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Edizione provinciale di Trieste


IL PERSONAGGIO - L'ultima partita del centravanti Crevatin...

Classe '91, uomo di spicco del Sant'Andrea, Francesco in quel di Doberdò del Lago ha salutato la sua squadra e il nostro calcio. Partirà a giorni per l'Austria, dove lo attendono un lavoro e una nuova vita


Ieri Francesco Crevatin ha disputato l'ultima partita con il suo Sant'Andrea e l'ultima nel calcio regionale. 
Crevatin, una specie di mito, l'ennesima riprova che nella Giulia c'è una tradizione di attaccanti che resiste, che continua a produrre protagonisti e interpreti di qualità in un ruolo tanto fondamentale, quanto prezioso, quello della prima punta.
Cosa è successo al centravanti biancazzurro? Qualcosa di bello; Francesco a giorni si trasferità in Austria, nella splendida Innsbruck, dove una azienda gli ha offerto un posto di lavoro in grado di valorizzare le sue competenze di statistico. E' un'occasione che non si poteva rifiutare, una di quelle che ti cambiano la vita, che le fanno prendere un'altra direzione. Il bomber triestino ha risposto di sì, ha scelto di trasferirsi in Austria con l'intento di rimanerci. 
Certo, l'entusiasmo è grande, ma nel suo cuore c'è anche un pizzico di tenera malinconia che deriva dal dover salutare il Sant'Andrea e, in fondo, 18 anni di calcio vissuto intensamente, in maniera combattiva, leale, appassionata e costruttiva. 
Classe 1991, il nostro Francesco-gol ieri a Doberdò del Lago ha rivissuto con la mente campionati, partite, vita di squadra e di spogliatoio, insomma, una parte importante delle sue giornate: "Che strano chiudere proprio lì, sul terribile campo di Doberdò, dove non ho mai vinto e dove ieri è venuto ad accoglierci... un temporalone impressionante. Abbiamo combattuto una battaglia e siamo tornati a casa portandoci dietro un pareggio che definisco, tutto considerato, positivo. Mi mancherà tutto ciò, ma lascio uno splendido gruppo e attaccanti uno più forte dell'altro: i Veronese, i De Feo e i Marzini rappresentano un sicurezza e questa squadra sono persuaso che continuerà a farsi valere, arrivando nei play-off o lì vicino". 

Centravanti vecchia maniera, uno di quelli che sanno sacrificarsi per la causa, fare a sportellate, tenere il pallone e far salire la squadra, battagliare sui palloni alti e con i gomiti, dare spalle alla porta avversaria, innescare di sponda attaccanti e centrocampisti, e segnare; ecco, questo mitico Francesco Crevatin mancherà a tutti, dopo aver lasciato il segno sui rettangoli di mezza regione: "Ho segnato 91 gol in partite ufficiali a livello seniores. L'esordio è avvenuto tardi, a 19 anni, per via di un ginocchio che mi ha fatto tribolare. Mi dette l'opportunità il Sistiana, avevo davanti i Zacchigna e i Marzari, attaccanti e uomini da cui ho imparato tanto. Sono state memorabili le due stagioni vissute alla Romana di Monfalcone, con cui realizzai 14 gol nel solo girone di ritorno del primo anno: l'ambiente era spettacolare, una grande famiglia, il presidente Pangon un personaggio unico, fantastico, che mi  vuole bene, ma io gliene voglio ancora di più. Lasciare la Romana è stato difficile, ma lasciarla per il Sant'Andrea è stata la cosa migliore che potesse capitarmi: in questa realtà così speciale, ho stretto delle amicizie profonde, vere, e visto crescere e diventare uomini diversi compagni di squadra, con cui abbiamo condiviso tanti momenti diversi, unici. Mi porterò con me tutto ciò nella nuova avventura, i rapporti e i legami chiaramente resteranno, e poi mai dire mai...".
Già, anche in Austria si gioca a calcio, e Francesco difficilmente resisterà al richiamo del rettangolo erboso e delle aree di rigore. 
Le austriache, bionde e con gli occhi azzurri, come le triestine, lo attendono. Lo attende anche la lingua tedesca da imparare, e un nuovo mondo da conoscere... 
In bocca al lupo, centravanti. Francesco Crevatin? Un mito. 

 @RIPRODUZIONE RISERVATA

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  Scritto da La Redazione il 23/10/2017
 

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