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Edizione provinciale di Udine


IL PERSONAGGIO - Oriano Ferini: è un calcio malato di fretta

Chiacchierata con il grande tecnico di San Giorgio. Che ricorda anche quello spareggio ad Aquileia tra i biancocremisi e l'Isonzo di Franti...

Nostalgia di Oriano Ferini. Nessun problema, il numero di telefono è rimasto quello, la voce pure, la gentilezza semmai è ulteriormente aumentata. Il grande Oriano, allenatore di lungo corso (Udinese, Union 91, Sanvitese, soprattutto Sangiorgina), non si nega nonostante di tempo ne sia passato parecchio. 
Come sta? Bene, e lei? Anche. 
Oriano ha fiutato il trappolone per tempo: "Scommetto che mi ha chiamato perché la Sangiorgina domenica gioca i play-out a Ronchi?".
Anche per quello, ma non solo per quello. 
Oriano Ferini: schiere di ragazzi ancora giocano e sono protagonisti dopo essere cresciuti sotto la sua ala, imbevuti dei suoi valori, plasmati dai suoi insegnamenti...
E' fuori da questo mondo?
"Sono in pensione e sì, mi sono lasciato il calcio forse non alle spalle, ma a lato, a una certa distanza".
Pentito della scelta?
"No, a un certo punto è meglio farsi da parte, lasciare spazio alle nuove leve specie quando si ha a che fare con chi ritiene di saper tutto e di non sbagliare mai. Una cosa mi permetto di dire: vedo troppa fretta in circolazione, troppa fretta di vincere, di capire, di giudicare. Per il sottoscritto prima del risultato viene la prestazione. I giocatori, i dirigenti dovrebbero pensare di arricchirsi di conoscenze e di competenze. Ma, del resto, il calcio è specchio della società in cui viviamo".
Vuol dire che se qualcuno la contattasse chiedendole di tornare in pista direbbe di no?
"Dipende da chi è quel qualcuno e quale progetto ha in mente. Mai dire mai".
La sua Sangiorgina rischia di retrocedere...
"Quest'anno non l'ho mai vista giocare. Ad invitarmi al campo era stato Gabriele Pozzar quando ci fu il derby tra i biancocremisi e la Pro Cervignano: con lui ho mantenuto un bel rapporto, di stima e considerazione. La Sangiorgina? Spero che si salvi, i ragazzi che vanno in campo sono dei bravi ragazzi, che di solito quando l'occasione conta riescono sempre a tirare fuori il meglio".
Anche lei ha affrontato partite del genere proprio sedendo sulla panchina biancocremisi.
"Si figuri la coincidenza: un anno ci salvammo allo spareggio, disputato ad Aquileia, superando ai calci di rigore l'Isonzo San Pier allenato... dal valido Fabio Franti, che ora è proprio alla guida del Ronchi".
Se non ricordiamo male, riusciste a cavarvela grazie a un portiere... Come si chiamava?
"Era Paolo Gattesco e parò tre o forse quattro calci di rigore agli isontini".
Proprio non va mai a vedere qualche partita?
"Un paio non me le sono lasciato sfuggire. A San Giorgio mi sono goduto un Brasile-Croazia del recente torneo delle Nazioni e mi sono divertito assai: in campo ho ammirato ragazzi dotati di fantasia, capacità, voglia, insomma, hanno davvero dato vita a una splendida partita, terminata 2-2. In precedenza avevo voluto vedere di persona il nuovo stadio Friuli, un impianto fantastico: e così ho seguito dal vivo Udinese - Napoli. In tutti e due i casi sono stato fortunato". 
Oriano Ferini, un maestro. Sarebbe bello tornasse a insegnare calcio e buon senso. Ed è stato bello scambiare con lui qualche impressione.  

Alessandro Maganza

IN ARRIVO L'APPLICAZIONE 

In attesa dell'applicazione ITALIAGOL - FRIULIGOL è disponibile il nostro servizio dedicato all'inserimento del risultato finale e dei propri marcatori

Istruzioni su come interagire con la nostra redazione

 

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  Scritto da La Redazione il 04/05/2016
 

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