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Edizione provinciale di Udine


MENEGON - Salvata la Manzanese, ora lancia la sua birra: Casamatta

Il numero uno carnico racconta la sua stagione e cosa bolle in pentola: "Grazie Metti e grazie ragazzi, voglio un gran bene a tutti voi. Il futuro? Ne parlerò con Tosone nei prossimi giorni: qui mi sono trovato davvero bene. Il mio campionato? Ci ho messo un po' a carburate, poi ha aiutato la squadra a conquistare un risultato importante"



Il gigante della Manzanese è gigante a tutti gli effetti. Fisicamente, con i quasi due metri robusti e muscolosi che rimpiccioliscono la porta. E moralmente: la giovane squadra arancione ha trovato un punto di riferimento, un leader, una chioccia. E uno scudo.
Parliamo di Andrea Menegon, il portiere carnico classe '88 con trascorsi professionistici, che ha dato una spinta decisiva alla conquista della salvezza anticipata che ha rasserenato la creatura di patron Taboga. Anzi, Menegon è un po' la figurare emblematica e la cartina di tornasole della stagione degli orange friulani: un avvio stentato e poi la progressione, diventata sempre più convincente nella parte conclusiva e decisiva dell'Eccellenza.

Menegon, si sente una specie di salvatore della patria manzanese?
"No, per carità, mi sento semplicemente uno dei ragazzi che ha cercato di evitare che la stagione terminasse in un disastro. Come la colpa di quando le cose andavano male non era di mister Cossettini o, comunque, non più di altri, così i meriti per quanto abbiamo ottenuto soprattutto nel girone di ritorno va divisa tra tutti i componenti della squadra e dello staff tecnico".
Lei però è stato decisivo in diverse partite...
"Dovevo farmi perdonare un inizio di campionato problematico. Per caratteristiche fisiche ci metto un po' a carburare e ad andare in forma. Di conseguenza giudico il mio rendimento in una prima fase deludente e nel resto della stagione positivo".
C'è una parata o una gara che ricorda in particolare?
"Me lo chiedevo un paio di giorni fa... Beh, non c'è un intervento, una parata che mi è rimasta impressa, mentre considero rilevanti le prove disputate col Lignano al termine del girone d'andata, e poi con Union Pasiano e soprattutto Ism Gradisca nella fase discendente del torneo: parliamo di partite decisive, di momenti in cui il campionato poteva prendere o non prendere una certa piega...".
Anche con sua ex squadra, la Virtus Corno, ha compiuto dei miracoli in serie.
"Era per me una sfida particolare, ma fino a un certo punto; i virtussini venivano da grandi risultati, erano loro i favoriti. Mi ha fatto piacere quella prestazione, ma la gara che ho sentito di più è stata quella di Tolmezzo: sono carnico, c'erano parecchi amici che erano venuti a vedermi e quindi ho provato emozioni forti".
Che giudizio dà in generale del campionato?
"Direi che sta per concludersi è un'Eccellenza molto equilibrata. Noi ne siamo la prova: abbiamo giocato alla pari le due sfide con il Cjarlins Muzane, espugnato Gemona e pareggiato con il Torviscosa. Insomma, non esistevano partite né impossibili e neppure facili".
Andrea Menegon si è rilanciato: è d'accordo?
"Più o meno. Non dimentichiamo sono arrivato alla Virtus Corno dopo un anno di stop causa infortunio. Ma me la sono cavata. Nella stagione successiva non sono riuscito a dare quello che avrei voluto per via di impegni di lavoro che mi impedivano di condurre una vita regolare. Quest'anno la mia vita è diventata, lavorativamente parlando, più normale, e ne hanno tratto giovamento anche le prestazioni calcistiche".
Alla Manzanese come si trova?
"Splendidamente. Questa società è davvero ben organizzata, nonché dotata di strutture veramente ottime. Per quel che riguarda il resto, ringrazio sia Cossettini che Fabbro per la fiducia che hanno riposto in me anche nei momenti difficili, e il preparatore dei portieri Alessio Metti che è davvero una persona straordinaria oltre che un bravissimo preparatore: il suo aiuto è stato fondamentale. Inoltre, ringrazio tutti ma proprio tutti i compagni di squadra: quando sono arrivato mi hanno accolto con amicizia, facendomi sentire parte del gruppo, oltre che accettandomi come uno dei leader dello spogliatoi; la verità è che voglio un gran bene a tutti loro".
In effetti è, carta d'identità alla mano, uno dei vecchietti della rosa...
"Vado ormai per i trenta, solo Ranic è più anzianotto. I dirigenti mi avevano chiesto di diventare un punto di riferimento della squadra e io ho cercato di dare il massimo anche sotto questo profilo. Ne abbiamo parlato molto insieme, le nostre pecche maggiori sono proprio caratteriali e relative alla mentalità, perché dal lato tecnico e atletico siamo davvero ben attrezzati. Sono convinto che questa squadra debba ancora completare il suo percorso di crescita e maturazione e, quindi, possa aspirare in futuro, magari con qualche innesto azzeccato, a recitare un ruolo da protagonista nella categoria".
Andrea Menegon ne farà ancora parte oppure è già partito l'assalto al portierone?
"Sul mio futuro ne saprò di più la prossima settimana, quando incontrerò il ds Tosone. Alla Manzanese sono stato bene e sono legato a questa realtà. Vedremo, dunque, cosa succederà anche perché mi aspettano mesi molto tosti".
Cosa bolle in pentola?
"In estate mi metterò in proprio e aprirò in Carnia un birrificio: solo produzione...".
La birra del portierone... 
"Si chiamerà Casamatta". 
Matta come lo sono di norma tutti i portieri?
"Proprio così; speriamo venga apprezzata".
Siamo sicuri che lo sarà. E con il calcio come la mettiamo?
"Ho ancora voglia di giocare, mi sento bene fisicamente e sono ancora molto motivato. Non cerco però avventure...".
Si riferisce al passato, a quando sperava di sfondare nel professionismo?
"Non ho grossi rimpianti: ci ho provato, forse ho avuto quel che meritavo, forse no. Ora sarebbe facile compiere scelte più sagge, come non lo fu quella di andare a giocare in Puglia, un 'esperienza che si è rivelata non positiva. Tutto insegna e aiuta. Nella vita come nel calcio bisogna guardare avanti". 

Alessandro Maganza

@RIPRODUZIONE RISERVATA


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  Scritto da La Redazione il 28/04/2017
 

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