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Edizione provinciale di Gorizia


LA REPLICA - Stoini: gli allenatori (e i presidenti) meritano rispetto

Il presidente dell'Aiac regionale risponde al presidente impaziente di veder rotolare per terra la testa di qualche tecnico

Abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo questo scritto del presidente dell'Aiac regionale, Marco Stoini. Che facciamo precedere da un nostro piccolo pensiero. Il bravissimo Stoini manifesta stupore perché abbiamo pubblicato la lettera arrivataci dal prezioso Trobiani. Noi, invece, la pensiamo diversamente. Ossia, che è un bene che si alzi il velo su un certo modo di vivere il calcio che purtroppo ancora esiste. Non bisogna aver paura delle idee altrui, tanto meno quando - come nel caso in specie - sono sbagliate. Fortunatamente la grande maggioranza dei presidenti non somigliano per niente al loro rissoso collega. Fortunatamente, nessun tecnico è stato ancora esonerato. Ci permettiamo quindi di ricordare a noi stessi che ogni esonero è prima di tutto una sconfitta non del tecnico che lo subisce, ma del presidente e dei dirigenti che l'hanno scelto. 

Spett. Friuligol,
desidero replicare alla lettera da Voi pubblicata in data 29-09-2016, dal titolo “Caro Friuligol, non vedo l’ora di esonerare”, in quanto la categoria degli allenatori viene pesantemente tirata in causa.
Innanzitutto mi stupisce come una testata del Vostro spessore pubblichi una lettera anonima, e soprattutto con quel tipo di contenuti. Capisco che fare notizia e clamore fa parte della Vostra professione, pertanto non Vi biasimo, però mi sembra che stavolta la scelta non sia stata felicissima.
Quanto al merito, francamente siamo al limite dell’umorismo e credo che qualsiasi presidente collega di quel signore che scrive colga molto più gli aspetti surreali e di ilarità piuttosto che i paventati contenuti, che tuttavia si possono soltanto immaginare, perché neppure sono citati. I presidenti delle nostre società, anch’essi neppure velatamente offesi nella lettera, sono gente seria e che ama davvero il calcio: troppo preparati e di buon senso per non sorridere di fronte ad uno scritto del genere.
Se l’anonimo scrivente ce l’ha con la categoria degli allenatori tout court, così come si evince chiaramente, beh … questo è un problema suo; ce ne spiegasse almeno i motivi, semmai, i motivi per cui bisogna mandare un segnale agli allenatori.
Il fatto che il suo allenatore (purtroppo, dice lui –incredibile!-) sta facendo bene e che egli invece stia affilando la sua ghigliottina preannunciando addirittura azioni preventive di disturbo significa che proprio il calcio non gli sta a cuore e prima di tutto neppure le sorti della propria squadra.
Costui si sceglie le persone e poi le danneggia sperando che le cose vadano male per poter esonerare, così, tanto per farlo. Addirittura studiando tempi e modi in rapporto ad eventuali dimissioni. Poi ne prenderà un altro di allenatore, per forza; e se ne fosse contrario significa che si troverebbe a lottare addirittura contro l’intero sistema. Se non è surreale e paranoico un atteggiamento del genere!
Se dopo tre partite di campionato costui sentenzia già che le squadre giocano male e che gli obiettivi sono già stati mancati, solo questo spiega tante cose, che non meritano ulteriori specifiche, commentandosi ampiamente da sé.
Gli allenatori meritano rispetto, perché ogni lavoro lo merita. Rispetto è la parola chiave, prima ancora che competenza o qualità, quando parliamo di una lettera del genere. Nessun tecnico discute che comandi il presidente, come dice quel signore in una sorta di delirio di onnipotenza; ma il calcio è fatto così, di ruoli e di competenze specifiche e precise, ognuna delle quali porta acqua al mulino comune. Se non capiamo che questo calcio è di tutti e che solo con l’apporto di tutti ne possiamo trarre qualcosa di buono, allora significa che abbiamo dei preconcetti, significa che non fa per noi, significa che è meglio rimanere fuori dalla mischia.
Gli allenatori, da parte loro, sono gente seria, che studia, che si applica con passione ed alta professionalità. Talvolta l’allenatore si sostituisce addirittura in società ad altri ruoli che non gli competono, per la causa comune, per quella forma di sana affezione che l’anonimo stesso riconosce e senza la quale l’essenza stessa del “magnar balon alla vecchia maniera” verrebbe meno.
Poi anche l’allenatore sbaglia, può fallire, può essere più o meno bravo o integrarsi più o meno bene nell’ambiente dove lavora. Ma per chi sa di calcio e per chi ama il calcio non dico nulla di nuovo, è tutto normalissimo.
Forza allenatori e forza presidenti! La strada è questa.

Marco Stoini
Presidente A.I.A.C. Friuli Venezia Giulia


 

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  Scritto da La Redazione il 29/09/2016
 

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