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Edizione provinciale di Pordenone


IL PERSONAGGIO - Pasini re di Valeriano: una media gol strepitosa

Intervista all'alfiere bianconero, vicecampione d'Italia con la rappresentativa juniores regionale che perse la finale di Misano. Sta trascinando i suoi all'ennesima salvezza. Tripletta per lui contro il Rivolto (dieci gol in 4 gare)

Con lui in campo piovono gol. Se ne sono accorti in molti, per ultimi i ragazzi del Rivolto, a cui ha rifilato una tripletta mortifera, quanto pesante, nel recupero di mercoledì sera. Il suo tecnico Raffaele Moro, come hanno fatto i suoi predecessori ha sviluppato un Valeriano capace di esaltare al massimo l’esperienza e le qualità di Dario Pasini, il cecchino di Cavasso che, con 113 reti con la maglia del Valeriano Pinzano, in otto stagioni, tra seconda e prima categoria, è uno dei bomber di razza del nostro calcio dilettanti. Lui che, ha legato la sua seconda giovinezza al club del presidente Luigi Candon, con il quale ha stretto un patto di amore cucendosi addosso la maglia bianconera da 8 anni, resistendo alle numerose sirene di mercato, trasformandosi da esterno di centrocampo in punta. E così ora veste fiero quei colori dando fondo a tutte le sue energie, sempre, nonostante acciacchi vari che spesso lo penalizzano. Ma lui non molla mai, un classico vecchio stampo, quello che dovrebbero clonare, e, soprattutto prendere da esempio molti dei giovani d’oggi. Dario iniziza a muovere i suoi primi passi pedatori, come terzino, nelle giovanili della Medunese, per poi passare al Maniago e al Fannacavasso. Qui arriva un precoce esordio in Ecellenza nella stagione 1996/1997. Successivamente due stagioni alla Pro Aviano dove vince un campionato passando dalla Prima in Promozione, e conquista il titolo di vice campione d’Italia a Misano Adriatico, con la rappresentativa regionale Juniores, perdendo ai rigori contro i coetanei del Piemonte. “Una delle amarezze più grandi della mia carriera – ammette candidamente Dario. E’ stata una cavalcata eccezionale con compagni fantastici. Ripensandoci, ancora oggi sono arrabbiato”.
A diciotto anni, dopo aver rifiutato un trasferimento alla Primavera del Padova, arriva un’altra chances importante. Il Pordenone lo chiama a se per disputare la Serie D, correva l’anno 2001/2002, la stagione del salto dei neroverdi in Serie C2. Esperienza breve condizionata da poco spazio che la corazzata neroverde gli aveva riservato, durata fino a dicembre, poi il ritorno in Promozione con il San Daniele di Alessandro Masutti. “A posteriori commisi un errore, avrei dovuto rimanere con il Pordenone per giocarmi le mie carte, anche giocando poco avrei avuto la possibilità di fare un bel salto a livello di esperienza con tanti ottimi giocatori e potuto godere assieme a loro del salto nei professionisti”. Da San Daniele a Maniago dove rimane 7 lunghi anni, tra Eccellenza e Promozione, dove ritrova il vecchio maestro Masutti. A 25 anni, dopo essersi lasciato alle spalle un grave infortunio al malleolo, che lo costrinse a saltare una stagione intera è approdato al Valeriano.
Ora il presente: Pasini, mercoledì sera ancora una tripletta in una gara anomala, come possiamo inquadrarla?
“Il ritardo sull’inizio della gara per il mancato arrivo dell’arbitro designato, ci ha sicuramente favoriti. Siamo entrati più caldi dopo il riscaldamento con una partenza bruciante siamo andati sul 2-0 in due minuti. Loro sono rimasti sorpresi, tanto che hanno faticato a riordinare le idee per alcuni minuti. Noi abbiamo capito la situazione portandoci sul 3-0 e difatto chiudedendo il match. Il 5-2 finale si è concretizzato tutto nel primo tempo, mentre nel secondo noi pur rimanendo in 10 abbiamo retto e portato a casa tre punti importanti per la nostar stagione”.
Lei è un sorta di bestia nera del Rivolto?
“Credo sia la squadra ha cui ho segnato di più. Frutto del caso: mercoledi tre gol e all’andata due. E due anni fa quando ci affrontammo sempre in Prima, nei segnai sei, quattro all’ndata da noi, con al gara che finì esattamente come l’altra sera per 5-2, e altri 2 al ritorno in casa loro. Dieci gol in quattro gare. Spero che non ne abbiano a male. Ma a me segnare piace”
Ma Lei ci dicono che ha un risvolto del tutto particolare per l’appuntamento con il gol. Qual è?
“Credo sia un fatto del tutto casuale, ma ammetto che fa piacere. In pratica nelle ultime 4 stagioni ho sempre tenuto una media di un gol a gara. In 68 gare giocate, ho segnato 69 reti, compreso l’anno in corso.
Un terrore per le difese avevrsarie?
“Merito dei compagni e di un Nonis, che mi aiuta continuamente con assist deliziosi. Un gran giocatore, che pur avendo giocato ad alti livelli, si è calato nella realtà con grande umiltà”.
Una lunga carriera alle spalle, c’e un ricordo piacevole a cui è particolarmente legato?
“Lo scorso anno potei giocare con la Top 11 regionale allo stadio Friuli, con la maglietta personalizzata in uno stadio da Serie A. Un sogno avveratosi per un passionale come me. Ma ho un particolare ricordo anche per un episodio di qualche stagione addietro: giocavamo in casa contro il Diana e segnai un gol in rovesciata (un gran gol sorride) Stavo rialzandomi da terra quando vidi venirmi incontro i difensori avversari e il portiere, pensavo per riprendermi o dirmi qualche brutta cosa. Invece mi senti battere la spalla con i complimenti per il mio gesto atletico. Apprezzai tantissimo”.
Torniamo al suo Valeriano, quanto è difficile conservare la categoria?
“Purtroppo siamo decentrati e in particolare per politica societaria abbiamo l’esigenza di fare con quello che abbiamo in casa. La salvezza è, e rimane l’obiettivo principale ogni anno. C’e una passione di fondo che accomuna tutti i dirigenti e i volontari che ci stanno vicini e un paese che ci segue con affetto. Quando vincemmo la Seconda categoria ci fu una festa in piazza con tutto il paese. Cerchiamo di far crescere i ragazzi del posto attraverso un’attaccamento alla maglia, che i più vecchi come Ponticelli, Nonis e il sottoscritto cercano di trasmettere. Per noi la Prima è una Serie A e la difendiamo con il coltello tra i denti, quest’anno ancora con più foga, perché il club festeggierà il mezzo secolo di vita”.
Chi vince il girone?
“La più continua. Davanti sono tutte forti, ma io starei attento al Maniagolibero, squadra giovane, ma molto tecnica con un Gregolin in panchina, capace di tutto”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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  Scritto da Gianpaolo Leonardi il 27/01/2017
 

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