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Edizione provinciale di Gorizia


Simone Motta dal campo alla panchina una stagione da protagonista

L'esperto attaccante della VIRTUS CORNO e mister della JUNIORES parla della stagione biancoceleste

La Virtus Corno sta vivendo una stagione da ricordare con la storica vittoria della Coppa Italia d'Eccellenza ed un vivaio in crescita. Uno dei protagonisti dell'annata biancoceleste è l'esperto attaccante Simone Motta che da quest'anno è alla guida anche della formazione juniores della società del presidente Antonio Libri. La punta biancoceleste si racconta dalla stagione biancoceleste alla sua prima esperienza da mister e del suo passato importante nei campionati professionistici.

Una buona stagione per la squadra biancoceleste
“ In campionato stiamo andando bene con un torneo abbastanza tranquillo, davanti c'è una corazzata imprendibile e noi abbiamo avuto la soddisfazione di batterla due volte. Vincendo 4-1 in campionato ed eliminando l'U.F. Monfalcone soprattutto nella semifinale di Coppa Italia che ci ha aperto la strada alla vittoria finale. Forse siamo stati l'unica squadra a non prendere due-tre gol a partita come è successo spesso. Purtroppo siamo lontani dalle prime posizioni, secondo me potevamo lottare per il secondo posto ma ci siamo tolti la soddisfazione della Coppa Italia e tutto sommato è una stagione positiva. Le ultime giornate serviranno per chiudere al meglio senza l'ansia del risultato con ancora qualche punto da prendere e poterci divertire “.

Ad inizio anno la vittoria storica della Coppa Italia per la Virtus Corno
“E' la ciliegina sulla torta di questa stagione, un risultato che rimarrà nella storia della società. Questo traguardo va a coprire secondo me forse qualche punto perso in campionato in cui potevamo essere a ridosso del secondo posto a lottare con il Cjarlins. La vittoria della Coppa Italia è stata emozionante, già il successo in semifinale con l'U. F. Monfalcone è stata una bella vittoria sofferta ai supplementari poi la finale è stata una giornata spettacolare. Sia come cornice di pubblico che per il paese che l'ha vissuto come un risultato storico con una società giovane da pochi anni in Eccellenza. Poi per la fase nazionale c'è un pò di rammarico. Abbiamo perso nel finale con il Campodarsego e fino a pochi minuti dalla fine eravamo sull'1-1 ed avevamo diverse occasioni per segnare giocando sempre all'attacco. Ce la siamo giocata con una squadra più attrezzata di noi . E' stato emozionante fino alla fine, anche per me che ho fatto una carriera abbastanza importante è stata una gara sentita. Peccato per il risultato finale ma è stato bello viverla “.

Siete una squadra con una rosa giovane
“Abbiamo tanti giovani, ma ci sono buone potenzialità. Abbiamo perso qualche punto per un calo di concentrazione e qualche leggerezza che abbiamo commesso durante la stagione. Abbiamo battuto l'U.F. Monfalcone poi abbiamo perso punti con la Gemonese ed il Torre e questi errori di gioventùnon ci hanno permesso di stare qualche posizione più in su. Io non giocherò ancora tanti anni ma gran parte del gruppo può crescere e migliorare sotto l'aspetto mentale e fare molto bene”.

Come affrontate le ultime cinque giornate ? 
"Siamo una mina vagante fin dall'inizio campionato. Abbiamo fatto benissimo con le squadre forti e male con le squadre che lottano per salvarsi, bisogna vedere in che giornata saremo già a partire dalla gara con la Gemonese. Abbiamo giocatori che si possono inventare la giocata, possiamo essere pericolosi affrontando le partite con più serenità non avendo problemi di classifica “.

