Il giudice sportivo di Gorizia ha sanzionato con un anno di stop (fino al 31 dicembre 2018) il calciatore del Moraro, Gabriele Nardini, con le seguenti motivazioni: 
"- al 39' minuto del 2º tempo l'arbitro fischiava un fallo ai danni del calciatore Gabriele Nardini, il quale allontanandosi dal pallone e dall'arbitro, a gioco fermo, si voltava e lanciava uno sputo che colpiva l'arbitro sui suoi pantaloncini della divisa;
- il calciatore Gabriele Nardini accorgendosi dell'accaduto, rivolgeva all'arbitro una frase gravemente oltraggiosa;
- a fine gara il calciatore Gabriele Nardini tentava di fermare l'arbitro, mentre si recava verso la propria automobile, per chiedergli scusa, tuttavia l'arbitro rifiutava le scuse.
Considerato che:
- sputare contro un avversario, o peggio contro l'arbitro, è considerato un atto di eccezionale gravità, poiché il gesto costituisce di per sé sintomatica espressione di inaudita violenza, accompagnata da assoluto disprezzo in danno di colui che rimane vittima dello sputo;
- il fatto che lo sputo abbia attinto l'arbitro sui pantaloncini della sua divisa, rappresenta un ulteriore aggravante del fatto in oggetto;
- la volontarietà del calciatore appare evidente, poiché la frase che questi rivolge all'arbitro commentando il gesto, rivela che il lancio dello sputo contro il direttore di gara non fosse per nulla involontario". 

C'è una brutta sorpresa anche per il Villanova, multato di 150 euro per responsabilità in quanto società ospitante, per quanto accaduto durante la sfida del 3 dicembre con il Mossa: 
"- al 23º minuto del 2º tempo alcuni tifosi della squadra del Villanova posizionati fuori dal recinto di gioco subito alle spalle della panchina della stessa squadra, inscenavano un coro di protesta;
- tale protesta si manifestava come una chiara espressione di discriminazione razziale diretta al calciatore Gueye Moustapha della squadra del Mossa;
- nella fattispecie i suddetti tifosi della squadra del Villanova ripetevano per tre volte, in rapida sequenza, una frase gravemente ingiuriosa e palesemente discriminatoria dal punto di vista razziale poiché in essa veniva preso di mira il colore della pelle del calciatore della formazione ospite". 

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