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Edizione provinciale di Udine


IL MISTER - Nicola: faremo un calcio coraggioso

Presentato il nuovo allenatore (nono delle ultime cinque stagioni). "Arrivo in una società di alto livello, organizzata e strutturata. I giocatori? Devo rapire la loro parte tecnica ma anche quella "emozionale". Il calendario non si può scegliere, bisogna uscire subito da questa situazione". Pradè: "Davide risponde alle esigenze del momento. Un saluto a Velazquez, professionista di cuore e passione"


Cosi è la vita. Era l’ alba del dicembre 2017: vincendo allo “Scida”, l’Udinese agevolò il suo addio al Crotone. A distanza di quasi 12 mesi Davide Nicola si ritrova, invece, sulla panchina bianconera. E’ il nono tecnico nelle ultime cinque stagioni (il dopo Guidolin ha mietuto soltanto vittime), porta con sé speranze e illusioni di coloro che - designati dall’inizio o subentrati in corsa - lo hanno preceduto. Ha firmato fino al 30 giugno 2020: ci arriverà da allenatore dell’Udinese?

“Saluto innanzitutto Julio Velazquez: quello che gli è successo accade più o meno a tutti noi allenatori nel corso del tempo - esordisce Nicola - ho avuto però la percezione di un professionista piacevole, che ha dato tutto se stesso per cercare di ottenere dei risultati”.

Perchè ha accettato l’Udinese?
“Perché il club ha una storia centenaria. Convoglia tante persone e le rappresenta sotto un’ identità precisa. Non sarà facile, ma se raggiungerò gli obbiettivi, sarà qualcosa di incredibile”.

Ci hanno provato in tanti.
“Io sono l’ultimo in ordine temporale, ma chi è passato di qua ha fatto la storia. Come Guidolin, del quale, recentemente, ho letto un’ intervista. Una delle motivazioni per chi viene a Udine è quella di confrontarsi con un’eccellenza di alto livello, con organizzazione ed infrastrutture, ed è animato da voglia di lavorare e confrontarsi con culture diverse”.

Pensa che la rosa abbia qualche problema? Magari in attacco?
“Non ho ancora visto tutti i giocatori. Dovrò allenarli, dedicando tempo a tutti: per “rapire” la loro parte tecnica ma anche emozionale, allo scopo di scoprire e intuire qualcosa. La fame è tanta”.

Lasagna?
“E’ una prima punta che attacca la profondità, non lo vedo far salire la squadra spalle alla porta”.

A Crotone ha allenato Mandragora.
“Ha potenzialità, personalità e cultura del lavoro: sta bene sia in un centrocampo a due che a tre. Nel primo caso, che assomiglia molto alla nostra dimensione, può costruire il gioco con le giuste geometrie. In azzurro ha fatto la mezzala: ma se non sei dinamico, devi inserirti con precisione coordinandoti con i compagni”.

Che cosa le ha chiesto la società?
“E’ stata molto pratica. Se il campionato ti dice che sei terzultimo, l’ obbiettivo prioritario è quello di uscire da questa situazione. Più avanti potrò dire qualche cosa sulle potenzialità e strappare il cento per cento da ognuno dei giocatori. Di certo intendo proporre un gioco coraggioso, interpretando i diversi momenti della gara anche nel rispetto all’avversario”.

Non è che il gruppo ha un età media un po’ troppo giovane?
“Questo non dev’essere mai un alibi. Anzi: starà a me rendere consapevoli i ragazzi delle loro qualità ottenendo un vantaggio”.

Alla ripresa affronterete subito la Roma…
“E poi avremo pure Sassuolo, Atalanta e Inter: tutti avversari molto competitivi. Ma il calendario non si può scegliere: bisogna invece pensare a crescere velocemente”.

Le mancheranno, però, undici elementi precettati dalle Nazionali…
“Saranno giorni importanti per la conoscenza individuale e di squadra. Sceglierò alcune priorità e penso positivo: meno giocatori, meno dispersione di energie”.

In Friuli ritrova antichi compagni di viaggio: Ripa, Brunner, Marcon….
“Vuol dire che stiamo invecchiando…Battute a parte, sarà piacevole vedere l’ evoluzione di uomini conosciuti vent’anni prima. Ci sarà un’empatia immediata, condivideremo i ricordi per sviluppare al meglio il presente”.

ll suo Crotone era la sqIuadra con meno infortuni.
“Quello è il passato. Ma non si può trascurare nulla: infatti ho già preso contatto con lo staff medico e con coloro che si occupano di prevenzione e alimentazione. Bisogna dedicare tanto tempo per arrivare all’eccellenza. Aggiungendo dedizione al lavoro, capacità di soffrire ed entusiasmarsi: saremo tutti alienati per ottenere i traguardi prefissati”.

E’ un’Udinese alla quale manca leadership?
“Ho fretta di conoscere i ragazzi, ma potremmo stare ora a parlare. Ognuno ha una qualità: che va messa disposizione del momento e del bisogno. “

LA SOCIETA’. “Ciao a Julio e ai ragazzi che hanno lavorato con lui - è il commiato, sinceramente dispiaciuto, dal vecchio tecnico, del responsabile dell’area tecnica Daniele Pradè – auguro a loro una carriera radiosa perché si sono dimostrati professionisti di cuore e passione. Perché Nicola? E’ facile: risponde alle esigenze del momento. E’ molto preparato ed ha una voglia enorme: la stessa nostra. Per risalire e ridare entusiasmo al pubblico che ci sta accompagnando”.

“Un saluto, un ringraziamento ed un abbraccio a Velazquez - recita il dg Collavino - ha sempre lavorato con impegno e dedizione, ma questo non è bastato. La società ha valutato molti elementi: c’è tempo per ricominciare a fare punti. Ed è stato questo l’elemento centrale delle nostre valutazioni. Dobbiamo rispondere alla classifica, reagire anche per i tifosi, per la fiducia che ci hanno sempre dimostrato. Siamo in A da 24 anni e vogliamo rimanerci. Benvenuto, quindi, a Davide Nicola: un allenatore giovane, motivato, carismatico, sicuro, che saprà ispirare in maniera corretta la squadra e i giovani che abbiamo nel gruppo”.

LO STAFF. Nicola (che ha già diretto il suo primo allenamento con i “resti” a disposizione) si avvarrà della collaborazione di vice Manuele Cacicia, del preparatore atletico Gabriele Stoppino, del preparatore dei portieri Rossano Berti e del match analyst Federico Barni.

Roberto Zanitti



 

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  Scritto da La Redazione il 14/11/2018
 

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