Chi vedi favorito per il secondo posto ?
“Fra Cjarlins, Vesna e Cordenons è una bella sfida. Vesna e Cordenons si affrontano nel prossimo turno, vedo favorito il Cjarlins per potenzialità di squadra. Ma conterà molto l'aspetto psicologico fino a poche giornate fa sembrava tutto fatto. Il Cjarlins ha lottato per la promozione e Vesna e Cordenons sembravano lontane dal secondo, ma nel giro di due settimane è cambiato tutto. Vesna e Cordenons hanno il morale alto, mentre gli arancioblu sono in un periodo di difficoltà e l'ambizione della società era vincere il campionato. E' un incognita se il Cjarlins si calerà nella mentalità giusta per lottare per il secondo posto, che è comunque un traguardo importante per tentare di andare in Serie D, è più completa come squadra. Il Vesna è la sorpresa del torneo, mi aveva fatto una buona impressione all'inizio ed i risultati gli venivano facili dopo hanno avuto un black out ma in queste ultime giornate hanno recuperato. Sia Vesna che Cordenons sono neo promosse dopo U.F. M. e Cjarlins sono le due squadre che giocano meglio e sono davanti meritatamente. Conoscendo mister Birtig e qualche giocatore mi auguro che siano loro ad arrivare secondi, sperando che dopo tanti anni una squadra friulana possa tornare in Serie D ”.

Da quest'anno hai iniziato la carriere da allenatore partendo dalla squadra juniores
“Per me è un esperienza nuova, è stato tutto nuovo e da scoprire. Non avevo un passato da allenatore e non conoscevo la categoria juniores. Ci siamo tolti delle soddisfazioni battendo sia all'andata che al ritorno nel derby la Manzanese  senza subire gol che è prima in classifica e pareggiando due volte con il Trieste Calcio. Ma come la prima squadra anche noi siamo molto lunatici, abbiamo perso pochi giorni prima con la Cormonese 5-4 che è a metà graduatoria in casa nei minuti di recupero, vincendo al 90' 4-3. E' una categoria dedicata ai giovani e possono capitare molti alti e bassi, ma nella squadra ci sono diversi giocatori con buone potenzialità e che sono abbastanza pronti per giocare in prima squadra. Siamo forti con le più attrezzate con cui abbiamo raccolto più punti di tutti e meno forti perdendo punti con le più deboli. Dopo una bella vittoria con la Manzanese cerco di stimolare i ragazzi a finire bene il torneo e spero che affrontino con lo stesso spirito e motivazioni anche la prossima gara con il Muggia e le ultime partite ad Aprile”.  

Come ti rapporti con i ragazzi che alleni ?
“Aver fatto una buona carriera nei professionisti, mi ha dato dall'inizio un pò di credito verso la squadra. Poi col passare del tempo spero che abbiano preso e rimanga qualcosa a fine stagione. In questa categoria non conta tanto il risultato ma imparare dagli insegnamenti, mi ricordo ed ho appreso di più da allenatori del settore giovanile mentre  da tecnici della prima squadra a volte ho appreso di meno. Faccio ancora il giocatore ed a certe cose devo abituarmi del ruolo di allenatore, ma mi confronto molto con il mister della prima squadra Cupini che è stato anche lui un giocatore professionista e mi sta dando tanti consigli. E' un po strana come situazione ma mi ci sto abituando.”

Come è nata l'idea di diventare allenatore ?
“All'inizio carriera non ci pensavo, poi con il passare degli anni inizi a valutare e capire quello che il mister ti fa fare durante gli allenamenti. Quando sei giovane non capisci molto e sbuffi su quello che il mister ti dice. Ho voluto provare questa avventura per vedere se sarà possibile un domani intraprendere questa attività con qualcosa d'importante o se sarà solo un hobby. Non so ancora quale sarà il futuro è molto difficile. Parlando con qualche ex compagno che ora fa l'allenatore so che c'è molta pressione in qualsiasi campionato che fai da parte di tutti tifosi e dirigenti. E' molto diverso da fare solo il calciatore”.

A che allenatore ti ispiri ?
“Ho avuto per tanti anni Attilio Tesser, che è un ottima persona e lo stimo, sia nel settore giovanile che nella prima squadra ad Alto Adige e Novara, ed è un allenatore da cui ho appreso molto che basa il rapporto sul dialogo legando con il gruppo. Anche da Bisoli ho imparato molto negli ultimi anni a Cesena, ma anche da altri ho cercato di prendere qualcosa. Come allenatore è un pò difficile all'inizio mettere in pratica le proprie idee perchè la squadra non la crea il tecnico.  Soprattutto nelle giovanili in alcuni ruoli capita che sei scoperto, perciò al'inizio adatti un pò le cose trovando una sistemazione e facendo fatica. Poi sono riuscito, adattandomi alle caratteristiche dei ragazzi, a trovare un gioco che piace a me con il trequartista e con una squadra propositiva che attacca. La mia idea è quella di far giocare la palla senza avere paura di sbagliare un passaggio. Una cosa a cui tengo molto è evitare le sceneggiate o le risse e finora i ragazzi mi hanno seguito”.

