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Edizione provinciale di Udine


3.CAT/B ASSOSANGIORGINA - Un calcio alla sfortuna, Stefano MAIERO

 Da quando si nasce, la vita ti mette costantemente alla prova e nessuno sa quale sarà il proprio destino scritto nelle stelle. A qualcuno la vita sorride, ad altri no ma poi sta a noi riuscire a sorridere sempre. Stefano Maiero è uno di questi. La vita non è stata felice per lui, ha perso la madre e ora ha il padre in ospedale. Giocando a calcio si è rotto i legamenti e la sfortuna non l’ha abbandonato neanche in ambito lavorativo. Ma lui invece di abbattersi è stato capace di alzarsi e prendere a calci la sfortuna e nonostante tutto cammina sempre a testa alta e ha trovato il motivo per non pensare alle disgrazie: tirare due calci al pallone. La grande passione per questo sport l’ha salvato dalle cadute. 

SONO GIORNI PARTICOLARI PER TE, EPPURE DOMENICA SEI SCESO LO STESSO IN CAMPO. COME MAI?
Perché amo  il calcio. Sono 30 anni ormai che corro per tutti i campi del Friuli. Ho fatto dagli allievi fino agli amatori, giocando in tante squadre, eppure la passione non svanisce mai. Anche quest’anno gioco e mi diverto per puro amore per questo sport, mia passione e mia vita.

LA TUA CARRIERA SI E’ SVOLTA PER LO PIU’ IN TERZA CATEGORIA. A COSA E’ DOVUTA QUESTA SCELTA?
Si inizialmente da giovane ho fatto un paio di anni tra Eccellenza e Promozione con il Fagagna. Poi gli anni a Martignacco, Mereto. Ho lasciato tre anni il calcio regionale per giocare in tutte le categorie degli amatori, conquistando anche promozioni. Poi sono tornato tra Pasian di Prato e Rizzi. Poi rottura dei legamenti, ma sono tornato a Blessano e nel Cormons dove c’era la squadra per vincere tutto ma siamo arrivati quinti. Due anni ai Rangers, poi Lestizza e infine Assosangiorgina. Quasi tutte società di terza categoria per via di problemi familiari (ho perso mia madre) perché la famiglia viene prima di tutto e perché in terza mi diverto di più. Non sono un mercenario che mi sposto per soldi, lo faccio solo per divertimento.

DURANTE LA TUA CARRIERA, QUALI SONO STATI I MOMENTI PIU’ BELLI CHE PORTERAI SEMPRE DENTRO?
Di ricordi belli ce ne sono stati. Ricordo con molto affetto l’esordio in prima squadra nel Fagagna. Tutti gli anni negli amatori sono stati molto belli e speciali, era tutto un altro calcio. Ma io mi tengo anche i ricordi brutti per esempio lo spareggio perso in terza categoria quando giocavo nella Pasianese. Anche se poi mi sono rotto i legamenti, la promozione con il Martignacco in terza è stata favolosa. Bè ho comunque una bella carriera alle spalle.

NONOSTANTE L’ANNO SFORTUNATO, ANCHE QUEST’ANNO SEI RIMASTO NELL’ASSOSANGIORGINA. COSA TI HA SPINTO A RIMANERE?
Soprattutto la passione. E’ un bel gruppo anche se l’anno scorso eravamo in pochi e per lo di pi gente di 40 anni. Quest’anno è arrivato qualche giovane. Abbiamo un grande mister ( Di Gianfilippo, ndr), a cui vanno i miei migliori auguri di una pronta guarigione per l’infortunio di ieri. Vogliamo fare un campionato dignitoso, da metà classifica. Questo è il nostro obiettivo e per noi è una bella soddisfazione sentir dire che diamo a tutti filo ada torcere nel senso sportivo, onorando lo sport.

UNA VOLTA APPESE LE SCARPETTE AL CHIODO, RESTERAI NEL MONDO DEL CALCIO?
Si il patentino di allenatore ce l’ho. Ma non so se mi sentirei pronto per allenare perché i ragazzini oggi se la prendono subito e io sono uno piuttosto caldo. Quelli di oggi non sanno cosa fare quando vengono a fare un’ ora di allenamento. A me piacciono i cani, mi piace nuotare e tutti gli altri sport. Per ora non ho programmi, anzi si: sperando che mi regga il ginocchio mi piacerebbe giocare ancora dieci anni a calcio, la mia vita.

Questa è la storia di Stefano Maiero. Una vita di difficoltà scacciate dalla grande passione per il calcio. Gli è bastato un pallone e divertirsi per stare bene. Questo pensiero va a chi si lamenta che la vita di oggi è dura e difficile: trovare un modo per sorride oggi.

Domenico Stoia


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  Scritto da Domenico Stoia il 18/11/2014
 

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