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Edizione provinciale di Trieste


TRIESTINA - Sannino al timone. Che personaggio!

Milanese l'ha preferito a Pavanel. Il nuovo mister si racconta: "Non sono un ruffiano, non voglio stare in posti dove ci sono persone con cui non mi trovo bene, e la Triestina non è una scelta di ripiego..."

Il sessantenne Giuseppe Sannino è il nuovo allenatore della Triestina per i prossimi due anni. L'ultima notte di riflessione – dopo i serrati confronti con entrambi - ha portato Mauro Milanese a far pendere l'ago della bilancia dal lato del navigato mister campano e non da quello di Massimo Pavanel, in uscita dall'Hellas Verona (pur avendo ancora un contratto in essere) per volontà di entrambe le parti. Lo stesso Sannino ha affermato durante la conferenza di presentazione: “Per me la presentazione del mister è la presentazione dell'uomo. Ci siamo sentiti al telefono con Mauro in tempi non sospetti e mi aveva invitato a venirlo a trovare. Questo è il terzo giorno della mia permanenza a Trieste e in questi due giorni la città e lo stadio mi hanno colpito. In due giorni non ci si può innamorare, però ne sono rimasto piacevolmente impressionato. Mauro è riuscito a fare cose importanti e all'inizio se la sentiva questa cosa. Perciò è merito suo aver fatto questa virgola, l'aver raggiunta i play-off e la C. Personalmente ho iniziato la gavetta dal basso e poi mi sono ritrovato in serie A, che ti dà visibilità ma alla base ci deve essere sempre la passione. Per me la Triestina non è la seconda o la terza scelta, Trieste è una città importante e questo ti dà carica, io ci credo. In questi tre giorni ho dovuto comprare la camicia e la cravatta perchè non me le ero portate... voglio far bene. Dopo 30 anni di calcio volevo una società snella. Qua il presidente è via, essendo in Australia e devo perciò parlare con una sola persona. Perciò una società più snella di questa... siamo solo in due persone a doverci confrontare ed una cosa più diretta. Volevo qualcosa di gratificante, anche partendo da più in basso e ora lo sto facendo. Avevo lasciato Varese per andare a Siena, dove abbiamo fatto un anno straordinario. Sono andato a Palermo e penso anche che sia stato fatto un anno straordinario, giocandomi i play-off davanti a migliaia di tifosi. Poi al secondo anno mi sono dimesso per delle intromissioni di altre persone... Quindi sono stato a Carpi, dove c'era un amico in comune con Milanese e cioè Sogliano. Quindi Salerno, dove mi sono dimesso di nuovo. In tanti mi hanno chiesto perchè e mi hanno detto di essere pazzo a rinunciare ai soldi, ma non voglio stare in posti dove ci sono persone con cui non mi trovo bene. E dico inoltre che non ho mai gioito per i risultati. Quando faccio qualcosa, penso subito a fare qualcosa altro. Non sono ruffiano, sono limpido e diretto in faccia, mi piace parlare chiaro. Do e voglio massimo rispetto a tutto, niente di più e niente di meno. Ho chiesto però alla società un filtro per quanto riguarda la stampa, non voglio essere accusato di parlare di più con uno e di meno con un altro per presunte simpatie o meno. Obiettivi? Ogni partita la si vuole vincere, ogni allenatore vuole fare bene e in ogni sport si punta ai risultati. Personalmente non parlo di obiettivi per non creare illusioni e far contenti i tifosi. Non dico “vengo e vinco”, ma dico “vengo e lavoro con impegno”. Strada facendo capiremo chi aggiungere alla rosa”.

Massimo Laudani

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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  Scritto da La Redazione il 28/06/2017
 

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