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Edizione provinciale di Udine


IL CASO - Alla pugnalata senza perchè Pittini reagisce da gigante

In due anni ha vinto tutto, ha inventato la fusione con la Bassa, non ha preteso un centesimo: lascia attoniti il defenestramento del condottiero. Ma Tita, invece di sparare, abbraccia i suoi giocatori

Se non è il giallo dell'estate, poco ci manca. E, comunque, resta sicuramente e innanzitutto una brutta pagina dal punto di vista umano l'esonero di Giovanni Battista Pittini, sostituito da Pierangelo Salfa sulla panchina della Bassa Manzano promossa in B.
Pittini ha subito una pugnalata alla schiena che ha del clamoroso: parliamo non di un semplice allenatore, ma dell'uomo che ha risollevato il Manzano, conquistando in un biennio tutto quello che era possibile conquistare, vale a dire due scudetti e altrettante coppe Regione, rigenerando giocatori che altri davano per finiti, creando entusiasmo, mentalità, spirito di squadra. Non solo: il vulcanico Tita s'è inventato e ha costruito anche la fusione con la Bassa di Latisana, una magia necessaria per poter disputare la serie B con le risorse utili a non farsi stritolare da una concorrenza agguerrita e da un contesto decisamente più competitivo di quello rappresentato dal campionato regionale. Mossa geniale, da stratega, quella di unire le forze con il rivale dei latisanesi Giuseppe Criscuolo, costretto a mangiare la polvere manzanese nel corso di un duello per lo scudetto durato un'intera stagione e risoltosi sul filo di lana. 
Siamo dunque in presenza di un allenatore-manager preparato, carismatico, appassionato e determinato, oltre che ingombrante e magari sopra le righe o scomodo. Di più: si dà il caso che Pittini non abbia preso un centesimo durante la sua biennale avventura manzanese. Vincente e gratuito, dunque. 
Cosa viene imputato al tecnico ghigliottinato? Di aver messo in atto una compagna acquisti potenzialmente eccessivamente dispendiosa, prendendo iniziative non concordate. Non risulta che così sia andata, invece: lo stesso Pittini assicura di aver compiuto ogni passo, informandone immediatamente il collega Criscuolo. D'altro canto, la decisione di sollevare l'allenatore dall'incarico è stata presa senza prima aver discusso con il diretto interessato di un possibile cambio di strategia. Con questi elementi a disposizione resta incomprensibile l'atto compiuto dalla nuova società o, quantomeno, non certo spiegabile semplicemente attraverso incompatibilità caratteriali le quali, del resto, nelle due stagioni precedenti non si erano palesate. 
Abbiamo contattato Tita Pittini per registrare la sua reazione al clamoroso defenestramento e lui, ancora una volta, ci ha spiazzato: "E' inutile che insistiate, non sparerò a zero sul passato. Motivi ne avrei, in particolare perché non hanno avuto nemmeno il coraggio di comunicarmi l'esonero non dico di persona, ma neppure al telefono. Approfitto dell'occasione, semmai, per ringraziare il mio strepitoso staff per il contributo fondamentale offerto alla fortune del Manzano: mi riferisco a due grandissimi personaggi. Ai ragazzi, ai miei giocatori va un grande abbraccio: ho ricevuto da loro attestati di stima e solidarietà che non si possono dimenticare e che danno il senso di quello che abbiamo costruito insieme. Tutto il resto non mi interessa"
La pugnalata alle spalle è stata micidiale, ma siamo sicuri che il Tita Pittini che abbiamo imparato a conoscere assorbirà il colpo e reagirà da vero condottiero. Ragion per cui, non solo Sandokan non è morto, ma la tigre tornerà presto a ruggire...

Alessandro Maganza


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  Scritto da La Redazione il 25/06/2016
 

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