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Edizione provinciale di Udine


ECCELLENZA - Pino Vittore: "E' stata dura. Sì, vorrei fare la serie D"

Intervista a tutto campo all'allenatore del Cjarlins Muzane, che ha vinto il quarto campionato, il primo in Eccellenza. "I fuoriquota? Li porterei a 4 già in categoria, come già accade in Toscana"

Si gode il poker, Pino Vittore, l'allenatore del Cjarlins Muzane che ha sbancato l'Eccellenza in anticipo. Per il tecnico quello colto quest'anno è, infatti, il quarto campionato vinto dopo i due trionfi ottenuti al volante della Spal di Cordovado e quello festeggiato al timone del Chions
Vittore si concede gentilmente alla nostra curiosità. 

Quale delle vittorie ha un posto speciale nel suo cuore?
"Proprio l'ultima, quella conquistata con il Cjarlins Muzane: ho sempre sognato di condurre una squadra a vincere l'Eccellenza, che è la serie A dei dilettanti. Inoltre, mentre quelle con Spal e Chions sono state delle imprese, quella di quest'anno è una affermazione pianificata, costruita e ottenuta nonostante tutti ci aspettavano al varco e ci indicassero come i favoriti. La squadra è stata assemblata per vincere, ma un conto è dirlo e pensarlo, un altro è riuscirci".
Non sono mancati i momenti difficili affrontati durante la navigazione...
"All'inizio del girone di ritorno abbiamo vissuto alcune settimane decisamente complicate. Venivamo dalla sconfitta patita nella finale di coppa Italia con la Gemonese, una sconfitta che ha lasciato il segno. Ci fu una reazione importante contro l'Union Pasiano, ma a quel successo seguirono il pari di Gradisca e il ko subito in quel di Fontanafredda: in situazioni del genere il rischio è di avvitarsi, di perdere fiducia e tranquillità, ma abbiamo saputo stringere i denti e superare quel periodo indubbiamente delicato. Non dimentichiamo che avevano tarato la preparazione svolta nel periodo natalizio sulla finale di Manzano, una gara che eravamo convinti di far nostra...".
Quando avete capito che eravate destinati a trionfare?
"Le gare vinte a Lauzacco col Lumignacco e a Chions ci hanno regalato grande convinzione nelle nostre possibilità. Anche perché in casa siamo sempre andati molto bene, ottenendo punti su punti". 
Parliamo di singoli: quali sono stati i giocatori chiave per vincere lo scudetto?
"Nomi non ne faccio perché ritengo che questa sia stata la vittoria del gruppo, del collettivo. L'ampiezza e soprattutto la qualità della rosa hanno permesso di sopperire alle difficoltà di volta in volta emerse. Ho fatto ruotare gran parte dei ragazzi e tutti, ma proprio tutti, si sono fatti trovare pronti. Spezzerei una lancia particolare per i nuovi, che sono stati capaci di inserirsi molto bene in un'intelaiatura di squadra che veniva dallo splendido girone di ritorno disputato nel campionato precedente". 
Che qualità cerca, in particolare, nei suoi giocatori?
"I valori tecnici e atletici sono importanti, ma prima di tutto viene l'aspetto morale, e sotto questo profilo sono molto esigente. Inoltre, con Nastri, Candussio, Osso Armellino e, in parte, Acampora, ho puntato anche sulla voglia di riscatto e di rivincita di ragazzi di valore ma che erano reduci da una stagione non troppo positiva a livello di squadra. I primi due erano retrocessi, mentre Alessandro con la Virtus Corno si era salvato all'ultima giornata: la risposta che abbiamo avuto è stata quella che ci aspettavamo quando li abbiamo scelti". 
Dica la verità, Vittore: quest'anno non si è divertito molto, vero?
"Non la metterei così, ma è vero che tensione e pressione non sono mancate. C'era l'obbligo di vincere, avevamo i fari e i fucili puntati su di noi... Non è stata una passeggiata".
Com'è il rapporto con il presidente Vincenzo Zanutta?
"Di presidenti così in giro ce ne sono pochissimi. E' giusto che il patron sia esigente: bisogna puntare in alto per arrivare in alto".
Tatticamente com'è cambiato Pino Vittore rispetto ai successi colti con Spal e Chions?
"In Eccellenza bisogna sì portare avanti le proprie idee di calcio, e io ho sempre cercato di vincere attraverso il gioco. Ma diventa anche fondamentale conoscere in profondità le caratteristiche delle formazioni rivali, prendendo le contromisure che di volta in volta ogni squadra che si affronta richiede. Non c'è spazio, insomma, per l'improvvisazione".
Quale avversaria l'ha impressionata. Si è parlato un gran bene del Fontanafredda...
"I rossoneri hanno giocatori di qualità, dinamismo e voglia di emergere. Ma, francamente, le buone squadre che ho visto sono diverse e spesso ci hanno messo a dura prova. Ecco perché conquistare matematicamente lo scudetto già il 26 marzo va considerato un risultato straordinario".
Vi rimangono da disputare due gare, quelle con la Manzanese e la Virtus Corno: come vi comporterete?
"Onoreremo il campionato e il nostro ruolo di capolista, fermo restando che nel risultato finale di una partita le motivazioni hanno un peso rilevantissimo".
Il figlio Lorenzo è reduce dal Torneo delle Regioni: con che stato d'animo è tornato a casa?
"Con una certa delusione per via di quello che sarebbe potuto accadere e che invece non è accaduto. Il riferimento è alla prima partita della nostra Juniores, quella con la Sicilia, una gara che avevamo dominato in lungo e il largo e che ha riservato la beffa finale. Col Veneto abbiamo commesso degli errori, ma i nostri avversari di calcio ne hanno fatto vedere poco, a differenza della nostra rappresentativa regionale, che Massimiliano Moras ha davvero ben preparato. Lorenzo è rimasto deluso dal risultato finale del torneo, ma è stato contento di aver vissuto un'esperienza bella e formativa, lui che era il più giovane della squadra".
Pino Vittore sarà l'allenatore del Cjarlins Muzane anche in serie D?
"Di futuro non ne abbiamo ancora parlato. Tra un po' il consiglio della società si riunirà per cominciare a preparare la prossima stagione...".
Ma lei vorrebbe restare al timone della squadra?
"Certo che sì, credo sia normale volersi mettere alla prova in un contesto ancora più sfidante. Comunque, non sono certo digiuno di serie D visto che ho fatto il vice allenatore alla Sanvitese di Cupini, Bazeu e Diego Zanin quando i biancorossi ancora militavano nel campionato interregionale. E ho anche guidato per un anno la Juniores nazionale, che chiuse quel campionato al terzo posto".
Ci sarà da far spazio a un bel po' di fuoriquota...
"A proposito: sono sempre stato a favore dei fuoriquota obbligatori e, anzi, fosse per me copierei dalla Toscana, che prevede che ce ne siano 4 già in Eccellenza; e loro di gironi di Eccellenza ne hanno due! Infatti, la Toscana al Torneo delle Regioni è sempre protagonista... Se il sottoscritto fosse il presidente del Comitato regionale del Friuli Venezia Giulia arriverei per gradi a una situazione del genere, ad esempio stabilendo il prossimo anno di schierare un '98 e due '99. Dobbiamo credere nei giovani e creare le condizioni perché possano crescere e dimostrare quello che valgono; quello che non dobbiamo invece fare è regalare loro la categoria, l'Eccellenza. Sono cambiamenti che hanno bisogno di tempo, di determinazione e di pazienza per dare frutti".

Alessandro Maganza

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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  Scritto da La Redazione il 19/04/2017
 

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