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Edizione provinciale di Pordenone


I PROTAGONISTI - Il Sarone e il suo uomo Ferrari: William Barbetta

La storia (calcistica e non) del centrocampista offensivo che per sei mesi ha lavorato a Maranello e poi ha scelto... il cuore

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 “La Galleria del Vento è un tunnel dotato di un sistema di climatizzazione per il controllo della temperatura, un sofisticato sistema di rilevazione indica con la massima precisione la velocità del vento, la sua direzione e la sua turbolenza; all’interno del quale un ventilatore del diametro di oltre cinque metri, dalla potenza assorbita superiore ai duemila kilowatt, soffia aria sulla vettura, mentre appositi sensori monitorano la resistenza aerodinamica della monoposto, posta su una pedana mobile che simula ogni tipo di assetto e movimento. Si impiegano soprattutto modelli di vetture in scala fino al sessantacinque per cento delle dimensioni reali, ma anche uno a uno. Vi si studiano i due principi che dominano la pista, ovvero il carico aereodinamico e la resistenza, per utilizzarli a proprio favore”.

A dircelo non è il responsabile dell’area tecnica della Ferrari, Maurizio Arrivabene, ma William Barbetta, centrocampista con predilezioni offensive del Sarone.

Il principio di reciprocità afferma che dal punto di vista del valore delle grandezze fisiche misurate e dell'andamento dei flussi sul corpo, è indifferente muoverlo in un fluido fermo o muovere il fluido attorno ad un oggetto fermo. La Galleria del Vento, progettata a Maranello dall’architetto genovese Renzo Piano, inaugurata nel 1997 su un’area equivalente di 15 campi da calcio, ha la forma di un turbocompressore di un motore smisurato. La FIA ha limitato ad ottanta il numero di prove annuali permesse nella Galleria che viene utilizzata anche per test non strettamente legati al mondo automobilistico, come prove aerodinamiche per materiali sciistici utilizzati nelle gare di chilometro, biciclette, test legati alle discipline olimpiche Bob, Slittino, Skeleton, Pattinaggio di velocità, Vela, Canoa, Tiro con l’Arco e Canottaggio. C’è un pizzico di Maranello Ferrari dietro alle due medaglie conquistate dagli azzurri Cristof Innerhofer e Armin Zoeggeler a Sochi 2014.

Willy continua: “La mia carriera calcistica parte da distante, non tanto anagraficamente, visto che non sono ancora trentenne, quanto geograficamente. Sono originario di Lecce, luogo in cui ogni estate ritrovo la mia famiglia allargata. Ho dato i primi calci al pallone nella squadra del paese, i Campi Salentina, all’età di dieci anni ci trasferimmo a Caserta, assecondando gli impegni di macellaio di mio padre, continuai il settore giovanile prima nella Casertana, all’epoca militante in Eccellenza, quindi nel Virtus Salvo San Nicolò, società dove crebbe anche Esposito. Poco prima della maggiore età fui costretto ad operarmi ai legamenti del ginocchio e rimasi inattivo un anno, il sogno di fare il calciatore a mio avviso era già svanito. Quindi, visto che quella realtà mi offriva pochi spunti lavorativi, raggiunsi mio fratello a Cordignano, in provincia di Treviso, con l’intenzione di cercare un lavoro, venni assunto come Operatore a controllo numerico. In un torneo estivo fui visto da Stoppa, l’ex allenatore del Gonars, che mi tesserò tra le fila neroazzurre permettendomi di esordire in un campionato prestigioso come quello dell’Eccellenza friulana, a fianco di giocatori come Pittilino, Devetak e Sandrin. Proprio quest’ultimo, ex difensore del Pordenone e amico di Attilio Tita Da Pieve, mi permise di avvicinarmi a casa e con la squadra puriliese compiere due doppie promozioni dalla Seconda alla Promozione, categoria che disputai per due anni consecutivi. Cercavo nuovi stimoli, quindi approdai al Caneva, trovando il mio fratello maggiore Borda Norberto, vincemmo la finale di Seconda Categoria contro il Pasiano, salendo in Prima. Segnai una punizione. L’anno successivo fui venduto al Pasiano, saliti pure loro, e nella partita play off proprio contro il Caneva, questa volta ci giocavamo la Promozione, dopo il rigore decisivo, trasformato, mi ruppi il menisco e fui costretto ad operarmi anche la cartilagine e a fermarmi per due anni consecutivi, diventando spettatore, tesserato, della doppia promozione del Pasiano fino all’Eccellenza. Ripresi a giocare gradualmente con gli amatori del Villa d’Arco, quindi nella stagione 2016/17 con il Sarone Caneva ritrovai un gruppo vittorioso che comprendeva  Zanette, Rocco e Paro.

Alcuni mesi dopo l’inizio della stagione, tramite un’agenzia lavorativa alla quale avevo inviato il curriculum aggiornato, mi si propose la possibilità di svolgere un colloquio alla Ferrari a Maranello. Superai la prima selezione, quindi la seconda, infine a gennaio mi assunsero per sei mesi come Operatore a controllo numerico. Quel periodo distante dal calcio mi ha dato la possibilità di vivere da vicino la vittoria di tre Gran premi da parte di Vettel e Raikkonen. Non fui ai box, ma ogni martedì dopo la gara, nel ristorante aziendale veniva esposto il trofeo vinto e accoglievamo Arrivabene, il direttore dell’area tecnica della Rossa, a volte i piloti. In Ferrari mi sono sentito parte di un progetto, il Reparto Scuderie ci presentava gli obbiettivi stagionali con tecnici, ingegneri e piloti, coinvolgendo tutto lo staff.

Maranello ha quasi 3.500  e si divide in Reparto Corse, dedicato alla Formula uno e il Reparto Sportivo, riservato alle vetture di serie.

Il mercoledì a calcetto ci scontravamo contro i meccanici che il giorno seguente sarebbero partiti per il Gran Premio, come il mio amico Giuseppe. Inoltre ho avuto la possibilità di esordire al Dall’Ara di Bologna nel torneo aziendale”.                  

Ma come ogni scelta, e il calcio è e rimane una passione, bisogna valutare i sacrifici, quelli veri. Willy rincasava il fine settimana nella sua Fontanafredda, dalla compagna e dal figlio Samuel e, alla scadenza del contrato semestrale, ha optato per una scelta di cuore. Il rinnovo sarebbe stato annuale, ma non solo, la distanza dalla famiglia si faceva sentire e non valeva, probabilmente, un sogno per quanto prestigioso.

Willy ha vestito nuovamente la casacca del Sarone e ci ricorda, infine, che il mondo è proprio piccolo: “Il Ferrari Club Triveneto in collaborazione con l’ASD Sarone Caneva e l’AFDS di Caneva organizza un torneo benefico a Sarone, il sette di giugno, il cui ricavato va alla Fondazione Biasotto e al Gruppo Giovani del Cro di Aviano. A questo torneo, mi sento doppiamente a casa”.

Detto da un girovago della penisola e di Caneva, in cui ha girato tutte e tre le società calcistiche, da un ex meccanico Ferrari e da un calciatore, non crediamo le sue, parole gettate alla Galleria del Vento.  

LG

Qui sotto Willy Barbetta al Dall’Ara con un collega

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  Scritto da La Redazione il 30/05/2018
 

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