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Edizione provinciale di Pordenone


TERZA A - Martarello: correre, correre e ancora correre. Basso super

Il mitico Emanuele racconta la sua esperienza da tecnico alla guida dell'Arteniese, che propone il tridente ma concretizza poco. "E un bel campionato se non fosse per certe trasferte..."

Il guerriero, il difensore tutto cuore e spirito gladiatorio, si è trasformato in un allenatore offensivo. Metamorfosi e nuova avventura per il mitico Emanuele Martarello, fratello diverso di Oscar, che sta provando a riportare in auge un'Arteniese assai giovane e ruspante, alle prese con il girone pordenon-collinare della Terza categoria. La squadra biancazzurra ha cominciato il campionato subendo tre ko ("ma meritavamo molto di più") per poi incenerire la Pro Aviano e pareggiare 2-2 con il Real Castellana. Insomma, percorso in crescendo e ambizioni tutte da decifrare per gli udinesi, che comunque vivono l'attualità senza troppi grilli per la testa, cercando semmai di costruire nel medio periodo. 
Martarello spiega: "Ho giocato diversi anni nell'Arteniese, a più riprese. L'anno scorso la stagione è state piena di guai e infortuni, alla fine della stessa mi sono messo in gioco come tecnico. Conosco bene, dunque, questi ragazzi; altri ne sono arrivati sapendo che c'era il sottoscritto a tenere il timone. Ne è venuto fuori un gruppo spettacolare, pieno di giocatori che non si tirano indietro e che non saltano un allenamento. Peccato per il girone, il vero problema non è la forza delle pordenonesi, ma la strada da fare quando si gioca in trasferta, perché c'è chi lavora anche di domenica e ha i minuti contati... Le avversarie sono assai agguerrite, neppure in Terza si può camminare, bisogna semmai correre, correre e ancora correre, il calcio è questo. Gioco con tre punte, purtroppo in zona gol facciamo una fatica dannata a segnare; fin qui ci è riuscito il solo Gerussi, ma miglioreremo, ne sono convinto. All'esordio con la Sacilese vincevamo 2-0 e poi siamo rimasti in 9... Nel derby col Glemone ce la siamo giocata alla pari, la sconfitta di misura è risultata penalizzante. Domenica, contro il Real abbiamo segnato tutti e quattro i gol: peccato che due erano autoreti! Viviamo molto serenamente questi risultati, la sfida è quella di migliorarsi un passetto alla volta e poi vedere se è possibile realizzare qualche piccolo sogno. Sono contento di tutti i ragazzi, con un nota particolare per il 2000 Luca Basso, che faccio giocare da centrale difensivo. Il giovanotto è proprio bravo, se avesse un pizzico della mia cattiveria agonistica potrebbe diventare un giocatorone. Ma sono diversi i giovani interessanti come, ad esempio, il '98 Matteo Dario. Le altre squadre del girone giocano e lasciano giocare: sì, è un bel campionato se non fosse per le trasferte spesso assai lunghe e scomode".
Com'è il Lele mister? "Urlo come un matto, la domenica sera non ho più un filino di voce. Ma devo dire che tutti gli arbitri che abbiamo avuto sono stati bravi...".

Alessandro Maganza


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  Scritto da La Redazione il 25/10/2016
 

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