Buona sera procurator Federico Francioni... Sì, il "nostro" Federico Francioni, l'ex trequartista classe 1975 genio e sregolatezza che ha furoreggiato in diverse piazze, da Gradisca a Monfalcone passando per Manzano. 
Da oggi Francioni è ufficialmente entrato nel novero dei procuratori sportivi: l'ha certificato nero su bianco la commissione della Federcalcio che si occupa di vagliare le richieste di iscrizione nell'apposito registro che contiene tali figure professionali. 
Alla lettura di quel nome, il cronista ha deciso di complimentarsi con il diretto interessato.
Soddisfatto, Francioni?
"Certo, ma soprattutto mi piace quello che sto facendo, anche se l'attività è frenetica e assai impegnativa. Guardo almeno quattro partite a settimana, parliamo di circa 200 incontri all'anno. I chilometri in macchina? Non meno di sessantamila. Vivendo a Grado tutto è abbastanza complicato dal punto di vista logistico".
Lavora per qualcuno?
"Sì, faccio parte del gruppo guidato da Patrick Bastianelli. Ci occupiamo di seguire giocatori italiani e non solo: ormai, del resto, le frontiere non esistono più".
Ha un occhio di riguardo per i ragazzi di qua?
"Naturalmente sì anche perché l'Udinese lascia parecchi spazi sul versante dei calciatori regionali, e di ciò ne approfittano altri club come il Milan, la Juventus, l'Empoli, il Chievo...".
Ci può fare qualche caso concreto in cui ci ha messo lo zampino Francioni?
"L'anno scorso ho collaborato al passaggio dal San Luigi alla Juventus del 2001 Luca De Panfilis".
Cosa bolle nel pentolone del calcio di qua?
"Adesso come adesso tutto è ancora fermo. Questa è la fase del mercato in cui si muovono ds e allenatori".
Cosa cerca nei giocatori che va a visionare... Qualche Francioni o di evitare di incappare in un Francioni giovane?
"La seconda. Con i ragazzi insisto moltissimo sull'aspetto mentale, che viene ancor prima della tecnica e del resto. La strada per arriva in alto è molto ripida: in serie A sono tesserati circa 500 calciatori, di cui più della metà stranieri...".
Buon lavoro, procurator Francioni.

Alessandro Maganza

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