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Edizione provinciale di Pordenone


UISP OVER 40 - Dal Ferro: viviamo la partita come fossimo in serie A

Intervista al terzino del Sesto al Reghena: "A nessuno piace perdere, quando scendiamo in campo l'emozione è forte. Gioco con gli Amatori da 25 anni, e le soddisfazioni non mancano come incrociare i tacchetti con un certo Gianfranco Cinello..."


L’AC Sesto al Reghena non brilla particolarmente per continuità, ma si fa rispettare pur alternando acuti (Aiax e Rangers Terzo) a sbandate, ad esempio con l’Antica Osteria ai Tubi e le Vecchie Glorie Pocenia. A parlarci di questa realtà è il 47enne gruarese Alessandro Dal Ferro, padre di due figli di 14 e 18 anni, impiegato in un’azienda di distribuzione petrolifera, da due anni grintoso terzino destro dei biancazzurri:
“L’Uisp Over 40 udinese è un campionato interregionale di 15 squadre, anche se sono permessi un paio di fuoriquota di 38 e 39 anni, non sono previste retrocessioni e promozioni ma lo spirito è agonistico, a nessuno piacere perdere e quando scendiamo in campo l’emozione è quella di una partita vera. La viviamo come se fossimo in Serie A. Tendenzialmente giochiamo con il 4-4-1-1 e abbiamo più di un ultracinquantenne come Roberto Bot, la nostra punta, che segna regolarmente ed è ancora in forma, non ha mai smesso di giocare.”
Così quello che di primo acchito ci sembra amatoriale, appunto, si rivela invece una faccenda seria. Dal Ferro continua:
“Gioco con gli Amatori da quando avevo 22 anni, ci sono arrivato per motivi di turnistica lavorativa domenicale e dopo aver trascorso il settore giovanile e aver esordito nella prima squadra di Terza Categoria del San Nicolò di Portogruaro. Ho fatto una vita nel Gruaro amatori e nel campionato Friuli collinare dove, non essendoci limiti d’età, era paragonabile alla qualità dei campionati Figc perché erano presenti molto giocatori scesi dalle categorie dilettantistiche. Anche per questo sono passato alla Uisp, cinque-dieci anni di differenza pesano ad una certa età. Quest’anno ho avuto delle belle soddisfazioni contro il Portover del bomber Consorte, il capocannoniere del campionato, ex Calcio Teor, e dai pareggi con il Mereto di Capitolo e Da Nando, delle squadre attrezzate. Inoltre mi sono scontrato con Gianfranco Cinello, ex calciatore professionista dell’Udinese, ora in forza agli Amatori Fagagna Over 40, con i quali ha vinto anche un campionato. La passione ti spinge a giocare così a lungo e a proprie spese. Ci tassiamo a inizio stagione e paghiamo la sconfitta nella partita conclusiva dall’allenamento. Il gruppo rimane solido e coeso a lungo a differenza delle realtà turnative del dilettantismo, riusciamo a stabilire legami amichevoli forti. Inoltre siamo attenti al sociale, ultimamente abbiamo sostenuto le spese mediche di una famiglia in difficoltà a noi amica.”
Immaginare questi ultraquarantenni dirigersi il lunedì sera dopo otto e più ore di lavoro nel campo avversario, a più di sessanta chilometri di distanza e a proprie spese, spesso nel gelo invernale, dà sicuramente un’altra declinazione del termine calcio.
“Il terzo tempo è d’obbligo solo nelle Vecchie Glorie” precisa Alessandro.
Così, se nell’acronimo Uisp, Unione Italiana Sport Popolare, nata nel 1948 all'indomani della Liberazione dalla spinta dei partiti di sinistra attenti alle potenzialità di governo insiste nella pratica sportiva, da quella di decine di “Comitati per lo sport popolare” e dalla sensibilità e dalla motivazione di singoli dirigenti politici. Dove “popolare” significa un legame con la tradizione delle prime società operaie e popolari dell'Otto-Novecento, un riferimento a classi e ceti storicamente più deboli e più esclusi dalla pratica sportiva e la popolarizzazione delle discipline e dello sport, la battaglia contro le barriere di classe, genere ed età.
Se Uisp significa sensibilizzazione allo sport e ai ceti popolari, nelle parole di Alessandro troviamo sì questo spirito secolare, ma anche la spinta regolamentata all’agonismo e alla sana competizione trasversale ad ogni sport ed ogni categoria, che rende il calcio di qualsiasi livello palestra di vita. 

Mark Beyle



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  Scritto da La Redazione il 25/12/2017
 

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