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IL PERSONAGGIO - Ronaldo, il brasiliano-tedesco diventato italiano

Dal San Paolo alla Primavera del Torino con Quagliarella, dall'esordio in A contro il Milan alle numerose avventure in C. Ora sul trentatreenne difensore hanno puntato i riflettori le squadre della nostra regione per piazzare il colpo a sensazione...

Il nome circola: Ronaldo Vanin. E accende i sogni di presidenti e tecnici anche della nostra regione. Parliamo di un Ronaldo per certi versi atipico: carattere e grinta quasi teutonici, a cui aggiungere il tocco brasiliano e l'acume tattico italiano. Il trentatreenne difensore al telefonino è cordiale, ispira subito simpatia e ci racconta la sua storia: le giovanili al San Paolo, poi il viaggio dal Brasile all'Italia, cercando di sfondare nel calcio tricolore: "Approdai al Torino, in una squadra Primavera piena di giocatoroni, uno per tutti, Quagliarella. In quell'annata arrivammo in finale al Viareggio, ma ci sconfisse un super Lecce: di quel torneo fui eletto miglior giocatore. E perdemmo pure la finale di coppa Italia, arrendendoci all'Inter di un certo Pandev. L'anno seguente mi guadagnai spazio in prima squadra, esordendo in serie A in un Milan-Torino giocato a San Siro". 
Ma i granata retrocedettero e il nostro Ronaldo cominciò allora a girare lo stivale, affrontando la B a Catanzaro e poi sciroppandosi tanta C1: Benevento, Avellino, Perugia, Manfredonia, Sorrento (5 stagioni), Lecce le tappe di una carriera che incappò nel disastro del Parma e ripartì con il biennio vissuto nella A slovena, da pilastro del Nova Gorica, prima del ritorno al Sorrento
Esterno destro difensivo, ma in grado di farsi valere anche da centrale e lungo tutta la corsia di destra, il brasiliano sembra davvero un tedesco per la serietà e l'educazione disciplinata che ne guidano le azioni dentro e fuori dal rettangolo di gioco. Ed è diventato ormai italiano a tutti gli effetti, avendo preso la doppia cittadinanza (brasiliana e italiana) proprio a Gorizia. Sposato da sei anni, Vanin ha una bambina di dieci. Può raccontare per ore avventure calcistiche, avventure belle e anche spiacevoli, perché nel mondo del pallone tricolore si trova di tutto, compresi dei manigoldi venditori di fumo che non si fanno certo scrupoli nel combinarne di cotte e di crude.
Ora, il Ronaldo giocatore di sostanza e stile cerca una piazza seria, affettuosa e serena dopo mettere al servizio la sua caratura ed esperienza di brasiliano speciale. Non a caso diversi club nostrani hanno deciso di puntare su di lui, magari anche per il fascino di quel nome così evocativo: Ronaldo! Ma il nostro è un Ronaldo agguerrito, scafato, quasi insuperabile e molto molto italiano quando si tratta di difendere. 

Alessandro Maganza

 

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  Scritto da La Redazione il 20/07/2016
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