La Triestina torna ad evoluire allo stadio Nereo Rocco dopo l'infrasettimanale con il Teramo di mercoledì 8 novembre. La truppa rossalabardata è attesa dalla gara con il Gubbio, in programma domenica alle ore 14.30 e valevole per la sedicesima giornata del girone B di serie C. La sfida sarà diretta da Paolo Bitonti di Bologna, coadiuvato dagli assistenti Vitali di Brescia e Salvalaglio di Legnano.

Il difensore e capitano Giuseppe Aquaro, che non riesce a recuperare per questa sfida (out anche gli infortunati Mori, Grillo e il giovane Brandmayr in difesa nonché Castiglia a centrocampo, dove mancherà anche lo squalificato Porcari), ha avuto modo di affermare: “L'intensità dovrebbe essere sempre quella di Padova di venerdì scorso e se ci ripenso, mi fa rabbia aver perso quella partita. Questa intensità sarebbe da metterla in particolare al Rocco, dove abbiamo un problema mentale al cospetto di squadre chiuse. Bracaletti e Bariti vanno invece a nozze negli spazi. Dobbiamo sbloccarci in casa. Il tifo c'è sia da noi che in trasferta e di questo ne siamo contenti. Perciò deve aiutarci a sbloccarci. Ora abbiamo il Gubbio e l'unico risultato, a cui dobbiamo pensare, è la vittoria. Abbiamo perso l'ultima e perciò si deve vincere. La classifica, poi, è corta e basta poco per essere risucchiati più in basso e quindi si deve accorciare su chi ci sta davanti”.

Il centrale di vaglia, alla seconda stagione triestina, ha inoltre dichiarato: “Il mister cerca sempre di vincere le partite e ci trasmette questo. Ha la mentalità vincente, anche perchè ha fatto categorie superiori. Ma è attento pure alla fase difensiva e sa cosa è meglio per la squadra. Però dobbiamo fare di più sul gioco aereo sia dietro che davanti e soprattutto in difesa, dove però ci è mancato sempre qualcuno ed è facile così. Non deve però essere un alibi e dobbiamo pensare a migliorare i dettagli, che poi fanno la differenza”.

E l'ultima pillola: “La squadra che fin qua mi ha impressionato di più è il Renate. Eravamo sì all'inizio ed è stata anche colpa nostra, ma è venuto a Trieste ben chiuso e ci ha messo in difficoltà nelle sue avanzate”.

Massimo Laudani

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