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Edizione provinciale di Udine


FIGC A1 - Mottes: un bis nato in un bar di Feletto dopo il terzo ko

L'allenatore del Torean Pulfero ripercorre la cavalcata vincente che ha portato la squadra di patron Benati a superare sul filo di lana Carosello e Deportivo: "Che tensione nelle Valli prima della decisiva partita con il Brugnera!"

La responsabilità era grande, con patron Benati che il giorno dopo la conclusione del campionato avrebbe compiuto mezzo secolo di vita: poteva il Torean Pulfero rovinargli la festa? Non poteva. Ma prima c'era da domare il Brugnera, da evitare la beffa atroce... Missione compiuta: lo scudetto bis è arrivato nonostante una concorrenza tostissima, guidata da Carosello e Deportivo, in corsa fino alla fine; senza contare Barazzetto e Cerneglons, più tutte le altre, comunque da non sottovalutare mai, Aurisina a parte...
Luca Mottes, timoniere della squadra campione della A1 degli Amatori Figc, ripercorre questa avventura conclusa nel modo migliore. Da dove partire? "Da un sabato sera di novembre, un sabato piovoso, brutto. Avevamo appena perso la terza gara in 7 giornate, 2-1 a Branco contro il Deportivo, un ko che si andava ad aggiungere a quelli subiti con Carosello e Cerneglons. In classifica eravamo a -12 dal Carosello e a -9 dal Cerneglons. Insomma, una squadra normale avrebbe gettato la spugna, si sarebbe arresa: invece, ci siamo ritrovati in un bar a Feletto, dove è scattata la molla, la vecchia guardia, i Crast, i Dugaro e soci, ha reagito, abbiamo promesso al presidente Benati che avremmo vinto tutte le restanti partite, che avremmo rivinto il campionato. Beh, siamo stati di parola!". 
Nelle rimanenti 17 gare il Pulfero se ne è aggiudicate 15, a cui ha aggiunto due pareggi, quelli con Deportivo e Barazzetto. Aggiunge Mottes: "Pareggiare sul campo del Barazzetto sembrava una sorta di passo falso, invece quel punticino è quello che ha fatto la differenza. Il Barazzetto, frenato in avvio da alcuni pareggi di troppo, s'è dimostrato all'altezza delle più forti e un osso veramente duro". 

Luca Mottes, insomma, in due stagioni da allenatore ha vinto altrettanti scudetti: "Tre anni fa, quando ancora giocavo, siamo arrivati secondi ad una sola lunghezza dall'Orlanda. Poi, da mister, ho avuto più fortuna e a disposizione una squadra davvero importante. Le due vittorie sono diverse: la prima è arrivata dopo un campionato dominato, nel quale abbiamo sempre potuto contare su un bel vantaggio da amministrare. Abbiamo perso una sola partita, col Carosello nel finale di quella stagione: insomma, non abbiamo mai veramente sofferto. Quest'ultima impresa è stata invece assai più dura e complicata: è venuta fuori la squadra, il gruppo, prima dell'ultima giornata Carosello e Deportivo erano ancora in corsa, pronte ad approfittare di un nostro eventuale passo falso... Nei giorni che hanno preceduto la gara col Brugnera il telefonino continuava a suonare, nelle Valli in tanti erano sintonizzati su quella partita, la tensione era forte. Chi ci ha visto giocare ha detto che ha visto all'opera una squadra di categoria". 
Mottes inoltre sottolinea: "In avvio di campionato eravamo a corto di attaccanti: Boreanaz è stato a riposo nel girone d'andata visto che stava diventando papà, mentre Daniele Iob ha dovuto saltare le prime 7 partite a causa del dito fratturato nella finale della supercoppa del Carnico: poi in 11 partite di gol ne ha segnati 33! Recuperari loro, sono venuti a darci una mano i vari Ranic e Gobbato, andati ad aggiungersi allo zuccolo duro, a tanti giocatori di categoria, di vaglia. Ecco spiegato come siamo riusciti a farcela". 
Il campionato di A1 è cresciuto rispetto al recente passato... "Direi proprio di sì, visto che vi hanno preso parte 4-5 formazioni molto attrezzate e altre con cui bisogna sempre guadagnarsi la pagnotta. Ripeto, l'unica nota dolente l'ha rappresentata l'Aurisina, ma il livello complessivamente è migliorato". 
Luca Mottes e i ringraziamente, sentiti: "Non ai giocatori, loro vanno in campo e sono i campioni, non hanno bisogno di ulteriori coccole. Il pensiero va semmai ai dirigenti, dal presidente Benati al fido Qualla, dal mitico Severino Cedermas all'incredibile Majer; e poi chi cura il campo, chi si occupa il chiosco, una decina di persone fantastiche e fondamentali. I miei genitori? Mi seguono da sempre, con tanta passione: sono sempre scortato dal loro affetto". 
Il futuro di Mottes e del Torean Pulfero? "Vedremo, ci stiamo rilassando ma il nostro non è un ambiente che si accontenta e che smobilita, quindi credo che nel prossimo campionato saremo ancora della partita. La squadra? I ragazzi sono molto uniti, e chi fa parte di questo ambiente è difficile che lo lasci su due piedi e senza motivi seri".  

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  Scritto da La Redazione il 17/05/2018
 

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