"La svolta è passata per la partita di ritorno con la Gemonese quando, caricando al meglio la squadra, tornai al modulo che fino ad allora ci aveva dato certe soddisfazioni in termini di risultati" conferma Gianluca Stoico, allenatore dei rossoneri di Fontanafredda.

Reduce dalla prima esperienza ufficiale in Prima Squadra, dopo ventidue anni di prestigiosi settori giovanili, tra i quali Sacilese, dove ci confida di aver vissuto gli anni tristi del fallimento; e il Pordenone, dove ha appreso con profitto le metodologie dello psicologo dello sport Ennio Martini, dopo confronti periodici e ricchi di spunti; di ritorno dalla decennale esperienza dei campus estivi di Vinovo, dove ha avuto la possibilità di dirigere gli allenatori a servizio dei bianconeri torinesi, e di capire, da persona intelligente, negli errori e nei pregi dei più di trenta tecnici, le correzioni da apportare alla propria metodologia.

Laureato in Scienze Motorie, insegnante di Educazione Fisica in una scuola professionale di Pordenone, padre di due figli, Stoico ci spiega le cause di un’annata ricca di soddisfazioni: “A inizio stagione ci davano come candidati alla retrocessione insieme all'Union Pasiano. La società, nelle vesti di Emanuele Cusin, ha avuto il merito di rimanere coerente con i propri propositi e accordarmi la fiducia a prescindere dai risultati. Inoltre, abbiamo sempre trovato una comunanza di intenti, contribuendo a dare peso specifico alle mie parole. Appoggiato da uno staff professionale, grazie a queste premesse abbiamo creato un ambiente in cui regnasse la tranquillità, nonostante i risultati in alcuni periodi stentassero ad arrivare. Il gruppo giovanissimo, formato da almeno una dozzina di validi fuori quota, prodotti del vivaio o conosciuti nelle mie passate esperienze, era affiancato da giovani esperti come Nicola Cao, Nicola Salvador e Simone Mauro, che si sono fatti le ossa nelle categorie inferiori per ritornare preparati all’Eccellenza. Inoltre i giocatori navigati hanno sempre dato l’esempio, facilitandomi il lavoro. Questi, nel bene e nel male, fanno la differenza”.

Parla in maniera chiara Gianluca, consapevole che la calma sia la virtù dei forti, non si ferma al passato, per quanto lusinghiero, ma avanza: “Non parto da un sistema di gioco e credo che il modulo vada adattato ai giocatori a disposizione. Ho lavorato molto per trovare una quadrata, così da riuscire a mettere i giocatori nelle migliori condizioni di esprimersi. Credo che la crisi del sistema calcistico italiano possa passare anche dagli obblighi imposti dalla Federazione, come quello di schierare un paio o più di fuoriquota nelle migliori categorie dilettantistiche. Forzando i tempi si costringono a giocare dei ragazzi, il più delle volte impreparati alla categoria o non ancora pronti, minando non solo la meritocrazia ma anche la qualità del gioco complessivo, quindi, in alcuni casi, allontanandoli dalla pratica calcistica”.

Rimane modesto Stoico, fresco di riconferma: “So di aver portato a termine una buona stagione, ma la parte difficile è ripetersi. Pur avendo avuto esperienze lavorative con la Juventus, non mi faccio illusioni. Continuo a lavorare al meglio per mettermi interamente in gioco, poi sarà quel che sarà. Il Fontanafredda rimane una società di tutto rispetto e l’Eccellenza una categoria prestigiosa, punto”. Con queste premesse e grazie a questi risultati, di garantito Stoico non ha nulla, ma, fedele al lavoro e alla meritocrazia, sicuramente continuerà a farsi largo con onore.

L. G.

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