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Edizione provinciale di Udine


3B - BLESSANESE, un connubio vincente: calcio e Renzo Casco

Ci sono tante passioni nella vita. Qualcosa che già da bambini si sente dentro e poi dopo che lo si è provato una volta, non si riesce più a farne a meno. Una lunga vita nel mondo del calcio l’ha vissuta Renzo Casco, come giocatore prima e poi come allenatore e dirigente. Ma la voglia di sedersi su una panchina è stata troppo forte per lui, deciso a tornare in prima linea per il bene della squadra a cui forse è più legato, la Blessanese. Qualcosa non andava all’interno di essa e ora con lui in panchina forse la cura giusta è arrivata.

SEI DA TANTI ANNI NEL MONDO DEL CALCIO. QUANDO E COME E’ NATA IN TE QUESTA PASSIONE?
E’ una passione di quelle che senti da bambino e una volta che avevo provato poi non è più andata via e che provo ancora oggi. 

UN CURRICULUM DA CALCIATORE E DA DIRIGENTE?
Ho passato tante squadre e tanti anni da calciatore. Ho cominciato nel Santamaria La Longa, per poi proseguire con il Santa Caterina ( oggi non esiste più), poi Pozzuolo, San Gottardo, Colloredo e poi infine la mia carriera è terminata nel mio paese, Blessano. Qui una volta smessi i panni di calciatore, ho fatto l’allenatore e il dirigente.

QUALI SONO I RICORDI PIU’ BELLI LEGATI AL MONDO DEL CALCIO?
Ho tanti bei ricordi ovunque io sia andato, ma quelli a cui sono più legato sono i quattro anni passati ad allenare i Rizzi, dove allenavo gli Allievi prima e Juniores poi.

COME MAI HAI DECISO DI TORNARE AD ALLENARE? COSA CERCHI DI INSEGNARE AI TUOI RAGAZZI?
Ho preso questa decisione a 70 anni per fare il bene del mio paese e per la sua squadra, la Blessanese. Ho visto che le idee erano venute a mancare così come un po’ di sana disciplina e allora ho deciso di sedermi nuovamente in panca per dare il mio contributo. Infatti una delle prime cose che sto insegnando è la disciplina e per ora sembra che le cose si siano sistemate un attimino.

QUALE CALCIO TI PIACE DI PIU’? QUELLO DI ADESSO O QUELLO DI UNA VOLTA?
Ci sono comunque grandi differenze tra quello di oggi e quello di ieri. Una volta era così, diciamo un po’ più sbrigativo, si facevano le cose subito. Invece oggi è più veloce e geometrico con addirittura troppi passaggi che per me si possono anche eliminare. Però io comunque non ho nessuna preferenza, per me sono belli tutti e due.

Quindi l’amore per questo sport non ha età. Se pensi che hai ancora tanto da dare a questo calcio, lo puoi fare benissimo senza nessuna restrizione o divieto. Soprattutto se hai a cuore le sorti della squadra del tuo paese a 70 anni, bè chapeau signori! Sono da fare applausi e sperare di trovarne così di persone oggi. Una delle prime cose da insegnare ai giovani, il rispetto e la passione.

Domenico Stoia

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  Scritto da Domenico Stoia il 17/12/2014
 

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