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Edizione provinciale di Tolmezzo


IL PERSONAGGIO - Daniele Candido, il portiere che non molla mai

Siamo andati sopra Rigolato a incontrare l'estremo difensore della Val del Lago nonché della locale squadra degli Amatori del Collinare. Ecco il pensiero, le idee e i progetti di un protagonista del Carnico

Durante un weekend autunnale risalgo la Val Degano e faccio sosta a Rigolato.
Lì, circondato dalla metamorfosi cromatica dello splendido bosco “bandito” che circonda la zona – i boschi “banditi” erano, durante il dominio veneziano, la risorsa della Repubblica marinara –, mi arrampico per l’irta salita che dal centro del paese porta alla frazione di Ludaria (Ludario, per i locali). Perché questa faticaccia? Per incontrare lui. Lui chi? Daniele Candido, che vive arroccato in questo attraentissimo agglomerato urbano, dove si ristora della fatiche di portiere, cristallizzando il primato di essere, ad oggi, uno dei più longevi giocatori (e portieri) del campionato Carnico e forse, chissà, anche di altri campionati della Federazione Italiana Gioco Calcio.

Daniele, 47 anni compiuti e fisico imperiale e scolpito di un ragazzino, mi accoglie con la solita energica stretta di mano e quel sorriso che lo accompagna da sempre. Lui, in Carnia, è personaggio pubblico, non solo per il calcio praticato, ma per le molte attività a cui si dedica con la stessa passione: un vero carnico che non molla mai!
Ben volentieri accetta la mia richiesta di fare una breve intervista che sotto riporto.

Daniele chi?
"Sono un appuntato scelto dell'Arma dei Carabinieri in servizio a Udine""

Prima di parlare strettamente di calcio ti chiedo sei hai degli hobbies?

"Sono consigliere comunale (di minoranza) al Comune di Rigolato; dirigente degli Amatori Rigolato e già vice presidente dell'Udinese Club "Gli amici del tocai". Mi piace lo sci e il sano relax casalingo".

A che età hai iniziato a giocare e in che squadra?
"La mia carriera, poi esclusivamente di portire, ebbe inizio nei pulcini a 6-7 anni a Rigolato per il Torneo Val Degano. A 15 anni sono approdato in prima squadra, sempre a Rigolato; squadra che per me ha, anche un valore affettivo visto che è stata voluta e creata dai giovani del paese sotto l'impulo, guida e realizzazione del "mio" storico parroco don Giovanni Franzil, al quale è intitolata la struttura sportiva, seguendo un mio suggerimento di allora".

In quali altre squadre hai militato?
"Ardita, Ovarese, Tolmezzo, San Pietro di Cadore, Villa, Ovarese, Edera, Illegiana, Arta terme, Val del Lago"

Stai vivendo delle stagioni esaltanti con la Val del Lago: cosa mi puoi dire di questa società  e dei futuri progetti?
"Della Val del Lago posso parlare solo bene. Oltre alle due coppe vinte, una promozione, due sesti posto ed una coppa disciplina ho scoperto, umanamente, una realtà bellissima. I luoghi lì sono fantastici: dal lago al famoso torrente Palar, dalle feste tradizionali e alle persone... uniche. Il paese ha risorse inesauribili che sono la voglia di fare, l'unione e uno sano campanilismo, che non guasta. Per il futuro della squadra, quindi, auspico solo il meglio".

E i tuoi progetti di atleta e uomo?
"Ora valuterò se mettere al servizio la mia esperienza di portiere e, magari, "metter su famiglia". Vorrei poter contribuire a creare un gruppo di giovani che giochi e si diverta, al di là del risultato, ma con serietà ed impegno".

Militi anche con gli Amatori Rigolato con cui hai vinto il campionato di Eccellenza della Lega Calcio Friuli Collinare. Cosa mi racconti di questo collettivo e dei suoi programmi per l'avvenire?
"Gli amatori nascono, 14 anni fa, da una costola della storica formazione rigolatese, che venne promossa dalla Terza alla Prima categoria. A ciò si aggiunga la voglia di ricreare qualcosa di simile a livello amatoriale e con un forte spirito di coesione a livello interpersonale. Gli obiettivi, raggiunti, erano quello di far nascere un collettivo dove si potesse stare bene insieme (sembra banale, ma non lo è), con buoni giocatori, anche, per vincere ma soprattutto per divertirsi. In quest'anno, 2017, è stata una grande soddisfazione vincere il campionato Carnico Amatori, un successo che vale doppio se si pensa anche alla dislocazione geografica (alta Val Degano) rispetto alle altre partecipanti. L'impegno e la generosità di tutti, di cui siamo orgogliosi, hanno portato a riuscire nell'impresa. In prospettiva, oltre al prossimo campionato della Lega, ci sono le finali nazionali che si giocheranno nel 2018 e il mio desiderio è quello di poter coinvolgere qualche ex dirigente del Rigolato, migliorando l'organizzazione della squadra, per far sì che chi partecipa (sono molti quelli che arrivano da fuori comune) sia orgoglioso di far parte di questo gruppo che comunque rappresenta un'intera comunità. Dispiace constatare che dell'intera rosa solo il sottoscritto abiti ancora a Rigolato...".

La squadra del Rigolato, nel Carnico Figc, è da anni in difficoltà, dopo i fasti di un recente passato, in cui sei stato, con altri, protagonista: dalla Terza categoria alla Prima e... ritorno. Qual è il tuo pensiero in merito?
"Con le strutture che ci sono a Rigolato è un vero dispiacere vedere una squadra sempre ultima e che non venga fatto nemmeno allenamento".

Pensi di chiudere la carriera  quest'anno è se sì col Rigolato?
"Mi piacerebbe chiudere la carriera a Rigolato, ma non credo sia possibile. Con gli attuali dirigenti c'è divergenza di vedute calcistiche. Magari più avanti".

Che squadra tifi?
"Per l'Udinese naturalmente!"

Cosa suggeriresti all'Udinese?
"Non ho consigli particolari ma sapranno, certamente, uscire dalla crisi".

Un'ultima domanda. Cosa ne pensi della non qualificazione dell'Italia ai Mondiali di Russia e del movimento calcistico italiano in generale?
"Un disastro sportivo ed economico, se consideriamo che il calcio è la quinta industria in Italia. Credo che sarebbe opportuno "prendere la palla al balzo" per provare a cambiare qualcosa e puntare sugli italiani e sui giovani".

Pugaccio

 @RIPRODUZIONE RISERVATA

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  Scritto da La Redazione il 27/11/2017
 

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