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Edizione provinciale di Udine


LE INTERVISTE - Cassia: "Gara condizionata, ma non dovevamo fermarci!"

Il mister del Tavagnacco torna sulla discussa rete del successo juventino: “Il fallo c’era e non meritavamo di perdere.” Il presidente Moroso: “Sarebbe servita più cattiveria agonistica. Ma che emozione tutto quel pubblico”. Tuttino: “Brumana ha pianto, di solito sbaglia poco...”. Gama: “Per vincere c’è anche bisogno di fortuna. Le mia ex squadra? In crescita”


La legge dei grandi numeri non si applica a Udine. E se la “magnaJuventus continua a macinare successi (11 di fila), al Tavagnacco non resta che recriminare. Ben sapendo che non  servirà a mutare il destino.

“La gara è stata condizionata da alcune scelte arbitrali - si lamenta il mister delle gialloblu, Amedeo Cassia – e noi l’abbiamo persa fermandoci a centrocampo ad aspettare un fallo che c’era. Li è stato il nostro errore più grave: peccato, non credo che meritassimo di perdere”.

Un gara comunque rimediabile negli ultimi secondi.
“Il palo di Brumana fa parte del calcio. E in quel caso non abbiamo avuto la fortuna dalla nostra”.

Nonostante tutto, è facile trovare le differenze.
“La Juve si è data un’impronta professionistica, si allena due volte al giorno, è coperta in tutti i ruoli. Il Tavagnacco, invece, lavora tre volte alla sera. Abbiamo 22 giocatrici: 13 sono sicuramente di livello, ma le altre hanno bisogno di un percorso di crescita. Oggi, inoltre, qualcuna è scesa in campo per onor di firma. Eppure siamo rimasti in partita fino alla fine…”.

Il pubblico ha dimostrato di gradire.
“C’era un gran colpo d’occhio, un entusiasmo enorme. Sono cose che fanno bene al movimento, vediamo se questo esperimento avrà un seguito”.

“Usciamo a testa alta anche se credo che, un pizzico di maggiore cattiveria agonistica avrebbe cambiato le cose – recita il presidente Roberto Moroso – sul gol del 2 - 1 non avremmo dovuto fermarci. Non deve succedere, anche se hai tutte le ragioni del mondo. In ogni caso abbiamo meritato l’affetto della gente che ci è venuta a vedere: speriamo tornino sabato prossimo (di nuovo al Comunale, ndr)  contro il Sassuolo”.

Cinquemila persone. Ve lo aspettavate?
“No, pensavo a 3500 - 4mila. Ringrazio la famiglia Pozzo per averci concesso lo stadio e spero che questo fidanzamento diventi un matrimonio. Quando ho visto che si è dovuto procedere all’apertura della tribuna centrale, mi sono emozionato ancora di più”.

Qualche imprecazione sul palo di Brumana ?
“A parte quello, le occasioni le abbiamo avute. Loro hanno vinto per l’esperienza e la cattiveria da Juve, ma il Tavagnacco ha dimostrato di non essere da meno”.

L’ applauso finale ?
”Resterà nel cuore delle ragazze. Nel mio lo è già di sicuro”.

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“Dopo il gol in Coppa Italia ho dato continuità anche se, nella rete di oggi, bisogna riconoscere una certa compartecipazione della difesa juventina – analizza Marta Mascarello – peccato, però, per una sconfitta che non meritavamo”.

La Juve?
“Mi ha impressionato quanto a ritmo, ma noi abbiamo lottato alla pari. Rimarremo con l’amaro in bocca per un bel pò’, il palo è stato una disdetta. Prendiamoci, comunque il buono della prestazione”.

Quanto pubblico…
“Avevo già giocato in campo internazionale davanti a tante gente mentre, in campionato, si tratta della prima volta: credo sia un orgoglio per tutto il movimento. Per noi in campo una spinta, non certo un peso: eventi cosi fanno solo bene”.

Si tratta, però del secondo ko di fila.
“Una sconfitta totalmente diversa da quella di Bari. Adesso dobbiamo iniziare il ritorno con lo stesso spirito dell’ andata, cercando di pensare ad una gara alla volta”.

“Che cosa ci rimane di questa giornata? Il folto, bellissimo pubblico. E peccato per la tribuna: avrebbe potuto essere aperta totalmente, perchè l’avremmo riempita – sbotta Alessia Tuttino – ma è stato emozionate entrare ed essere sostenute fino alla fine”.

Per un ora avete retto più che dignitosamente.
“Sapevamo di essere inferiori. Magari siamo quasi sempre rimaste nella nostra metà campo, ma la nostra arma era il contropiede. Anche perchè qualche compagna era acciaccata ed era chiaro che, alla distanza, avremmo accusato una flessione a livello fisico. L’episodio di Brumana ? L’arbitro ha valutato cosi, indietro non si torna”.

Come sta Paola ?
“Ha pianto, ci sta: per un attaccante è dura da digerire. Lei è abituata a segnare, sbaglia poco, figurarsi cosa può significare un errore a porta vuota…”.

Tornerete al “Friuli/Dacia Arena”?
“Speriamo. In tanti non avevano mai visto una gara di calcio femminile e si sono portati a casa la curiosità. Anche perchè credo sia stata una gara piacevole da vedere, giocata fino in fondo. Un bello spot per il nostro sport”.

“Abbiamo messo le cose in salita e il gol ci ha scosso ma, con il carattere, anche fatto le cose che servivano per portarla a casa – analizza Sara Gama – contro un ostico Tavagnacco, grintoso e composto da giocatrici di ottimo livello, è stata dura. Ho trovato un gruppo sicuramente  cresciuto rispetto agli scorsi anni”.

Buona Juve, ma è doveroso un grazie a Paola Brumana…
”Direi che anche nel calcio la fortuna ha una parte importante: quel pallone l’abbiamo visto tutti dentro, però stavolta ha girato bene per noi”.

Com’ è stato giocare a Udine, al cospetto di un pubblico inusualmente straripante?
“Bello davvero. Con la Nazionale e all’estero eravamo già abituate, ma viverlo in campionato è stato diverso”.

Da queste parti conservi sempre tanti amici.
“In Friuli ho trascorso 7 stagioni tra Tavagnacco e Chiasiellis e altre 8 tra Zaule e Polisportiva San Marco. Sono più che le mie origini”.

Campionato dominato, sinora.
“Al momento siamo le favorite, 11 vittorie in 11 gare dicono molto. Ma siamo soltanto a metà dell’opera e, se pure sono aumentate conoscenza e consapevolezza, non possiamo più essere considerate una sorpresa. Le avversarie, inoltre, adesso ci conoscono…”.

Roberto Zanitti

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  Scritto da La Redazione il 27/01/2018
 

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