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Edizione provinciale di Pordenone


PORDENONE - All'autogrill arrivano i neroverdi e scoppia l'applauso

Niente drammi per la sconfitta di Pisa. Qui bisogna solo onorare una stagione pazzesca dedicando la partita di ritorno ai tifosi, alla società e a sé stessi

Pisa, pisa, pisa... E' già storia. Non brutta, non da dimenticare: bisogna farne tesoro e trattare questa sconfitta con gentilezza, quasi con affetto. Sì, metterla in un cassetto dove si tengono foto ingiallite, bottoni persi, medagliette e lettere, tutte cose che è un piacere ogni tanto andare a riscoprire. Tre a zero: ma di fronte a sedicimila tifosi, toscanacci ruvidi e spesso maleducati, ma, in fondo, quasi simpatici. I diti medi alzati, una fila di diti medi, tanto per far sentire al Pordenone che genere di accoglienza avrebbe trovato. 
E poi quel Varela che spuntava da tutte le parti, un incubo, un demonio: tre gol da uno che non segnava da due mesi e passa e che tra i titolari non avrebbe dovuto esserci. 
E poi ancora tal Gennaro Gattuso, tutto di nero vestito, che urlava, protestava, mordeva, saltava.
Pomeriggio da ricordare e mica tutto da buttare. Il Pisa ha dato l'impressione di essere di un'altra categoria e di giocare al gatto con il topo. Noi, invece, ci teniamo stretto il rammarico per certe assenze, in primis quella di Ingegneri, della sua forza, dei suoi recuperi; ma anche un paio di lampi, targati Beltrame e Strizzolo, che hanno dimostrato che il Pordenone avrebbe potuto, eccome se avrebbe potuto.
Taluni hanno messo in risalto gli esiti di alcune più o meno recenti trasferte ad Alessandria, Bassano, Pisa appunto. Non scherziamo: la stagione del Pordenone è pazzesca, punto e basta. 
Hanno dimostrato di avere le idee molto chiare, in proposito, i tifosi neroverdi. Verso le otto e mezza della sera, sugli Appennini, tra un incidente stradale e una coda autostradale, il pullman del Pordenone è entrato in un autogrill: i giocatori erano silenzioni, stanchi, anche delusi. L'autista posteggia la corriera, si aprono le porte e, improvvisamente, uno scrosciante applauso saluta e abbraccia la squadra di Tedino e Lovisa. Lì, proprio in quell'autogrill, avevano cercato un attimo di riposo gran parte dei supporters neroverdi di ritorno da Pisa. Quando hanno visto sopraggiungere la loro squadra del cuore, non hanno esitato neppure un momento e hanno riservato ai loro beniamini solo calore, conforto, affetto e gratitudine. Nessuno ha mugugnato per i tre peri sul groppone o per cinquecento chilometri di trasferta terminati vedendo i Gattusiani dominare.
E adesso? Adesso bisogna solo onorare il sensazionale campionato disputato e regalare ai tifosi, alla società e a sé stessi una partita da Pordenone. Niente di più, niente di meno. Il Pisa forse è di un altro pianeta oppure al Bottecchia sarà tutta un'altra storia.

Alessandro Maganza

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  Scritto da La Redazione il 23/05/2016
 

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