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Edizione provinciale di Pordenone


I PROTAGONISTI - Le tre vite possibili di Marco Fabbro

Gestore di bar, oltre che bomber e insegnante... Attaccante da 236 reti tra i dilettanti, Marco si guarda intorno e racconta le tappe principali di una carriera calcistica importante e gli altri interessi della sua vita

Gestore di bar, calciatore o insegnate, queste sono state le destinazioni del motore di Marco Fabbro, bomber, prima che del Prata Falchi, dove ha disputato la seconda parte di stagione appena terminata, del calcio friulano.

Il Tiratardi di Lignano Sabbiadoro è l’attività in cui Marco ha speso importanti energie non solo dal punto di vista economico, essendo uno dei due soci, ma anche nella quantità di carburante, ridimensionando le sue apparizioni nei campi di gioco.
E’ una passione ereditata da mia madre e da mio nonno, quella della ristorazione, insieme gestivano un bar di Zoppola in cui saltuariamente lavoravo. Alcuni anni dopo la morte del nonno l’attività è stata liquidata, ma la mia passione è rimasta intatta. Non mi sono fatto scappare la possibilità di rilevare questo locale di Lignano e ho intenzione di ampliare l’attività o di affiancargliene una seconda invernale”.

Sicuramente questo sarà il suo futuro a lungo termine, dato che a 35 anni compiuti ci confida di non aver troppi stimoli punto di iniziare una nuova stagione, “salvo offerte stimolanti”.
Se uno dei sogni di Marco è stato realizzato, ecco che in quello in cui ha investito la maggior parte del tempo, finora, lui ci dice: “Sono partito dallo Zoppola, dove sono di casa, cresciuto nel settore giovanile dell’Udinese, ho giocato con i Giovannismi e gli Allievi Nazionali, per passare agli Juniores della Sacilese dove mi sono laureato Campione Nazionale, esordendo in Prima Squadra, ho poi girovagato tra Fontanafredda, Pordenone, Manzano, Azzano, Flaibano e Portogruaro. In questa carriera ventennale, ho segnato 236 gol, ma soprattutto ho avuto la fortuna di poter stringere delle amicizie che coltivo tutt’ora. Vorrei ricordare Alberto Rizzetto, Giorgio Papais e la presidente rossonera Claudia Pivetta, mancata nel 2013, che mi ha trattato come un figlio. Tra i colleghi di reparto ricordo con piacere e merito loro, Sandro Andreolla e De Martin Massimo, ex Pievigina e Vicenza. Non ho nessun rimpianto, per tre anni sono stato capocannoniere di Eccellenza e Promozione e mentre vestivo i colori dell’Azzanese ho avuto la possibilità di disputare una stagione al Bellaria in Serie C, ma tutto è sfumato a causa dei direttori sportivi. In giovane età mi è mancato un fisico formato e forse una raccomandazione, che in questo mondo può sempre tornare utile. Con orgoglio posso dire di non essere mai sceso a compromessi, di essere stato coerente con la mia persona e di non essermi mai proposto, in qualsiasi piazza dove sono stato credo di aver lasciato un buon ricordo. Da attaccante soffrivo le giornate di astinenza dal gol, tentavo di scongiurarle sistemando il sotto calzettone in una maniera particolare, prima di infilare la scarpa. Questa è stata una mia piccola mania”.  
Ammiratore di Van Basten, crede che un buon attaccante, per compiere a pieno il suo dovere, debba giocare bene per la squadra, al meglio per se stesso e quindi segnare. 

Infine, quanto al suo ultimo obbiettivo, ammette di averlo realizzato solo a metà. “Ho conseguito la Laurea Magistrale in Lettere perché da giovane avevo una propensione alla scrittura e perché mio nonno mi ha trasmesso la passione per la lettura, ma con la riforma Gelmini avrei dovuto spendermi in altri tre anni di studio-tirocinio per conseguire un’abilitazione che mi avrebbe collocato in una graduatoria di precari. Ho valutato che non ne valesse la pena, con un certo rimpianto. Tutt’ora leggo soprattutto in inverno, “La situazione politica italiana dal 1860 ad oggi” è la mia ultima lettura dopo “La casta” di Pierantonio Stella. Amo Hitchcock e seguo la politica, devo dire con una certa irritazione”.

Ecco il Marco Fabbro che non ti aspetti, dribblomane tra i Bicchieri Rock del bancone, con il film classico inserito nel lettore dvd e con la Laurea in Lettere in tasca dopo 236 gol tra i dilettanti.

Chi potrebbe pronosticargli con certezza il domani, senza paura di essere smentito?
Forse nemmeno lui stesso. In bocca al lupo bomber Fabbro, e grazie.

L.G. 

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  Scritto da La Redazione il 21/06/2018
 

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