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Edizione provinciale di Udine


ZANUTTIG - "Ce la giocheremo fino in fondo". La voglia di Cucciardi

Intervista all'allenatore di un Lumignacco protagonista di un girone d'andata da sballo. "Possiamo e dobbiamo migliorare nella concretezza in zona gol. Risultati come quelli che abbiamo conquistato non arrivano per caso. La Coppa? Peccato essere finiti fuori, il lavoro importante svolto in estate spesso è un freno"


Andrea Zanuttig
stacca la spina per un paio di giorni anche se non del tutto; come i colleghi, come gli altri allenatori, e non importa la categoria, pure il timoniere del Lumignacco ha sempre una parte del cervello sintonizzata sulle frequenze della sua squadra e del campionato che sta provando a conquistare. Allenare del resto non è un impiego, ma una specie di malattia o condanna, che non prevede cartellini da timbrare o turni d'orario dopo i quali si pensa al resto. 
Il cronista tormenta il valido mister rossoblù in una sabato che poi è l'antivigilia del Natale. D'altro canto, neppure quando la formazione udinese arrivò alla sosta in vetta alla classifica (succedeva due inverni orsono), il Lumignacco aveva impressionato così. Anzi, all'epoca la panchina di Pino Cortiula già traballava e le prime crepe di quella creatura s'erano palesate...

