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Edizione provinciale di Udine


AdrianoVarnier, il portiere "giramondo"

A 25 anni, dopo esperienze maturate in Portogallo, Inghilterra e Slovenia ed alcuni provini con Udinese e Triestina, il “ragazzone” di 198 centimetri di madre tarcentina e padre sacilese (successivamente emigrati in Australia), cerca l’ultima chance

Non pensate ad un “bamboccione”, quelli che se ne stanno accovacciati sul divano ad aspettare l’occasione. A 25 anni ha, infatti, già maturato un ampio vissuto lontano dalle comodità del focolare domestico. Si destreggia abilmente fra tre lingue, ma l’idea non è quella di diventare interprete o agente di viaggio: perchè è sempre in cerca di una consacrazione calcistica. Adriano Varnier, ragazzone di 198 centimetri, di professione portiere, figlio di una tarcentina e di un sacilese emigrati in Australia (dove è venuto al mondo il 24 dicembre 1989) e con doppio passaporto in tasca, culla infatti ancora ambizioni per una carriera di buon livello.

IL CURRICULUM - E’ tanto intenso quanto…tortuoso. I primi passi dal 2003 al 2006, il periodo delle giovanili dell’APIA Leichhardt, club della Premier League australiana. Due successivi provini con Udinese e Triestina (“A Trieste, all’inizio, erano caldi, poi è sfumato tutto” ricorda Varnier) non producono contratti: Antonio fa dunque rientro a casa accordandosi con i Blacktown Spartans. Dopo un trail con il Norwich, passa nelle file del Youth Team del Sydney. Partecipando all’edizione numero 61 della “Coppa Carnevale” di Viareggio. Sembra entrato nel mirino di club importanti, ma l’unica manifestazione di interesse è del Luka Koper che, comunque, sta vivendo le sue stagioni più luccicanti. Un titolo, una Coppa e una Supercoppa slovena finiscono infatti in bacheca, ma il “nostro”, pur allenandosi con profitto, fa praticamente sempre da spettatore (“Ho grandi ricordi di Pavlin, del presidente Guberac e di Struna, che adesso milita nel Palermo”). A fine 2011 potrebbe aprirsi una stuzzicante prospettiva portoghese, ma al club (Boavista), che naviga in situazione finanziaria poco favorevole, viene impedito di tesserare giocatori provenienti da federazione straniera. Cosi Varnier transita per Carrara, inanella due nuove tappe australiane, colleziona un’ulteriore opportunità al Boavista e, nel 2013, finisce al West Ham, dove ha la ghiotta chance di lavorare quotidianamente al fianco di colleghi di spessore quali Jaaskelainen e Adrian. Il campo, però, rimane sempre un miraggio: l’unica esperienza (iniziata a metà campionato e terminata con la salvezza in extremis), matura con i semiprofessionisti del Ramsgate e si chiude con una salvezza strappata all’ultima  giornata.

OBBIETTIVI -  Dovessi ideare uno spot per promuovere AdrianoVarnier ?
Credo di essere ben strutturato: non solo quanto a centimetri, ma anche fisicamente. Sono destro, ma non penso che il portiere debba adoperare troppo i piedi. In tutte le squadre serve equilibrio: per questo meglio non sovrapporsi ai difensori, lasciando che eseguano al meglio il loro compito.”

Come si dirige la difesa ?Come il grande Oliver Kahn. Siamo favoriti perché, dalla nostra area, possiamo capire gli sviluppi del gioco. Ed essere importanti nella comunicazione con i compagni.”

I modelli nel ruolo?Mandanda, Buffon, Courtois, Cech e Lloris: se si potesse fare un impasto delle doti di questi cinque, ne uscirebbe un superportiere. “ Neuer no? “Bravo, ma un pò…esagerato per i miei gusti.”

L’Udinese ?
“La seguo, sono informato, mi piacerebbe vedere lo stadio nuovo. Ma, più che Scuffet o Meret, vivo nel mito di Dino Zoff.”

In conclusione: che cosa intendi fare da grande ? 
“Spero in un’ ultima possibilità. Per dimostrare quello che valgo. Non è presunzione: sono sicuro dei mei mezzi, chiedo soltanto di essere messo seriamente alla prova. L’ultimo aggancio è con il Brasile: vediamo che succede.”

Roberto Zanitti

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  Scritto da Roberto Zanitti il 02/09/2015
 

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