UDINESE – SAMPDORIA   1 - 0
Gol: 9pt De Paul

UDINESE: Scuffet, Stryger Larsen, Ekong, Nuytinck, Samir, Behrami (47st Opoku), Fofana, Mandragora, Machis (31st D’Alessandro), De Paul, Lasagna (20st Teodorczyk). Allenatore: Velazquez. A disposizione: Musso, Nicolas, Wague, Pezzella, Vizeu, Ter Avest, Pontisso, Pussetto, Barak.

SAMPDORIA: Audero, Bereszynski, Andersen, Colley, Murru, Linetty, Barreto, Jankto (25st Ekdal), Ramirez (15st Saponara), Defrel, Quagliarella (29st Kownacki). Allenatore: Giampaolo. A disposizione: Rafael, Belec, Viera, Sala, Leverbe, Ferrari, Tonelli, Stijepovic, Rolando.

ARBITRO: La Penna di Roma 1. Assistenti: Longo di Paola e Tasso di La Spezia. Quarto uomo: Minelli di Varese. Var: Giacomelli di Trieste. Avar: De Meo di Foggia.

AMMONITI: Bereszynski, Ramirez, Murru, Nuytinck.

NOTE: Serata fresca, terreno in buone condizioni, spettatori 15.771 Angoli: 8 - 7 per l’Udinese. Recupero: 0’ + 4’

UDINE - Godibile, sprecona, solida e anche un pizzico fortunata: questa è l’Udinese targata Velazquez, che coglie la prima vittoria (assoluta e a domicilio) del campionato. Dominando per almeno 70 minuti una Sampdoria incompleta e spuntata, che deve ringraziare la stoltezza offensiva dei padroni di casa per non essere andata alla pausa sotto di almeno due o tre reti.
Bianconeri in campo con una mediana inedita, dominata da un Behrami versione lusso (e capace di tenere il campo per 92’!) con Mandragora equilibratore silenzioso e Fofana cavallo selvaggio capace anche di sciorinare giocate cerebrali. Davanti non c’è Barak, ma Machis e De Paul (largo a sinistra, con ampia libertà d’azione) a innescare un Lasagna comunque non ancora al livello della precedente stagione.

L’Udinese vuol dominare da subito e al 3’ Audero è costretto ad una invereconda “scarpata” in uscita spericolata: Machis recupera e cerca di metterla tra i pali da una cinquantina di metri. Ma non è rugby: tentativo decisamente maldestro e occasione perduta. Al 7’ il portiere ospite si allunga - precauzione eccessiva - per deviare in angolo il sinistro nemmeno troppo velenoso di Fofana comunque caldo. E al 9’, al culmine di una pressione già notevole, il gol è realtà. Fofana libera la sua energia e, scappa a Barreto e, con insospettabile precisione, serve De Paul. Rapida conversione, destro rasoterra e Audero è bruciato. L’Udinese difende e riparte e al 16’ Fofana disegna una verticale degna di Modric:  Lasagna si fa però murare da Audero. KL15 non è però ancora un esempio di freddezza e al 19’, al culmine di una mischia dantesca, scarabocchia una palla vagante sui tabelloni pubblicitari. Al 26’ ancora Machis dialoga con Lasagna e si presenta, seppur defilato, davanti ad Audero: scudo dell’ex Venezia e palla in corner. Fofana intanto è in fiducia e al 28’ “cannoneggia” al volo: sinistro potente ma impreciso. Dopo tanti cross senza sbocchi, la Sampdoria prova dalla periferia: il fischiatissimo (e insultatissimo) ex Jankto attenta, però, alla stabilità del campanile dei Rizzi. Minuto 40: Fofana si presenta ancora una volta in zona “sparo” ma, sulla sponda di Lasagna, sbuccia la sfera come un’ arancia.

L’Udinese si ripresenta con piglio identico ma al 7’ e la Samp a sfiorare immediatamente il pareggio. Defrel riceve sulla destra, si accentra e mira all’angiolino alto. Scuffet vola…prega e la palla svernicia il legno. Giampaolo cambia intanto il trequartista: se ne va Ramirez, entra Saponara. Velazquez richiama invece Lasagna - in serata grigia - per affidarsi allo statuario Teodorczyk. Minuto 26’ e situazione di pericolo in area friulana: Bereszynski rappresenta la soluzione definitiva, ma il rasoterra è roba di Scuffet. Se ne va intanto (ricoperto di applausi) l’impalpabile Quagliarella, mentre D’Alessandro fa il suo esordio, cambiando Machis. L’Udinese rincula, non riesce più a gestire e l’acqua comincia a salire. Tra i “nuovi” del match subito in evidenza Kownacki: il suo sinistro non muore troppo distante dal palo sinistro di Simone da Remanzacco. Che al 39’ fa il suo, deviando con un balzo un destro a fil di traversa di Linetty. Recuperata stabilità dopo alcuni scivoloni, intanto, Tedorczyk cerca il gol d’autore e della serenità, ma la palla gonfia la rete esterna. Gli ultimi minuti sono un vero e proprio assedio doriano: Opoku entra a fare densità ed ogni componente anatomico (testa, pancia, tibia) dei friulani è buono per preservare - era ora, anche per l’autostima del ragazzo - la verginità di Scuffet. Quattro punti dopo due gare, quattro in più rispetto a quelli (erano zero…) della passata stagione, dopo due giornate. E in Inghilterra il Watford è a punteggio pieno (9 punti con tre turni vissuti, come Chelsea e Liverpool). La famiglia Pozzo, di nascosto, sogghigna. Perchè la strada è appena cominciata e da qui a Santiago de Compostela c’è molto da camminare. Ma chi ben comincia…

Roberto Zanitti

Galleria fotografica a cura di Pino Nonino

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