Vota il sondaggio

Inserisci la tua email per votare

Puoi votare solo una volta per questo sondaggio e la tua email deve essere valida.
La tua email non sarà resa ne pubblica ne visibile.

Consenso al trattamento dati:

Accetta il trattamento dei dati.

 
×

Accedi al Sito !

Usa le tue credenziali di accesso:
Non ricordi più la password?

Registrati

 Resta connesso

 

oppure

Accedi con Facebook

×

Edizione provinciale di Trieste


L'INCONTRO - Stoini, Pavanel, Costantini, Giacomini e il calcio

Considerazioni sull'allenare e dintorni durante uno degli eventi organizzati per il Centenario della Triestina



Tra i molteplici eventi organizzati al salone degli incanti sulle rive triestine per il centenario della Triestina sono sfilati sul palco anche Dante Cudicio (presidente dell'Aiac FVG), Marco Stoini (docente dei corsi allenatori del settore tecnico Figc), Massimo Giacomini (ora opinionista tv), Maurizio Costantini (d.s. Liventina Gorghense e presidente della sezione di Trieste dell'Aiac) e Massimo Pavanel (allenatore della Triestina). Tra un ricordo e l'altro, un'opinione e un commento in libertà ne è venuto fuori ad esempio che “allenare è più stressante rispetto a giocare perchè quando giochi, finisci la partita e pensi agli affari tuoi – indica Massimo Pavanel -, mentre hai più responsabilità quando alleni. Allenare però ti permette di stare in mezzo ai giovani all'aria aperta, è una tua passione e non un obbligo del medico e ti dà carica. Basti pensare al mio ex allenatore Zoratti, che è sempre sul pezzo o a Beppe Sannino, di cui avevo visto qualche allenamento all'inizio dello scorso campionato ed era come una molla”. E “Roccia” Costantini: “Dopo l'ultima esperienza sulla panchina della Triestina avevo deciso di smettere e ora sto facendo una nuova esperienza, ma un po' mi manca allenare. D'altro canto è così quando non alleni, ti viene voglia di tornare per mangiare l'erba e spiegare agli altri quello che hai studiato. Anche se quando alleni, stai sempre a pensare a qualcosa, all'infortunato, allo squalificato, al prossimo avversario e quant'altro”.

E “sull'evoluzione” del calcio Marco Stoini: “Agli ultimi Mondiali il Belgio è stata una delle squadre migliori, ma giocava dietro la palla come la Francia, che davanti aveva giocatori che potevano risolvere da soli le gare. D'altro canto la Spagna, per dirne una, sta vivendo il periodo un po' così degli elementi spagnoli di Barcellona e Real”.

E Massimo Giacomini: “L'Italia non è mai stata così indietro nel ranking, il nostro calcio deve migliorare sicuramente e in ogni caso Roberto Mancini ha mostrato molto coraggio in certe convocazioni. Gli stranieri? Ce ne sono troppi, molti non meriterebbero di venire in Italia, ma ci sono troppi interessi nei loro acquisti e allora... tanti sono passati anche a Udine, pure nella Primavera in cui è capitato che si siano un paio di italiani in campo e gli altri tutti stranieri come peraltro in altre squadre Primavera. E va a finire che l'allenatore si interfacci di più con i giocatori italiani anche nei rimbrotti per una questione linguistica. Gli stranieri sanno che si fermano uno o due anni e poi se ne vanno, perciò non sono motivati a imparare la lingua e così non si crea identità. E non va neanche bene il nascere di nuove nazionali come Andorra o Kosovo, ce ne sono troppe e va a finire che Svizzera, Germania e via dicendo ricorrano a naturalizzati kosovari, turchi, albanesi e quant'altro per completare le rose”.

“Da noi Mauro Milanese è riuscito a creare una base triestina come voleva sia in squadra sia nello staff tecnico e dirigenziale – indica Massimo Pavanel – e questo dà appartenenza. Ci sono giocatori, che da ragazzini andavano in curva e ora sono in prima squadra, perciò sono motivati e se segnano, vanno sotto la curva ben che contenti. E' bello così e ci sono altri calciatori triestini in giro, che hanno qualità a iniziare da Calò e Pobega”.

“Nella nostra società ci sono diversi ragazzi nati in Italia da genitori stranieri. Non hanno problemi di lingua, parlando benissimo l'italiano – aggiunge Costantini -, ma devo dire che gli stranieri hanno qualcosa in più a livello di fame, i nostri si sono un po' fermati in tal senso”.

Massimo Laudani



 

Print Friendly and PDF
  Scritto da La Redazione il 13/01/2019
 

Altri articoli dalla provincia...



















Vai all'edizione provinciale
Tempo esecuzione pagina: 0,52219 secondi