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Edizione provinciale di Udine


COLUSSI - Da Allegri alla Pro Cervignano, che non sa quanto è forte

Intervista all'allenatore gialloblù tra passato (Sassuolo e l'Aquila hanno lasciato il segno) e presente: l'assalto ai play-off può cominciare, ma attenzione al Primorec, che venderà carà la pelle


Quanto giocava, il nostro Roberto Colussi (classe '78, attaccante al servizio della squadra) non avrebbe mai immaginato che un giorno si sarebbe messo ad allenare. Mai dire mai, perché poi il virus l'ha colpito, conquistandolo. E, oggi, l'ex calciatore professionista (Cittadella, Salernitana, Virtus Lanciano, Sassuolo e l'Aquila alcune delle casacche indossate, con il Sevegliano a far da trampolino di lancio per la serie C che l'ha visto apprezzato frequentatore), è alle prese con quel rebus che risponde al nome di Pro Cervignano. Il rebus Colussi l'ha ereditatoda Gabriele Pozzar, la cui opera, rimasta incompiuta, va adesso completata e valorizzata regalando possibilmente al club gialloblù la ribalta dei play-off. 
Roberto Colussi come si sente a vestire i panni, spesso scomodi, del tecnico?
"Devo ammetterlo, allenare mi piace incredibilmente. A spingermi a provarci fu l'ultimo allenatore che ebbi all'Aquila, che mi fece fare il suo vice, evidentemente scorgendo in me attitudini e potenzialità di un certo tipo. Sto impegnandomi molto, perché giocare e allenare sono due mestieri completamente diversi". 
E la Pro Cervignano come se la passa?
"Abbiamo lavorato bene durante la sosta sia sotto il profilo della condizione fisica, sia soprattutto curando l'aspetto mentale. Qui ho riscontrato le carenze maggiori: individualmente sono convinto di avere a disposizione un gruppo di ragazzi che non ha niente da invidiare a quelli che formano le altre squadre del campionato, Ronchi compreso. Potenzialmente potremmo essere i più forti, ma bisogna crederci, lavorando duro per esprimere tutte le qualità a disposizione. Ho cercato di portare qualcosa di nuovo rispetto a Pozzar, di dare degli stimoli ulteriori come deve fare ogni tecnico che subentra in corso d'opera. Ora sarà il campo a dire se ci sono riuscito e in che misura". 
Che finale di campionato è quello che vi accingete ad affrontare?
"Lo giudico durissimo, e non penso solo alla gara con la Juventina che incontreremo nell'ultima giornata. Ritengo che la partita più difficile sarà la prossima, quella contro un Primorec che lotta per salvarsi: per noi sarà una finale, la prima, ma loro sono praticamente all'ultima spiaggia, e giocheranno alla morte nel tentativo di far risultato pieno. Di positivo c'è che ho recuperato tutti i giocatori, ad esclusione di Cojaniz, ancora alle prese con noie a un ginocchio". 
Roberto Colussi ha alle spalle esperienze importanti: quali l'hanno segnata di più?
"A Lanciano ho trascorso quattro stagioni fenomenali, ma a Sassuolo e l'Aquila ho lasciato un pezzetto di cuore. A Sassuolo vissì un'annata indimenticabile, conquistando il salto in serie B: a guidare quella squadra c'era Massimiliano Allegri, e già all'epoca si capiva che era destinato a compiere una grande carriera. Non solo era preparatissimo, ma sapeva far sentire importanti tutti i giocatori che aveva a disposizione e che per lui davano il massimo. All'Aquila sono arrivato dopo il terremoto, e la nostra squadra ha rappresentato qualcosa di speciale per la città: abbiamo vinto un campionato indimenticabile, sentendo intorno a noi l'affetto di tutti gli aquilani, che ci seguirono davvero numerosi".  

Alessandro Maganza 


@RIPRODUZIONE RISERVATA

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  Scritto da La Redazione il 18/04/2017
 

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