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Edizione provinciale di Udine


IL MITO - Gerli preoccupato per un piccolo dolorino: che sia l'età?

A 49 anni il centrocampista della Serenissima corre anche per lo statico Ely. "I play-off? Siamo una squadra di suonati"

Allarme: il mito ha avvertito il primo dolorino da quando è nato. Non avendo mai provato una sensazione simile, di quasi affaticamento, di leggero fastidio muscolare, forse provocato dalle otto partite disputate negli ultimi sei giorni, Massimo Gerli si è seriamente preoccupato. Le parole del marpione sono state dirompenti: "Se a 49 anni comincio già ad avvertire questi sintomi, chissà come sarò ridotto tra 15-20 venti campionati?".
Per un istante il satanasso ha smesso di sorridere, di sprizzare allegria da tutti i pori, poi il pensieraccio com'è arrivato, così se ne è andato e il mammasantissima è tornato quello di sempre.
Massimo Gerli! Massimo Gerli! Il cronista ha chiesto di poterlo intervistare e il mito ha accettato. 
Ci siamo messi in ginocchio davanti al fenomeno e in quella posizione, a dir la verità parecchio scomoda ma dovuta, abbiamo chiesto quanto segue:
Non è che quelli della Serenissima la stanno utilizzando in maniera eccessiva?
"Ha ragione a domandarselo. Direi che non hanno neppure un briciolo di rispetto per il sottoscritto. Questi maledetti mi hanno spremuto come un limone già spremuto, facendomi disputare 26 gare su 30. Il ritornello è il solito: 'Su, Gerli, vada in campo che non ha ancora compiuto mezzo secolo di vita'. Disgraziati, ecco cosa sono".
E poi a centrocampo c'è quel Louhenapessy...
"Ely è fortissimo, per carità. Ma non corre neanche a trascinarlo per le orecchie. Sì, sono costretto a macinare chilometri anche per lui, eppure potrei essere suo padre, anzi, suo nonno. Non è tutto: vuole sempre calciare le punizioni. Durante il campionato, me ne ha lasciata da battere una soltanto e, guarda caso, ho fatto gol. Una punizione, un gol. Però poi mi ha lucidato le scarpe per benino. Tutto sommato, noi due ci divertiamo un mondo. Anzi, il vero problema è che ci cappottiamo frequentemente dalla risate".
Che squadra è questa Serenissima?
"Sinceramente? Siamo tutti suonati, chi più chi meno".
Anche Baulini?
"Il tecnico è un grande. Ogni tanto mi fa tirare il fiato in allenamento: ne svolgo tre a settimana, ma lui mi permette di saltare qualche giro di campo. Anche il mister, comunque, è una sagomaccia: continua a dirci di non protestare o mandare a quel paese gli arbitri, ed è il primo a farsi espellere...".
I suoi ex compagni di squadra - la prima e la seconda generazione almeno - o sono in casa di riposo o giocano tra gli Amatori...
"Lo so, lo so. Secondo me è tutta una questione di fibra. Personalmente, sono disturbato dalla continue proposte che mi arrivano da società dell'Eccellenza: ci fossero i rimborsi spese di una volta potrei pensarci, ma non certo per un  piatto di lenticchie e una pacca sulle spalle.  Mi sposterei da Pradamano, dove sto benissimo, solo di fronte a un progetto a media scadenza che contempli l'obiettivo di una serie D di vertice".
Intanto, però, il Rivolto e già in Prima categoria...
"Sono stati bravi, mentre noi abbiamo perso 3-4 partite di troppo e siamo stati penalizzati da qualche episodio sfortunato. I play-off? Sia il Flambro che la Maranese sono due formazioni quanto mai toste: non sarà per nulla semplice battere quella che supererà il primo turno".
Gerli in campo per quanto ancora?
"Lo chieda alle mie ginocchia, non a me".
Darà un party calcistico per i suoi primi cinquant'anni?
"Credo di sì, visto che i mutui sono convenienti: se dovessi invitare tutti i ragazzi con i quali ho giocato sarebbe probabilmente il caso di richiedere l'intervento della protezione civile. Vedremo cosa inventarci".
Poi il mito esplode in una risata, raccoglie un pallone, lo calcia sette volte a settanta metri di distanza circa, colpendo tutte e sette le volte la traversa e se ne va senza neanche degnarci di uno sguardo.

Alessandro Maganza

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  Scritto da La Redazione il 03/05/2016
 

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