Zanuttig, ha trovato di suo gradimento il Lumignacco?
"Assolutamente sì. Le promesse e i piani che avevamo formulato in estate hanno trovato puntuale concretizzazione. I risultati che abbiamo ottenuto non sono altro poi che la sintesi dell'opera svolta dalla società, dallo staff tecnico e, naturalmente, dai giocatori. Ogni componente è fondamentale. Rispetto, collaborazione e serietà hanno fin qui contraddistinto i rapporti con la dirigenza e con la squadra". 
La società le ha chiesto la serie D?
"La società sta compiendo sforzi importanti, anche a livello economico, ma non solo economico. Puntiamo al massimo, lavorando con serietà e impegno. Nel calcio, poi, esistono una serie di variabili che non sono prevedibili e che possono determinare il risultato finale. Mi sento però di assicurare che noi saremo della partita fino in fondo e fino in fondo diremo la nostra. Ne sono convinto perché so che ragazzi alleno, e quindi ce la giocheremo alla grande per il salto di categoria". 
Ha preso in mano una squadra completamente rivoluzionata rispetto a quella della precedente stagione. Si aspettava di cominciare subito a vincere?
"Lo speravo ma sì, è verò, non bisogna dimenticare che il gruppo, almeno per quel che riguardava i non-fuoriquota, ed escludendo il solo Pratolino, si presentava completamente rinnovato. Ma con gran parte dei nuovi giocatori avevo già collaborato, in particolare quando ho allenato l'Ufm: nelle scelte abbiamo privilegiato l'uomo al calciatore, puntando su ragazzi seri, abituati a lavorare forte, dotati di mentalità e di spirito di sacrificio. Insomma, siamo andati sul sicuro". 
Che giudizio può dare dell'aumento delle sostituzioni permesse da 3 a 5, e di quello relativo all'obbligo di schierare il terzo "fuoriquota"?
"Ho trovato molto positiva la possibilità di avere più cambi a disposizione, che diventa ancora più preziosa per chi dispone di una rosa qualitativamente e numericamente importante come la mia. Personalmente mi pare di aver o utilizzato solo una volta tutte le 5 sostituzioni, ma costantemente ne ho fatte quattro. Del resto, ogni partita fa storia a sé, quindi pianificare a tavolino una gara è molto, molto complicato. Con i 5 cambi la gestione delle varie situazioni che si verificano durante i singoli incontri diventa maggiormente semplice e sicuramente più tempestiva. Per quel che riguarda il terzo fuoriquota, mi limito a notare che considerare tale un '97 mi sembra poco realistico: a vent'anni un giocatore dovrebbe essere o non essere già tale. La regola c'è e dobbiamo applicarla a prescindere dalle nostre opinioni". 
Che giudizio formula di questo campionato di Eccellenza giunto a metà del cammino?
"Mi sembra evidente che sia stato caratterizzato dal rendimento straordinario di due squadre; i 40 punti del Chions e i 38 che abbiamo conquistato noi hanno indubbiamente lasciato il segno. Però il girone di ritorno è un altro campionato, cambia tutto, ogni punto diventa più pesante, ogni partita più combattuta. Alle nostre spalle ci sono squadre ben attrezzate che potrebbero tentare la rimonta...".
Invidia qualcosa o qualcuno al Chions?
"No, non cambierei nessuno dei miei con qualcuno dei gialloblù. Ma credo che anche Lenisa risponderebbe alla stessa domanda così. Il Chions è un antagonista importante: vedremo chi delle due avrà più voglia di raggiungere l'obiettivo". 
Ha condiviso il gesto di sportività della Virtus Corno senza il quale ora sareste quasi sicuramente a pari punti con il Chions in vetta alla classifica?
"L'ho condiviso e non mi ha sorpreso, perché avendo allenato alla Virtus Corno conosco i valori e le idee coltivati dai biancazzurri, e mi paiono del tutto coerenti con quello che è accaduto domenica".
Gioco e risultati: la sua squadra è promossa su tutta la linea. Oppure c'è qualcosa che ancora non la soddisfa?
"Quando ottieni 12 vittorie e 2 pareggi in 15 turni è difficile essere critici... L'aspetto che dobbiamo migliorare concerne la concretezza in zona gol, che non sempre è stata all'altezza delle qualità e possibilità dei nostri attaccanti e di chi si è proposto al tiro. Dobbiamo diventare più cattivi e determinati in tali situazioni, e secondo me abbiamo le armi per riuscirci. E' particolarmente apprezzabile invece il dato dei gol subiti, appena 9: vuol dire che siamo riusciti a trovare un buon equilibrio tra l'impostazione offensiva e la fase difensiva". 
In questo contesto come si spiega il tesseramento di un giocatore con le caratteristiche del vivacissimo Saverio Cucciardi?
"Rinforza un reparto che aveva bisogno di avere una freccia in più al suo arco. Cucciardi è un ragazzo che ci piace per diversi motivi: è veloce, rapido, generoso, dotato di un bel piede. E' uno che in campo dà tutto. Inoltre ha voglia di fare, di emergere, di vincere: sono contento che sia arrivato qui". 
Quale rapporto si è instaurato con l'allenatore della Juniores, Lorenzo Berlasso?
"Posso dire che mai in precedenza mi ero trovato più in sintonia di quanto non lo sia con Berlasso. Il nostro rapporto è quotidiano, Lorenzo fa parte dello staff; siamo insomma nella stessa barca". 
Nella finale di Coppa però il Lumignacco non c'è...
"Le mie squadre hanno sempre patito i carichi di lavoro della preparazione estiva e, quindi, la Coppa è sempre risultata piuttosto indigesta. Peccato, perché arrivare a Gemona sarebbe stato importante per noi e motivo di orgoglio e visibilità per la società". 
Ora c'è la sosta, che è più lunga rispetto al passato. Come conta di sfruttarla?
"Cercheremo di utilizzarla per ricaricare le pile e presentarci di nuovo in campo ancora più forti e allenati sotto il profilo atletico. Inoltre, sarà importante farsi trovare subito pronti, reattivi e con un discreto ritmo-partita. Per questo abbiamo già organizzato alcune amichevoli: il 29 affronteremo la nostra Juniores, mentre il 5 e 13 gennaio giocheremo rispettivamente con Flaibano e Primorje, tra le formazioni di Promozione più valide". 

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  Scritto da La Redazione il 23/12/2017
 

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