Alessandro Orlando e una retrocessione a cui era preparato sia il tecnico che il Sevegliano.
Come ha vissuto un'annata decisamente complicata?
"Credo nel modo giusto: eravamo consapevoli di quello che ci attendeva, e abbiamo cercato di fare qualcosa di importante per noi stessi e per questa realtà. Ci siamo riusciti in parte, ma siccome ce l'abbiamo messa tutta non possiamo non essere sereni".
Qualche rammarico è inevitabile che esista...
"Ho calcolato che abbiamo regalato 10-12 punti commettendo delle ingenuità. Alla fine di un campionato, però, quello che uno merita si ritrova".
Quando Orlando ha capito che la sua squadra sarebbe retrocessa?
"Paradossalmente è accaduto dopo la vittoria sul Sant'Andrea con relativo sorpasso in classifica ai danni dei triestini. Nella gara successiva abbiamo perso immeritatamente dalla Juventina, in un match condizionato dal vento. Doveva essere il nostro momento, ma la verità è che non c'eravamo più con le gambe e dal punto di vista mentale: avevamo spesso tutte le energie per provarci. E allora dentro di me ho abbandonato la speranza".
Se avesse potuto tesserare un giocatore importante, lo avrebbe scelto sulla base di quali caratteristiche?
"Rispondo alla domanda anche se preferirei non farlo perché non mi sento di rimproverare nulla ai ragazzi. Certo, potendo scegliere avrei preso un attaccante centrale, uno da 10-12 gol a stagione che fosse in grado di far reparto e di mettere al servizio della squadra la sua esperienza. Ma con ciò, ribadisco, non voglio gettar la croce sulle nostre punte: abbiamo avuto problemi anche dietro e in mezzo. I ragazzi sanno che sono orgoglioso di loro e che li apprezzo".
Vi ha condizionato in qualche modo la vicenda del famoso sms proveniente dal mondo arbitrale in cui si parlava di un Sevegliano "rognoso e cattivo" e si concludeva il messaggio con un "sapete come comportarvi"?  
"Assolutamente no. Tra di noi non ne abbiamo mai parlato, di quella vicenda si è occupata la società. Non non ne siamo stati influenzati ne abbiamo mai cerchiamo qualsivoglia alibi".
Quale è il giudizio di Alessandro Orlando su questo campionato di Promozione?
"Un giudizio non lusinghiero. Ormai, purtroppo, la categoria la conosco bene e quindi mi permetto di ritenere mediocre e livellato verso il basso il torneo che sta per terminare".
Chi l'ha colpita in positivo?
"Le squadre triestine e la Juventina. Il San Luigi è complesso forte e solido in ogni reparto: il primato è meritato. Sul piano dei singoli, mi piace Lombardi del Trieste Calcio e non da ora Cannone, in forza nel Sistiana".
E sui suoi giocatori cosa si può aggiungere?
"Che ce ne sono molti che meriterebbero un'altra possibilità in categoria ma in un contesto diverso da quello affrontato quest'anno in maglia gialloblù".
E Alessandro Orlando cosa vorrebbe fare da "grande"?
"Continuare ad allenare: mi piacerebbe mettermi alla prova in una situazione diversa, magari con una squadra che punti a vincere il campionato, a primeggiare. Ho ancora qualche ambizione personale e un buon grado di autostima".
Allenare nel settore giovanile non la tenta?
"Sinceramente no. Non ritengo che avrei la necessaria pazienza".


Alessandro Maganza

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