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Edizione provinciale di Gorizia


SERIE D - Davide Miani, la Triestina: applausi!

Inchino ai ragazzi dell'Unione Triestina. Dati per finiti, per smarriti, per dispersi; costretti a praticare calcio in condizioni emergenziali, dopo aver perso i compagni di squadra più illustri messi fuori rosa e pure l'allenatore. Senza prospettive concrete, anche se le voci continuano a correre, le nuove cordate a materializzarsi e sciogliersi come neve al sole. Eppure, eppure, come batte il cuore di questa Triestina!
Prima è arrivato - e nessuno se lo aspettava - il successo ottenuto a spese di una delle grandi della D come la Virtus Vecomp. E poi, nel pomeriggio odierno, in quel di Sacile, ecco servito dagli Alabardati il successo bis, travolgente e netto ben oltre il 4-2 conclusivo rifilato ai liventini, nei guai fino al collo e oltre, forse addirittura messi peggio dei giuliani, il che è tutto dire.
E, allora, è il momento di applaudire senza remore i ragazzi dell'Unione Triestina, che onorano la maglia anche se c'è chi non ha onorato nessuna promessa. Giocano tra le incertezze e le ristrettezze, i ragazzi alabardati. Giocano e vincono, aiutandosi l'un con l'altro su un campo di calcio, come una vera grande squadra.
Bravi!
E bravissimo è uno dei giovani, uno dei nostri: quel Davide Miani, classe '97, di cui non si finirà mai di parlare bene quanto merita. Lo ricordavamo capitano, condottiero della rappresentativa regionale Giovanissimi campione d'Italia. Lui, centrocampista promettente e già maturo, dotato di classe, ma anche di solida concretezza.
Rieccolo, il prode Davide, emergere ora dal caos della Triestina sciorinando prove da veterano e disimpegnandosi con efficacia in un ruolo non suo: il regista è diventato - per il bene della causa - un terzino prezioso, combattivo, generoso. Bravo, Davide, e allora il cronista prende in mano il telefonino, chiama papà Giuliano, sì, il bomberone, e bombarda di domande il grande Miani junior.
Davide, raccontaci di questa Triestina dalle sette vite?
"Cosa vuole che le dica, siamo in una situazione incredibile, complicata; ci riesce difficile tenere separate le questioni legate alla società e quelle che riguardano la squadra. Noi però siamo dei calciatori, lo siamo fino al midollo, e quando andiamo in campo non pensiamo ai rimborsi spese, ai sogni spezzati, alle promesse senza fondamento; pensiamo a giocare, a dare il massimo. E, allora, succede di vincere due partite di fila quando tutti ci davano per finiti".
Ma come vi allenate, cosa vi spinge - nonostante tutto - a continuare?
"Ci alleniamo sul sintetico di Prosecco, aiutandoci tra di noi. L'allenatore non c'è più, ma Elio Roncelli ci sta dando una mano importante. Perché resistiamo? Perché abbiamo dato la nostra parola, perché la maglia della Triestina è la maglia della Triestina, e perché c'è sempre la speranza che la situazione possa cambiare in meglio. Noi ci siamo, vogliamo dimostrarlo succeda quel che succeda. E, guardi, quest'avventura sta imponendo sacrifici enormi: io sono relativamente fortunato, qui ci sono ragazzi che vengono dal Centro Italia e che da mesi non tornano a casa. Stiamo tenendo duro per tutti questi motivi, ma alla fine, in fondo in fondo, è la passione per il calcio quello che ci spinge a resistere e a insistere".
Anche a Sacile avete giocato una buona partita...
"Sì, con un unico rammarico: l'espulsione rimediata da Giordani sul 4-0 per noi. Il mio compagno di squadra ha subito un fallo da dietro a centrocampo, e per un momento ha perso le staffe, reagendo. Siccome siamo contati, la sua assenza sarà un bel problema, uno in più".
Anche i liventini stanno attraversando un momento complicato. Che aria c'era a Sacile?
"Un'aria strana, indubbiamente; con i giocatori biancorossi è bastato guardarsi negli occhi per solidarizzare: stiamo vivendo delle esperienze per molti versi simili e che possiamo reciprocamente comprendere. Sinceramente, ho visto i padroni di casa in grosse difficoltà; anche le condizioni precarie del terreno di gioco qualcosa fanno capire. Mi auguro di tutto cuore che anche i liventini trovino il modo e la forza necessari per superare gli attuali problemi: non penso, infatti, che il calcio regionale possa concedersi il lusso di perdere due realtà del calibro e della storia di una Triestina e di una Sacilese".
E neppure può permettersi - il nostro calcio - di bruciare i sogni e le speranze di ragazzi come Davide Miani, di cui semmai dobbiamo andare fieri. Forza Triestina, forza Sacilese, forza Davide! 

IN ARRIVO L'APPLICAZIONE 

In attesa dell'applicazione ITALIAGOL - FRIULIGOL è disponibile il nostro servizio dedicato all'inserimento del risultato finale e dei propri marcatori.Istruzioni su come interagire con la nostra redazione


 

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  Scritto da La Redazione il 25/11/2015
 

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