Franco Zuppichini è tornato. Il geometra del nostro calcio, con le sue diagonali mitiche e le verticalizzazioni atomiche ha salvato il Mladost, firmando un'impresa ai confini della galassia. I rossoblù sono stati giganteschi: hanno cercato di tradurre sul campo le tattiche luciferine del grande condottiero, che ha trasformato in una squadra da guerra, tattica e non, un Mladost che pareva avere i tacchetti sgonfi e le idee confuse. Il cuore enorme di un gruppo di ragazzi uniti e generosi come raramente si vede hanno reso possibile anche quello che sembrava impossibile. Oggi pomeriggio il Mladost ha stregato con una prova tatticamente superba e atleticamente indemoniata sua maestà il Domio, che in quei 90' si giocava il campionato e il balzo in Promozione. I rossoblù, micidiali nell'offendere in verticale, si sono portati addirittura sul 3-0, prima di essere presi a punizioni terrificanti dai satanassi biancoverdi, che nel finale di gara - interminabile - hanno spinto, arrembato, schiacciato contro il muro la terrorizzata formazione di casa. Ma gli dei del pallone avevano già scritto il loro finale, lieto solo per una delle due contendenti, quella sulla carta più fragile, più vulnerabile. Sulla carta, ma non in campo.
Franco Zuppichini stavolta l'ha combinata grossa, esibendo anche una maturità nuova di zecca: basti dire che il timoniere in questi mesi di fuoco non si è mai fatto cacciare dal ring, rimanendo lucido, vigile, diabolicamente connesso con i cuori dei suoi guerrieri.
A Doberdò si sta benone, ma per quel che ci riguarda non mettiamo limite alle vie del calcio: questo Zuppichinone di nome Franco anche in Eccellenza potrebbe dire la sua come e meglio di quanto fece fino a qualche anno fa. 

Alessandro Maganza

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