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Edizione provinciale di Pordenone


IL CASO - Schiavo patteggia la squalifica. Sarebbe stato assolto...

Il ds del Torre aveva stigmatizzato su Friuligol l'operato della terna arbitrale. Se fosse andato fino in fondo le sue parole sarebbero state probabilmente riconosciute come un legittimo diritto di critica


E' un caso singolare, quello di cui è stato protagonista Claudio Schiavo,  ds del Torre. Il quale è stato deferito dalla Procura federale per le dichiarazioni formulate su questo sito, Friuligol, in merito all'operato della terna arbitrale che ha diretto Camino-Torre valida per il girone A di Promozione. Ebbene, quelle espressioni ((“Sono indignato ed arrabbiato, mi vergogno di essere un dirigente sportivo. La prestazione della terna arbitrale la definisco con la parola imbarazzante”) costeranno al valido dirigente due mesi di squalifica e alla società viola 400 euro di multa, ossia quanto è stato concordato patteggiando la sanzione con la Procura federale rappresentata da Salvatore Galeota
Chiamato a valutare  la correttezza della qualificazione dei fatti operata dalle parti e la congruità della sanzione, il Tribunale territoriale federale del Friuli Venezia Giulia ammette la sua difficoltà perché le espressioni usate da Schiavo non sono andate in maniera insolente o sguaiata a ledere direttamente la “reputazione di persone, di società o di organismi operanti nell’ambito del Coni, della Figc, dell’Uefa o della Fifa”.  Il concetto di “indiretta lesione del prestigio” dell’Autorità arbitrale è sfuggente e si presta a ogni interpretazione. Ricorda poi il Tribunale che la critica, proprio in quanto consiste nella manifestazione di un’opinione, non può che essere soggettiva e corrispondente al punto di vista di chi la esprime, sì che i giudizi critici non possono essere suscettibili di valutazioni che pretendano di ricondurli a verità oggettiva, talchè alla fine il Tribunale coglie proprio nella richiesta del patteggiamento una sorta di ammissione di chi è consapevole di aver colpevolmente leso il prestigio e l’immagine propri dell’istituzione Arbitrale nel suo complesso. 
Patteggiare, insomma, non è stato un affare. 


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  Scritto da La Redazione il 16/03/2018
 

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