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Edizione provinciale di Trieste


TRIESTINA - Pavanel: innamorato di Procaccio. Maracchi: lo sognavo

Le interviste del dopo gara. Fresco, mitico allenatore-presidente della Virtus Vecomp: "La partita è durata 10' di troppo..."



Luigi Fresco (allenatore e presidente della Virtus Vecomp Verona): “Cosa è mancato per fare un punto? Finire dieci minuti prima... Nel secondo tempo abbiamo imbrigliato meglio la Triestina rispetto al primo. La Triestina è una squadra forte e veloce, ma l'avevamo bloccata. Noi siamo anche riusciti a fare qualcosa in attacco. Purtroppo su una ripartenza corta e hon lunga di Fasolo, abbiamo perso palla e preso gol a 10' dalla fine contro una formazione che aveva messo dentro anche Granoche... Abbiamo preso l'1-0 e ci siamo aperti. La partita è finita sull'1-0, poi ne è nata un'altra che neanche non considero. Abbiamo giocato contro una squadra più cattiva ed esperta, ma nel primo tempo abbiamo avuto delle occasioni che per me erano nitide. Poi ho messo dentro elementi veloci per le ripartenze come Manarin, Ferrara e Fasolo, che è un Mensah più piccolo (alias più giovane). Ci è andata bene fino a un certo punto e poi...”.

Massimo Pavanel
(allenatore della Triestina): “Per fortuna avevo degli atleti bravi da metter dentro in un momento di stanca perchè avevamo speso tanto e in cui la Virtus stava respirando nonché cercava di fare qualcosa. Granoche è una carta di peso, ma mi sto innamorando di Procaccio, un '96 che stava per mollare il calcio e che non ha ancora fatto vedere le sue vere potenzialità. Pablo ha tanta esperienza, non faceva che dirmi che era pronto ad entrare e a un certo punto gli ho detto che avevo bisogno di lui, per quanto sia stata una mia forzatura buttarlo dentro. E Procaccio ci ha messo quella freschezza, che dato pure una scossa. La squadra è sulla strada giusta e meritava di vincere. In ogni caso c'è ancora molto da migliorare sulla velocità del gioco e sulle preventive. Ne abbiamo giocate cinque e dopo le prossime tre capiremo di quale pasta siamo fatti. Avremo il Monza del Berlusca e il Sud Tirol nell'infrasettimanale e quindi la Ternana, che è stata ferma a lungo e che può avere dei problemini in questa fase. Abbiamo giocato tanto nella loro metà campo, ma nella ripresa loro si sono sistemati meglio, tanto che non c'erano spazi. Dobbiamo ricordarci sempre, che – al di là di assenze o meno - ci sono gli avversari, che giocano la loro partita e che sono forti. La Virtus ne è un esempio, farà delle belle cose e al Gavagnin sarà difficile andarci a giocare. Abbiamo provato a calciare da fuori, in particolare con Tommaso (Coletti, ndr) come avevamo già fatto le altre volte, ma stavolta non abbiamo preso effettivamente punizioni dal limite. Siamo riusciti a trovare il gol e devo dire, che ho sentito molto vicino il pubblico. Il Rocco deve diventare il nostro fortino e ci deve identità tra giocatori e tifosi. E i giocatori devono capire, che sono tutti importanti e che è prezioso anche l'apporto di 5' come quello di Steffè. Tutti quelli entrati hanno fatto bene, da Procaccio a Granoche, da Formiconi a Steffè passando per Bariti che ha avuto un buon impatto. Se c'è lo spirito di aggregazione, si può far bene. Ed è importante, una volta iniziato a giocare il campionato dopo la lunga sosta, avere ora una settimana intera per allenarsi”.

Federico Maracchi (centrocampista della Triestina): “Sognavo da bambino l'emozione di segnare sotto la curva Furlan. Mi ci portava mio nonno e ora non si può spiegare cosa provo. E sono contento che siamo riusciti a fare qualcosa in più per andare oltre all'ostacolo. La Virtus si è chiusa e sapevamo, che l'avrebbero fatto. Personalmente stavolta mi sentivo meglio dopo un periodo di adattamento visto che a Novara avevo giocato poco e perso il ritmo. Mi adatto a qualsiasi ruolo, ma sinceramente giocare a due mi piace meno”.

Andrea Procaccio (attaccante della Triestina): “Entrare e vincere sotto la curva Furlan fa piacere e sono contento. Mi metto a disposizione della squadra e se posso aiutarla, tanto meglio. Va bene anche fare gli assist e non segnare. Le mie occasioni? Sul passaggio di Granoche, che tra l'altro mi ha ringraziato per l'assist, non ci ho creduto, mentre sull'altra alla fine è stato bravo il portiere a uscire. La mia storia? Due anni fa, dopo due retrocessioni in serie D, avevo deciso che se non mi avessero chiamato, sarei andato a giocare nella serie A di calcetto e contemporaneamente a lavorare. Il giorno dopo mi ha cercato il Borgosesia, conoscevo l'allenatore e ho accettato...”.

Massimo Laudani



 

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  Scritto da La Redazione il 07/10/2018
 

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