PROMO B - Cernuta si è dimesso: questo non è più il mio calcio
L'allenatore del Trieste Calcio esce di scena e non avrà ripensamenti: non ho più voglia di dare, la misura è colma
Le voci si sono rincorse per tutta la giornata fino a che non abbiamo preso il telefono e chiamato il diretto interessato. Il quasi cinquantenne Lorenzo Cernuta ha risposto con l'abituale cordialità...
E' vero che si è dimesso e ha lasciato il timone della seniores del Trieste Calcio?
Proprio così. E tale decisione, che stava già maturando in me, non ha nulla a che vedere con il risultato della gara di Coppa, nella quale abbiamo anche espresso alcuni momenti di gioco apprezzabili. Il problema riguarda il sottoscritto e il rapporto con un certo calcio nel quale non mi riconosco più".
E' successo qualcosa in particolare che l'ha indotta ad assumere una decisione del genere?
"Arrivi a un punto in cui tutto ti pesa, senti di non avere più pazienza, voglia, non tolleri i compromessi quotidiani, le piccole incomprensioni ti diventano insopportabili. Una cosa è sicura: con queste generazioni è difficilissimo fare calcio, non ti ascoltano, non giocano per la maglia o per la squadra, pensano a loro stessi e hanno la testa altrove. Non voglio generalizzare, non tutti sono uguali: l'hanno scorso, ad esempio, con uno splendido gruppo di ragazzi abbiamo vissuto una splendida stagione. Se ho un pregio, è quello di riuscire a far gruppo, a coinvolgere. Ma in queste settimane tutto è diventato pesante e difficoltoso. Forse la colpa è anche mia, ma nel dimettermi mi sono efettivamente tolto un peso. Sono fatto in un certo modo, e la ventitreesima stagione da allenatore è finita sostanzialmente prima di cominciare".
La società come ha preso la notizia?
"Sono rimasti sorpresi, sbigottiti. Ma se non avessi deciso adesso di prendere il toro per le corna, magari ci saremmo lasciati male tra un paio di mesi... ".
Cernuta, uno come lei ha ancora molto da dare a questo mondo e molto da insegnare...
"Quello che succederà in futuro non si può prevedere. Avevo bisogno di staccare la spina, di darmi tempo e modo di ricaricare le batterie. Spero, in futuro, di trovare le persone giuste e il progetto in grado di farmi tornare l'entusiasmo e la voglia di allenare".
Alessandro Maganza