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Edizione provinciale di Udine


I migliori stranieri dell'Udinese

La storia del calcio italiana è fatta da una serie di avvenimenti e da una serie di calciatori che si sono imposti con diverse squadre, rendendo così questo campionato avvincente e competitivo. Per quanto riguarda l'Udinese, la principale società della regione del Friuli Venezia Giulia, molti sono stati i calciatori stranieri che hanno contribuito a migliorare l'immagine della squadra con una serie di performance di livello negli ultimi anni. Non va dimenticato, infatti, che lo scouting della famiglia Pozzo è uno dei migliori d'Italia e che molti sono i calciatori scovati dai bianconeri in Sudamerica. Vediamo di seguito quali sono stati gli stranieri che meglio hanno fatto con la maglia dell'Udinese.

Zico, dal Brasile con furore

Quando nel lontano 1983 il presidente dell'Udinese Piazza ottenne il cartellino dell'asso brasiliano Zico (foto), uno dei migliori giocatori del mondo e del mondiale 1982 in Spagna, molti in Italia pensarono a uno scherzo. Sembrava impossibile, infatti, che un fenomeno intercontinentale del pallone potesse approdare in una realtà media come quella della squadra friulana. Eppure con un sacrificio economico tutto fu possibile e l'arrivo del brasiliano a Udine aprì le porte a un altro colpaccio, ossia l'approdo di Diego Armando Maradona al Napoli l'estate successiva. Durante la prima stagione, il brasiliano diede dimostrazione del suo valore con una serie di grandi giocate e goal di alta scuola e grazie a lui l'Udinese mise alle corde persino la Juventus, oggi la grande favorita per la vittoria del titolo italiano come ben indicano le scommesse specializzate nel calcio con una quota di 1,45 sui bianconeri vincenti il 14 settembre. La sua prima stagione, nella quale fu anche il primo calciatore di sempre ad indossare dei guanti mentre giocava, fu la sua migliore, mentre la seconda vide calare il suo rendimento fino a quando un infortunio non condizionò il resto delle sue partite. Il ritorno al suo Flamengo fu una conseguenza ovvia della situazione generale, eppure la chimica tra un carioca, abituato al caldo e alle spiagge soleggiate di Rio de Janeiro, e il pubblico friulano fu enorme e l'ex numero 10 della Seleçao ricorda sempre questo periodo con molta emozione.

Bierhoff, goal a non finire

In pochi avrebbero potuto immaginare che quindici anni dopo un altro straniero avrebbe fatto ancora meglio di Zico, soprattutto in quanto a goal. Stiamo parlando di Oliver Bierhoff, - foto sotto - centravanti tedesco capace di vincere il titolo di capocannoniere nell'anno 1997-98 segnando ben 27 reti, 2 in più di un certo Ronaldo, appena approdato all'Inter dal Barcellona con l'etichetta di fenomeno assoluto. Ciò che in pochi ricordano è che il corazziere tedesco veniva da un'altra squadra bianconera, ossia l'Ascoli, dove aveva giocato in Serie B. All'inizio la piazza non lo accolse bene, facendosi trarre in inganno dalla sua scarsa mobilità e dal suo essere tozzo e dinoccolato. Eppure, poco a poco, il tedesco iniziò a farsi rispettare e amare dai tifosi fino a quando l'allenatore Alberto Zaccheroni non lo collocò come centravanti del mitico tridente nel quale i due compagni d'assalto erano Marcio Amoroso e Paolo Poggi. Con Bierhoff in attacco l'Udinese raggiunse anche per la prima volta l'ambito traguardo di una qualificazione in Coppa UEFA, l'attuale Europa League, sebbene poi lo stesso Zaccheroni lo avrebbe portato con sé al Milan, dove sarebbero diventati entrambi campioni d'Italia. Prima dell'arrivo di Totò Di Natale, recordman di centri in bianconero, il goal al Friuli si gridava col nome di Bierhoff.

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Alexis Sanchez, El Niño Maravilla

Uno dei più grandi colpi dello scouting dei Pozzo, se non addirittura il più grande, è stato quello di Alexis Sanchez (sotto sotto), scoperto già dai tempi del Colo Colo in Cile e poi lasciato maturare al River Plate. Colui che in patria chiamavano fin da piccolo "El Niño Maravilla" aveva condiviso lo spogliatoio del River con un certo Radamel Falcao quando venne chiamato dai Pozzo a difendere i colori dell'Udinese. Dopo un inizio non proprio convincente, Sanchez si adattò alla durezza del campionato italiano e diede dimostrazione delle sue principali abilità: corsa, dribbling stretto e rifinitura, oltre a mettere a segno tanti goal importanti. Insieme a Di Natale formò una coppia terribilmente bella ed efficace agli ordini di Pasquale Marino, che capì che per farlo rendere al meglio doveva dare lui della libertà in attacco. L'attuale tecnico dello Spezia, che ha da poco chiamato Di Natale per far parte del suo staff, fu uno dei responsabili dell'esplosione di Sanchez, che da lì in poi avrebbe interessato molti club di prestigio in Europa, finendo prima al Barcellona, poi all'Arsenal e poi al Manchester United, dove milita tuttora.

David Pizarro, testa e cuore

Scoperto da Pierpaolo Marino, uno nato e cresciuto nel vero calcio, il centrocampista metodista David Pizarro è stato uno dei colpi più sorprendenti dello scouting bianconero. Abile a dettare i tempi di gioco ma anche in grado di dare tanta quantità e di fare da collante tra difesa e centrocampo, il piccolo mediano cileno avrebbe anticipato il rapporto idillico tra il Friuli e i calciatori andini, dato che poi l'avrebbero seguito Mauricio Isla e il già citato Sanchez. Fu Luciano Spalletti, attualmente all'Inter, a valorizzarlo come nessun altro, tanto che poi in seguito volle portarlo con sé alla Roma, dove avrebbe reso bene ma non allo stesso livello che al Friuli, dove aveva in mano le chiavi del centrocampo. Autore anche di varie partite in nazionale, Pizarro non formò però parte della grande generazione cilena che ha vinto recentemente due Coppa America. Anche lui, però, come gli altri tre, ha lasciato una traccia indelebile a Udine, dove in tanti stranieri hanno iniziato le loro ottime carriere.

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  Scritto da La Redazione il 20/09/2018
 

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