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Edizione provinciale di Pordenone


L'INTERVISTA - Rossitto: "L'Udinese crescerà. Il Pordenone c'e"

L’ex centrocampista, con oltre 200 presenze in maglia bianconera, ha assistito al match contro il Bologna

C’era una volta. E’ l’incipit di tutte le fiabe che si rispettino, con re e regine, streghe cattive e orchi famelici. Rimanendo sulla terra passando da fiaba a realtà, è la storia di un giovanotto di provincia, arrivato fino alla Nazionale, che ha dedicato all’Udinese anima e corpo, vestendo il bianconero per 211 volte e segnando 4 reti, senza contare i suoi trascorsi importanti con le maglie di Napoli e Fiorentina. Fabio Rossitto appese la scarpette bullonate al chiodo, è rimasto legato al calcio, lo vive con la passione di chi ha sacrificato tanto per arrivare in alto, cercando di dimenticare quel c’era una volta. Ha iniziato ad allenare a Udine con la Primavera “Passaggio importante - esordisce Rossitto - per iniziare a respirare il profumo del calcio che conta. Hai modo di mettere Kilometri nel tuo sacco entrando a contatto con realtà importanti. Vivi il calcio senza le grosse tensioni. Nella primavera ci sono dinamiche diverse, principalmente devi far crescere i ragazzi in prospettiva, sei al servizio della prima squadra con i risultati che non hanno le stesse valenze dei campionati maggiori. E’ stato un periodo molto bello”. Successivamente prima parentesi a Pordenone, poi Triestina e nuovamente Pordenone, con una salvezza sfiorata di un niente, persa ai playout contro il Monza, dopo un recupero straordinario.
Nel Gennaio 2016 la chiamata della Cremonese “Esperienza positiva in una piazza importante dalle grandi tradizioni. Un gruppo fantastico e una tifoseria che ci ha sempre sostenuto con affetto. Siamo riusciti a fare una seconda parte di stagione eccellente, centrando il miglior risultato degli ultimi dieci anni”.
Poi cosa è successo?
“La società ha deciso di investire per la costruzione di una squadra con maggior esperienza per tentare di vincere il campionato, affidandosi ad un allenatore che avesse già vinto la Lega Pro e con più esperienza. Nulla da eccepire, sono stati chiari nelle loro intenzioni. Ne ho preso atto con malincuore, ma sono stati leali con me”.
E ora? Si era parlato di Mantova e poi di Modena, ma poi non se ne fatto più nulla 
“Premetto che spesso ci vogliono le sponsorizazzioni per arrivare in certe squadre e personalmente non ho questa fortuna. Devo altresì ammettere che in entrambi i casi non c’erano le condizioni per fare un lavoro programmato. Le situazioni erano delicate e bisognava a mio avviso avere bene in mente cosa fare, sia per costruzione di una staff all’altezza, che dal punto di vista degli organici. Ora aspetto, se nasce qualcosa di serio, sono pronto a ributtarmi nella mischia”.
Non le manca il campo?
“Lo respiro tutti i giorni, tra gare da vedere, i figli che giocano, gli amici che chiamano, quattro tiri assieme ai ragazzi del Sarone Caneva per tenermi in forma non mi faccio certo mancare le mie dosi di pallone. Ma è chiaro che la panchina mi manca”.
Ieri sera ha visto l’Udinese che sensazioni ne ha tratto?
“ A mio avviso ha vinto meritatamente la gara, nonostante sia stata in bilico fino all’ultimo. Ho visto dei buoni movimenti che il “maestro” Delneri sta applicando alla squadra. Credo che sia una squadra in crescita, la sosta invernale sicuramente gioverà ai giocatori per assimilare i concetti e vedremo i bianconeri fare un buon campionato”.
Spostiamoci a Pordenone, i neroverdi stanno volando, crede che potranno rimanere protagonisti fino alla fine?
“Ritengo di si. Davanti, in questo momento, sono superiori a tutti in termini di qualità. Berrettoni è devastante, Arma fa un notevole lavoro senza palla e segna, poi c’e’ il Messi della Lega Pro. Un giocatore straordinario come Cattaneo, in questo momento è determinante, ne ho visti pochi come lui a questi livelli. E poi Pordenone ha la forza della programmazione, il rinnovo contrattuale di Tedino fino al 2019 è indice di una visione futura precisa, improntata sul lavoro e sulle persone”.
Il presidente Lovisa, che lei conosce bene, ha parlato di essere disponibile a rinfrozare la squadra qualora a Gennaio la classifica sia quella attuale, secondo lei di che giocatori avrebbe bisogno?
“Credo che in difesa ci sia bisogno di qualche giocatore dal punto di vista numerico, qualora uno dei due centrali dovesse aver bisogno di rifiatare. A centrocampo sono già forti e davanti hanno già alternative importanti. Se dovessi fare un nome, mi piacerebbe vedere Diaw in questa squadra. E’ un giocatore che cambia passo con una velocità importante. Entrando dalla panchina potrebbe risultare utilissimo. Ma capisco che ci sia già un giocatore come Pietribiasi, già in panchina e con una tecnica notevole”.
Lei è stato anche tecnico della Triestina, come vede la corsa degli alabardati ?
“Purtroppo la sconfitta nello scontro diretto con il Mestre li ha allontanati dal vertice, ma il campionato è ancora lungo. Certo che se i veneti mantengono questi standard penso sia dura per tutti avvicinarli. Peccato perché Trieste merita categorie superiori”.
Ultimamente nei vari campionati c’e’ stato un susseguirsi di cambi in panchina, come giudica questa situazione?
“E’ più facile cambiare il tecnico per giustificare errori dirigenziali o strutturali che rivoluzionare una squadra. Poi manca completamente la programmazione e i concetti base. Il calcio non è solo tecnica, quella è una minima componente. Secondo me prima di tutto bisogna saper adattare il modulo di gioco alla rosa a disposizione. Creare coesione di gruppo e mentalità vincente. Passaggi indispensabili avendo a che fare con uomini prima che giocatori”.
Concludiamo la lunga chiacchierata con una provocazione: ha visto un giocatore con le sue caratteristiche?
“No, per come ero io, non ancora. Io per arrivare lassù l’ho voluto con tutto me stesso, perché non mi sono arreso davanti alle difficoltà e perché ho lavorato duro giorno dopo giorno”.
Magari i suoi figli un domani… chissa?
“Lasciamoli crescere, se sono rose fioriranno”.
Chissa magari la fiaba Rossitto avrà un seguito.

 


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  Scritto da Gianpaolo Leonardi il 06/12/2016
 

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