Quali ricordi hai della tua importante carriera ?
“Gli anni più belli a livello di squadra sono stati quelli di Novara, in pochi anni ho raggiunto delle promozioni che fino a 32 anni non avevo ottenuto. Ho vinto tre campionati di fila con il Cesena e poi due con il Novara, da li ho capito cosa vuol dire vincere qualcosa e pensare a livello di collettivo. Fin dal settore giovanile da attaccante ho sempre vissuto e fatto tanti gol, vincendo la classifica cannoneri che mi ha permesso di arrivare in Serie B. Però non avevo mai vinto nulla con la squadra e questo mi ha fatto trovare la maturità e capire la differenza di giocare per la squadra. Aver avuto la possibilità di vincere è stato molto importante, gli anni di Cesena e Novara mi hanno insegnato molto. Anche degli anni che ho avuto delle delusioni ho imparato qualcosa, ma arrivare dalla C alla Serie A è stato qualcosa di straordinario e mi ha messo in luce”.

Hai qualche gol che ti ricordi con più piacere ?
“Da attaccante ho sempre giocato e vissuto per il gol e mi ricordo di tante reti che ho fatto.   II cambio di ruolo negli ultimi anni di carriera, indietreggiando dietro le due punte, mi ha fatto capire tante cose. Da giovane pur perdendo se facevo due gol la sconfitta mi pesava di meno,penso purtropo che succeda spesso anche adesso che i più giovani guardino più a se stessi . Il gol che ricordo e vedo anche su youtube qualche volta con un bellisssimo gesto tecnico è una rete fatta nel derby con la maglia del Teramo contro il Giulianova. Era una gara importante in un derby sentito fra due due piazze molto calde che distano meno di 30 km fra loro. Abbiamo vinto 4-1 in casa ed ho segnato la quarta rete, da un lancio lungo l'ho stoppata di tacco poi l'ho controllata di testa e di controbalzo l'ho calciata all'incrocio dei pali. E' stato un gesto istintivo con una cornice di pubblico fantastica, ho fatto diversi gol ma questo me l'ho ricordo sempre in modo particolare”.

 Gli ultimi anni hai militato nella Triestina e nel Tamai, segui un pò le due squadre in Serie D ?
“La Triestina purtroppo ogni volta che si sente parlare, è  per qualche problema ed ancora adesso leggo che le cose non sono risolte. Non c'è mai pace c'è una rincorsa continua a trovare una proprietà seria che possa fare le cose fatte bene. E' un peccato perchè la città, i tifosi e lo stadio meriterebbero un altro palcoscenico. Il Tamai in questo momento sono un pò in difficoltà, mi spiace perchè una società gestita come una grande famiglia. Da tanti anni con notevoli sforzi è in Serie D spero e penso che hanno tutte le potenzialità per salvarsi senza passare per i play out. Spero per tutto il movimento calcistico regionale che si salvino e restino in Serie D tutte le squadre della regione che darebbe anche più importanza e possibilità ai più giovani ”.  

Hai già pensato fino a quando giocherai ? 
“Non ho ancora deciso, quest'anno mi sono avvicinato a casa perchè avevo scelto di provare a fare l'avventura di allenatore. Il campo di allenamento della Virtus è a 10 minuti da casa e fra giocare con la prima squadra ed allenare mi porta via tutta la giornata. Vedo  Denis Godeas che ha due anni più di me,  ex compagno di squadra, stare bene e fare sempre gol perciò penso che ho ancora tempo ” .

La Virtus Corno punta a finire bene la stagione in un annata che ha già visto togliersi molte soddisfazioni con la prima squadra e con le formazioni giovanili.

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  Scritto da Manuel De Santis il 26/03/2015
 

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