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Edizione provinciale di Udine


SERIE A2 - Martelossi: "Serve continuità"

Presentato il nuovo allenatore della Gsa, che subentra a Cavina, "La squadra è seguita, ma non amata. E il problema è mentale: troppa differenza tra casa e trasferta." Il gm Micalich: "Alberto starà con noi tanti anni...Obbiettivo A1, ma se non ci andiamo non sarà un dramma"

Sono passati vent’anni. E anche gli allenatori di basket, a volte, ritornano. Alberto Martelossi, poi, cercherà pure di essere profeta nella piccola patria. A Udine ballò una sola stagione nel 1998/1999, in serie B1: ora la Gsa gli offre l’opportunità di scrivere la storia.

“Devo dire tre piccoli grazie - ha affermato il nuovo padrone della panchina bianconera - al mio maestro Claudio Bardini, a Guido Paderni, con il quale ho cominciato a giocare a basket e a mio padre Danilo che, proprio oggi, compie 86 anni. Ma voglio ricordare anche Bepi Moretti (il custode del “Carnera” da poco scomparso, ndr) il quale, all’epoca, gestiva in maniera super il palazzetto che ho ritrovato tuttora.”

E’ trascorso un ventennio….

“Perciò ringrazio anche il presidente: 4-5 anni fa ci fu un incontro, con una proposta che io declinai. Ma adesso posso riparare. E meno male che Micalich ha mutato idea nei miei confronti…”

Tecnicamente cosa cambierai?

“Vorrei parlare poco di quello che è stato, la stagione comincia qui. Mi piacerebbe trasferire questo input al gruppo: d’ora in poi sarà più bello gioire per una vittoria che arrabbiarsi per una sconfitta. E avendo visto tante gare dal vivo, mi sento di dire che la squadra è seguita, ma non amata. Il passaggio importante è anche questo: farci amare, come accaduto per altre squadre passate. Dandosi da fare sui dettagli, aiutarsi, recuperare un pallone, subire uno sfondamento: tutte cose che il pubblico apprezza. Non sono sicuro di farcela, ma questo è il tasto sul quale batterò di più per accedere una fiamma ancora più grande”

Tornare a Udine: che effetto fa?

“Sento ancora di più quell’orgoglio che mi farà lavorare meglio. Possiamo discutere tutto, ma il problema principale è la continuità. La squadra alterna momenti di ottimo basket e altri di defaillance: è necessario trovare un bilanciamento. Cavina? Con Demis siamo amici e la sua carriera parla: è il coach con più presenze in questo campionato. Questo fa capire la bontà del lavoro svolto sinora.”

Ma è un problema fisico, oppure di testa?

“Mentale, soprattutto. Perché le traversie fisiche di questi giorni sono occasionali: la Gsa è l’unica squadra a posto sin dal precampionato. Il fatto di parlare di invincibilità casalinga e di deficit esterno può invece creare problemi. Un “up and down” cosi evidente non ha precedenti.”

Perchè consideri la squadra seguita e non amata?

“Sembra che i ragazzi stiano dando tutto, anche nel lavoro sporco, ma la sensazione non c’è. E le squadre vincenti sono anche quelle un po’ più cattive: alla Gsa, sinora, forse qualcosa è mancato. Il tempo ci vuole sempre: la Fortitudo, che possiede tutte le virtù necessarie come forza mentale e coesione, gioca insieme da tre anni”

Obbiettivo play - off?

“Dobbiamo trovare equilibrio tra le giuste aspettative tra entusiasmo del “Carnera”, l’esuberanza di Davide Micalich e l’attitudine del presidente che sta sostenendo il progetto. Avere aspettative è normale: ma possono trasformarsi in un piccolo boomerang, soprattutto se non si è in grado di sopportarle. Quello che conta è un’identità di gioco continua.”

Il calendario non vi aiuta.

“Se dobbiamo scaldare gli animi, meglio provarci subito. Montegranaro e Fortitudo sono le più solide del torneo: la prima è una formazione utilitaristica, alla quale bastano 10 - 12 minuti di gara per vincere. Bologna, invece, spalma la sua forza e per più tempo. Saranno scogli importanti, fondamentali, per ritrovare serenità.”

LA SOCIETA’. “E’ sempre un peccato quando si interrompe un rapporto, visto che sul piano umano durava da tempo - ha puntualizzato il gm Davide Micalich - abbiamo preso la decisione perchè pensavamo fosse giusta, ma la stima nei confronti di Cavina resta intatta, gli auguriamo di cuore ogni bene. Quando un percorso giunge al termine si cambia per fare meglio, anche se la nostra intenzione era quella di terminare con la stessa guida. Poi i risultati contano, abbiamo perso sette volte, sei fuori casa. Dobbiamo invertire la tendenza e pensiamo che il gruppo meriti nuova chance, vada messo alla prova. Non siamo come quell’Udinese, come Fedele con Scoglio: non serve ripartire da zero, la squadra è allenata bene, ha attitudine all’allenamento. Pure Powell si sta applicando. Martelossi porterà entusiasmo, il suo credo e la sua professionalità. La scelta? Non certo emotiva, abbiamo maturato la cosa ritenendo non ci fossero soluzioni alternative, anche perchè siamo convinti di avere un gruppo di giocatori forti. Alberto cercava occasioni che lo allettassero, noi gliel’ abbiamo data. Non dev’essere un limite, ma una forza e una grande opportunità. Mancano 13 gare: dovrà anche adattarsi ad una squadra non costruita da lui. L’accordo è fino a fine stagione, ma penso che starà con noi tanti anni. Nonostante gli avessi sempre detto che non sarebbe mai venuto ad allenare a Udine, vista l’amicizia che c’è tra di noi. E se dovrò “cazziarlo”, state certi che lo farò.”

Ma l’Apu Gsa vuole davvero andare in A1?

“Credete che io sia qui ogni giorno, per cosa? Vogliamo provare, se non sarà quest’anno non sarà certo un dramma. Il mercato? Siamo sempre vigili: se c’è un giocatore che ci può fare comodo, come successo lo scorso campionato con Caupain, cercheremo di prenderlo.”

Roberto Zanitti



 

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  Scritto da La Redazione il 23/01/2019
 

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