Vota il sondaggio

Inserisci la tua email per votare

Puoi votare solo una volta per questo sondaggio e la tua email deve essere valida.
La tua email non sarà resa ne pubblica ne visibile.

Consenso al trattamento dati:

Accetta il trattamento dei dati.

 
×

Accedi al Sito !

Usa le tue credenziali di accesso:
Non ricordi più la password?

Registrati

 Resta connesso

 

oppure

Accedi con Facebook

×

Edizione provinciale di Udine


ECCELLENZA - Sulle ali di Bergamasco la Manzanese dalle 7 vite

Intervista all'attaccante esterno che corre, pressa, arremba e anche segna. Marco parla di tutto e del sogno, ancora attuale, di scalare le categorie...

Più la mandi giù e più ti tira su, la Manzanese. Era data per spacciata un anno fa, dopo un girone d'andata stregato e orribile a livello di risultati. E la storia si è ripetuta quest'anno, quasi che gli arancione abbiano bisogno di avvicinarsi al burrone per riuscire a dare il massimo. Naturalmente non è così, il volere non è automaticamente potere, e ogni campionato è diverso dai precedenti anche se i punti in classifica sono gli stessi. 
La Manzanese è una squadra-gatto, dalle sette vite. E, adesso, il gatto non sta facendo le fusa, ma si è trasformato in una specie di giaguaro affamato e cattivo, agonisticamente cattivo: del resto, o la musica cambiava, o altrimenti...
Tra gli arancione un posto speciale se lo meritano in particolare due giocatori: il portierone Menegon, che si sta prendendo rivincite su gufi e criticoni; e l'atomico Bergamasco, che si è messo anche a mitragliare; la sua doppietta è valsa ieri l'importantissimo blitz sul terreno di un Union Pasiano sempre più in affanno. 
Ecco, Bergamasco è un po' l'emblema della riscossa manzanese, una riscossa non legata ai singoli o, almeno, non solo, ma sostenuta dalla crescita di tutto il gruppo, che da qualche partita sta lanciando segnali inequivocabili.
In una serata fredda e tranquilla abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Marco Bergamasco, l'uomo partita, il condottiero arancione.
L'attaccante, classe '95, si è sottoposto alla tortura con pazienza e simpatia.
Bergamasco, lei di dov'è?
"Di Fiumicello".
Non di Manzano?
"Quella ormai è la mia seconda casa, la casa calcistica, la Manzanese intendo. Ho vestito la maglia arancione a livello giovanile e ora sono tornato da due stagioni e passa; in mezzo c'è stata l'avventura in serie D a Monfalcone".
Avventura che l'ha sconvolto o maturato?
"Maturato credo. Il salto tra l'Eccellenza e la quarta serie è notevole, e bisogna adeguarsi alla svelta altrimenti sono dolori. Ho imparato parecchio da quell'esperienza e da un tecnico come Giuliano Zoratti, in particolare sul piano della mentalità. I ricordi dell'annata monfalconese erano e restano belli".
Come vive il calcio, gli allenamenti, un ambiente che ogni tanto perde la bussola?
"Non parlerei di sacrifici, perché quando una cosa piace non pesa o pesa meno. Il calcio per me è divertimento, un divertimento preso molto seriamente e con impegno".
Anche di sera, con qualche grado sotto zero e un allenatore che morde?
"Noi a Manzano siamo fortunati: il campo in sintetico di ultima generazione è una manna, ci si allena benissimo mentre altrove tutto è maggiormente complicato. Il sintetico? Grazie a chi l'ha inventato e al presidente che ce l'ha dato. Anche muscolarmente non lo abbiamo patito".
Ecco il segreto di una Manzanese nella quale tutti corrono come matti...
"L'allenarsi bene aiuta; siamo anche molto motivati oltre che consapevoli che lo spazio per errori e cali di tensione si è ridotto a zero".
Colpa vostra che vi mettete sempre nei guai...
"Questo campionato sembra la fotocopia di quello terminato a maggio. Speriamo che il finale sia lo stesso, magari senza passare dai play-out. Non stiamo facendo calcoli perché la situazione è davvero fluida, altalenante: chi ci precede in classifica non può stare tranquillo, un Ism Gradisca mostra che anche l'ultima può fermare la prima".
L'Ism di Luca Lugnan...
"L'ho avuto e lo reputo il migliore tecnico dell'Eccellenza o uno dei migliori. E' un ubcredibile motivatore e prepara le partite con incredibile cura. Qui a Manzano in questi anni abbiamo avuto sempre allenatori di valore".
Ma allora Marco Bergamasco sa anche segnare.
"Credo che il mio contributo non si misuri solo nei gol realizzati, che sono quattro. Penso alla squadra, non mi risparmio anche in fase difensiva, come chiede mister Fabbro ai due attaccanti esterni. Non mi pesa questo doppio compito, anche se i chilometri che macino rendono più difficile presentarsi lucidi al tiro. Ieri, a Pasiano, potevo segnare anche un terzo gol: me lo sono mangiato praticamente a porta vuota, perché ero così stanco che di porte ne vedevo... quattro. L'importante è che la squadra abbia vinto: i tre punti erano fondamentali".
Siete in un buon momento. Ci possiamo fidare?
"Dico di sì, come dimostrano anche i pareggi colti con Torviscosa e Cjarlins Muzane al termine di partite nelle quali non abbiamo rubato nulla, anzi... Siamo preparati, compatti, convinti e pensiamo positivo pur sapendo che dovremo combattere come leoni per saltarne fuori". 
Lei, Bergamasco, è un generoso, uno che ce la mette tutta in campo: in che cosa dovrebbe migliorare in particolare?
"Sotto porta e nei movimenti senza palla. Mi sembra che qualcosa si cominci a vedere...".
Sogna ancora di spiccare il volo verso il calcio professionistico?
"Se vuole la verità, la accontento: sì, ci spero, magari come è accaduto a un Diaw o a un Maracchi, tanto per fare un paio di nomi. Anche riprovare la serie D sarebbe molto interessante: intanto però dobbiamo salvarci".
Cosa dire di qualche suo compagno di squadra...
"Daniele Pecile, centrocampista interno del '96, sta disputando una grande partita dietro l'altra. E dire che aveva paura di non trovare spazio! Lui è uno di quelli che fanno il lavoro sporco, che tengono in piedi la squadra. Raffa e Klun sono davvero forti, ma direi che i miglioramenti sono generalizzati e preziosi perché la loro somma ha cambiato l'inerzia della stagione. Probabilmente avevamo bisogno di tempo".
E del portiere Andrea Menegon che cosa ne pensa?
"Ieri ha compiuto una parata incredibile, avevo già visto il pallone in rete. Chi lo aveva criticato ora deve stare zitto". 
Manca Nicola Marini...
"Dopo 13 anni, mi pare, di Manzanese. Al gruppo Nicola manca, questo è poco ma sicuro".

Alessandro Maganza

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Print Friendly and PDF
  Scritto da La Redazione il 16/01/2017
 

Altri articoli dalla provincia...



















Vai all'edizione provinciale
Tempo esecuzione pagina: 0,10668 secondi