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Edizione provinciale di Pordenone


I PROTAGONISTI - Nicola Giordani porta in campo la poesia

Alla scoperta del giocatore del Torre, che ama la letteratura, strimpella la chitarra e...

Se ci avessero detto che “Mattina” è una composizione poetica di Giuseppe Ungaretti, inserita nella raccolta “Allegria di naufragi”. E fosse stata scritta il 26 gennaio 1917 a Santa Maria la Longa, un comune di poco più di duemila anime nella provincia di Udine, all’epoca a due passi dal fronte della Prima guerra mondiale. E se a dirci ciò, fosse stata la nostra insegnate di lettere, ecco che avremmo sbadigliato. Ma se a riferircelo è Nicola Giordani, che quel sfortunato Santa Maria la Longa lo ha battuto alcune settimane fa con un tondo due a zero, ispirando le giocate decise, allora, ecco spiegata non solo la sua passione per la musica, “strimpello la chitarra, sono un puro dilettante”, certo, se suona da dilettane come da dilettante gioca a calcio, allora dovremmo aspettarci lusinghieri risultati artistici.

Ma anche l’amore per la lettura, non vorrebbe sbandierarlo, ma sta terminando “Il mondo come volontà e rappresentazione” di Schopenhauer, non proprio una sgambata nel verde e il suo amore per il Nobel Garcia Marquez con i vari “Cent’anni di solitudine”, “L’amore ai tempi del colera” e via dicendo.

Nicola ci dice: “Sono cresciuto tra le pordenonesi Don Bosco e Aurora, a Sacile ho trascorso un lungo periodo fino all’esordio in Serie D nel 2004/05. Sono stato a PordenoneTamaiFontanafreddaConegliano e quindi da otto anni sono a Torre. Qui mi sento e sono a casa. Con mister Michele Giordano e il direttore sportivo Claudio Schiavo abbiamo raggiunto traguardi lusinghieri per un quartiere di Pordenone, una doppia salita tra Prima Categoria e Promozione, con un anno di permanenza in Eccellenza, vinta la Coppa Friuli 2013/14. Dopo anni di lotte al vertice, in estate abbiamo perso dei pilastri importanti e quindi questa è stata una stagione di sacrificio. Abbiamo ottenuto la salvezza a quattro giornate dalla fine, ma abbiamo contribuito a formare giovani di spessore come Gurgu e Urbanetto. D’altronde il Torre è una realtà virtuosa dal profilo economico e non solo”.

Lucido protagonista dell’attualità, candidato alle ultime comunali di Pordenone, con una certa capacità d’analisi ci ricorda: “Il calcio dà molto dal punto di vista umano, favorisce l’aggregazione, la spensieratezza e la formazione di amicizie, unendo persone di età, interessi e cultura differenti. Ma vorrei fare due precisazioni. Non apprezzo i tentativi di noi dilettanti, società comprese, di copiare i professionisti, ci si snatura e si diventa grotteschi. Inoltre, vista la giovane età degli sportivi e, spesso, la loro visione dell’istruzione obbligatoria come obbligatoria, appunto, il confronto culturale è limitato. Ma va bene così, il campo è un’ambiente di svago e ci sono altri ambiti per confrontarsi su certe tematiche. Inoltre, la cultura è il destino di pochi fortunati e la vita è fatta di altro, principalmente”.
Ricorda Ciccio Campaner, “mi ha sostenuto molto quando ero un esordiente”ricorda la sua vocazione, ereditata, di avvocato, praticata nello studio di famiglia, quindi lo scarso indirizzo pratico fornito dall’Università nell’ambito lavorativo.

M’illumino d’immenso” disse Ungaretti in “Mattina". A parole, sembra di giocare un altro sport con Giordani, che ammette, “nel rettangolo sono un grande oratore, non riesco ancora a razionalizzare”. Ma nel calcio la parola conta poco e quindi, ecco Nicola, nella Santa Maria la Longa di Ungaretti, eccolo, coi piedi, piedi che partono dalla testa e dal cuore, illuminare i compagni nel vero senso della parola. Apprezzare quanta immensità ci sia in questi gesti, ecco, è abilità di conosce oltre al calcio, il bel calcio, esperienza quindi di pochi.   

 LG

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  Scritto da La Redazione il 27/04/2018
 

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