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Edizione provinciale di Udine


TERZA CATEGORIA UDINE - L'entusiasmo di NIMIS, Marco COMELLI

Il settimo anno viene visto come l’anno di crisi in un matrimonio. Invece come in tutte le classiche fiabe, esiste il “C’era una volta” e il lieto fine. Con questa immagine si può definire la storia recente del Nimis. Prima c’era una volta la squadra che esisteva fusa con Faedis e Savorgano (Prog&t) e dopo essere sparita per ben sette anni quest’ estate c’è stato il lieto fine o meglio il nuovo inizio del rinato Nimis. Ci racconta questa rinascita con conseguente grande entusiasmo il rientrante mister Marco Comelli.

DA QUANTI ANNI E’ SULLA PANCHINA DEL NIMIS?
Dopo aver allenato per anni il Nimis, sono andato alla Tarcentina, con cui sono rimasto per tre anni e da quest’estate, con la rifondazione della nuova società del Nimis, sono tornato in sella a questa squadra.

A COS’ERA DOVUTO IL GRANDE ENTUSISAMO DI QUEST’ESTATE?
Al fatto che dopo sette anni che la squadra del Nimis era sparita, quest’anno è tornata a rinascere. Prima la squadra esisteva tramite fusione assieme al Faedis ( diventato Ol3 dopo la separazione) e al Savorgnano e la squadra era sotto il nome di Proget. Il Nimis esisteva solo con le categorie dei Piccoli Amici e Pulcini per poi passare alla squadra juniores. Molti di questi giovani essendo fuori quota e quindi non potendo più giocare nella squadra juniores hanno chiesto di fondare la squadra del Nimis, dove si è creato subito un grande entusiasmo anche perché i 22 giocatori della rosa sono originari del paese.

COME RISPONDE IL PUBBLICO DI CASA ALLE  VOSTRE PARTITE? VI SEGUE?
Per adesso c’è già un bel numero di persone e tifosi che nelle partite casalinghe ci segue con molta passione. Questo per noi è molto importante perché si è creato tanto entusiasmo anche nel paese e si vive senza avere programmi strani per la testa.

COME PROCEDE IL SUO LAVORO CON LA SQUADRA? SU COSA SI BASA?
Per adesso siamo partiti assemblando una squadra giovane. Magari siamo un po’ carenti in qualche reparto ma i ragazzi stanno lavorando tantissimo per migliorare. Io sono molto contento perché per esempio dai due allenamenti settimanali che si faceva, siamo passati a tre, perché erano consapevoli che avevano bisogno di lavorare per migliorare. Io innanzitutto sto cercando di creare il gruppo, in quanto mi trovo con ragazzi di categorie superiori e altri ancora un po’ leggerini ma che si danno un gran da fare. Io mi sto basando molto sulla parte tattica e gli allenamenti prevedono più la gestione del pallone che la parte atletica per diventare una vera squadra.

ATTUALITA’: PER PROSEGUIRE AL MEGLIO CON UNA NUOVA SQUADRA COME PER ESEMPIO LA VOSTRA, COME DEVE OPERARE UNA SOCIETA’?
Si deve sempre mettere l’amore in quello che si fa.  Io sono tornato in questa nuova realtà perché c’era la passione e non bisogna abbattersi. Poi in una squadra non devono esistere i rimborsi di nessun genere e bisogna insegnare facendo innamorare le persone e i ragazzi del pallone. Bisogna farli crescere senza troppe cose strane per la mente, secondo i valori tradizionali.

E allora viva il Nimis. Si sente troppo spesso in questi ultimi anni solo di squadre che non riescono ad andare avanti nonostante la passione e i sacrifici di poche persone e chiudono i battenti, lasciando un paese senza la sua anima calcistica. Come è rinata la società del Nimis, grazie anche alla passione di un paese intero, si spera che così anche altre squadre possano tornare a vivere e a riscrivere belle pagine di storia nel campionato regionale.

Domenico Stoia

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  Scritto da La Redazione il 29/10/2014
 

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