Una salvezza giunta all’ultimo respiro, da dentro o fuori in quel di Teor. Il Venzone stravince 5-1 sui rivali e si assicura la sedia in Prima categoria anche per la prossima stagione.
Ne è ben felice Daniele Madrassi, da otto anni sul ponte di comando della società Venzone, per questa salvezza ottenuta forse con troppa palpitazione ma meritata con un buon gruppo.

“Ne parlavo proprio l’altra sera con i ragazzi, questa è la squadra migliore dei miei otto anni di presidenza ottenendo il risultato più importante. Bellissima la promozione l’anno scorso, stupenda anche la salvezza precedente in Seconda e anche al mio primo anno di presidenza siamo saliti subito dalla Terza alla Seconda. Tutte queste sono state belle emozioni, ma l’ultima, la più grande, è sempre la migliore. Ultima perché la stai vivendo ancora addosso, più grande poiché parliamo di Prima categoria e di un Venzone il cui paese conta circa 1500 anime. Vediamo realità come Majano, Riviera, Osoppo con un bacino di utenza più importante di noi e sono dove sono. Non voglio parlare male di loro, ma parlo bene di noi ed è ciò che mi interessa".

E’ arrivata questa salvezza dopo un girone di ritorno nettamente migliore di un inizio stagione in cui non girava tutto bene. Cos’era successo nell’approccio dei primi mesi
“La prima partita di campionato vinta a Rivolto ha spiazzato tutti. I nostri limiti dopo questa partita sono stati tanti viste le nove sconfitte successive e un pareggio e hanno cambiato la visuale dell’esordio e ci avevano fatto credere che non eravamo così pronti. Poi tanti infortuni, tanti cartellini rossi e tante situazioni spiacevoli ci hanno portato a Natale a fare il punto della situazione. Ragazzi e mister si sono guardati in faccia dicendosi di credere alla salvezza, hanno avuto, e anche noi come società, ragione".

Non gli è mai passata l’idea di cambiare mister Polonia?
“No, non è nel nostro costume. In otto anni abbiamo avuto un solo avvicendamento dovuto peraltro a motivi personali dell’allora allenatore. Quando parti con un progetto lo devi portare a termine, non è sempre detto che vada a buon fine, però se ci credi vai fino in fondo e con Polonia all’inizio del campionato abbiamo pianificato la stagione. E’ più difficile mantenere la linea scelta in cui credi rispetto a cambiarla. Noi ci abbiamo creduto".

Avevate cambiato quindi una volta sola il mister in corso d’opera.
“Sì ma per motivi di lavoro del mister Giovanni Goi nella stagione 2004/05 a cui è subentrato Sartori fino alla fine della stagione. L’anno successivo è arrivato Massimo Pittoni con il quale siamo saliti in Prima categoria. La società ha creduto in quel progetto e lo ha portato a termine".

Questo campionato com’è stato?
“Come ce lo aspettavamo, duro, il divario tra Seconda e Prima è veramente notevole. Dopo aver vinto il campionato di Seconda, da quegli undici titolari ne rimasero due e abbiamo dovuto di conseguenza cambiare tutto, faccia, strategia proprio perché i giocatori stessi non hanno voluto seguire il progetto Prima categoria essendo, secondo loro, troppo impegnativo. In funzione di ciò siamo andati, ruolo per ruolo, a cercare giocatori adatti ed è stato un dispendio di energie e di denaro non da poco".

Il campionato di Jimmy Rosero? 
“Mi è piaciuto tanto, da una categoria importante qual è la Promozione, si è calato in Prima ed ha capito come un grande giocatore che l’utilità nel collettivo è molto più importante di segnare un gol. Ha dato un dimostrazione a Teor dove poteva segnare benissimo tre gol, ha pensato ai compagni e li ha fatti segnare loro. E tutto il campionato è stato così per lui ed è per questo che non lo troviamo con tanti gol, in compenso ha fornito molti assist rispetto ai gol segnati fra campionato e coppa".

Altri giocatori che l’hanno sorpresa?
“Tutti i ragazzi si sono comportati bene, Sinisterra è quello che ha dato un po’ la svolta, è un giocatore di classe ed ha sistemato la difesa dando anche degli importanti suggerimenti a centrocampo".

Visto che abbiamo parlato di progetti, il mister Cleto Polonia rientra ancora nel vostro?
“Sì, lui lo sa benissimo e ne abbiamo già parlato. Ovviamente si prende qualche breve periodo di tranquillità dopo la salvezza ma credo non ci siano grossi problemi a rifare un altro progetto, leggermente diverso. Un conto è salvarsi al primo anno, ma è ancora più importante salvarsi il successivo  e con un occhio ‘in progress’ diciamo che non sia solo salvezza. Uno sguardo ai play-off ma principalmente una salvezza meno sofferta di questa".

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