la grande passione di alcuni, hanno chiesto a me e ad alcuni dirigenti di tornare e rifare la squadra ripartendo dalla terza categoria, con entusiasmo mister Giorgio Zanutta, pur di star vicino alla nostra società ha lasciato il calcio giocato (Fauglis) per intraprendere da noi la carriera di allenatore.

IMMAGINO TI SIA CADUTO IL MONDO ADDOSSO. COME HAI REAGITO?
Ho provato una grande amarezza, nessuno ha colpe specifiche, in quel periodo li ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, io in primis. Io poi ero disponibile a rimanere e quando tutti ti chiamano per chiedere ai dirigenti storici di rifare la squadra, capisci che la voglia di rinascere c’è e allora ho contattato alcuni giocatori che giocavano nella Maranese e ripreso i nostri giovani in prestito e abbiamo riallestito la squadra, un ringraziamento generale a tutti in particolare a capitan Marco Pavan che ha sposato a pieno il nostro progetto.

ORA SIETE IN TERZA CATEGORIA. COME LA STATE VIVENDO E COME VI TROVATE IN QUESTA CATEGORIA?
E’ una categoria tranquilla. La squadra è stata ricostruita con il ritorno di giovani in prestito e alcuni cavalli di battaglia ( vedi Vecchiet) perché bisogna comunque avere una base solida dietro e non si può improvvisare in qualsiasi livello. Ritrovata un’ossatura di squadra ci stiamo divertendo e abbiamo anche una bella squadra perché comunque in terza categoria si gioca a calcio anche se la vivi in maniera differente.

IL PROBLEMA VOSTRO RIGUARDA ANCHE TANTE ALTRE SQUADRE. COSA SI PUO’ FARE PER IMPEDIRE QUESTO DECLINO CHE PARE INESORABILE?
Innanzitutto bisogna abbassare le spese. E’ basilare perché poi se hai un ragazzo che si fa 20 chilometri per due allenamenti non può venire gratis, almeno il rimborso per la benzina bisogna darglielo. Perché sì, c’è il gusto di giocare ma se riesci a dargli qualcosa e a farli sentire appartenenti a un gruppo poi c’è anche la gratificazione personale. Senza budget non riesci a fare una squadra. Sono stato fortunato anche perché noi abbiamo ricevuto l’affetto delle persone del paese che magari non vogliono apparire però sono importanti per la squadra come gli sponsor.

IL SOGNO PIU’ GRANDE PER LA TUA MARANESE?
Guarda ti dico la verità. Vogliamo restare con i piedi per terra e la nostra dimensione giusta è al massimo la prima categoria perché dietro non abbiamo un settore giovanile, pochi numeri e abbiamo avviato in questi anni una collaborazione con il Cjarlins Muzane. Però rivedere la Maranese in prima sarebbe già un bel gran sogno.

Ripartire dal basso come in questo caso può anche aiutarti a scoprire nuovi scenari e una ritrovata passione per il calcio. La terza categoria dovrebbe essere da esempio a tutto il resto del calcio regionale, lo sport fatto per divertimento puro. Il mio appello è: meno soldi, più divertimento e passione!

Domenico Stoia

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  Scritto da Domenico Stoia il 01/10/2014
 

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