ECCELLENZA - Pillon firma il derby. Coceani, 200 con la Pro
Con un gol dell'attaccante la Pro Gorizia si impone sulla Juventina. Splendide le coreografie, Copetti nel recupero sfiora il pareggio
PRO GORIZIA - JUVENTINA 1 - 0
Gol: 31' Pillon
PRO GORIZIA: Del Mestre, Iansig 89' Battaglini), Fernandez, Sfiligoi, Klun, Piscopo, Contento, Battistin, Pillon (77' Bozic), Girardini (82' Scrazzolo), Cantarutti - All. Enrico Coceani
JUVENTINA S.ANDREA: Malusa', Kogoi, Marini F., Racca (30' Innocenti), Marini N., Zorzut, Madonna (46' Kerpan), Romanelli (74' Hribersek), Tano, Zuliani (89' Copetti), Fiorenzo (64' Banini) - All. Nicola Sepulcri
ARBITRO: Filippo Okret sez. Monfalcone- Assistenti: Simone Milillo sez. Udine e Francesco Forgione sez. Monfalcone
NOTE - Ammoniti: Fiorenzo, Zorzut, Piscopo. Calci d'angolo: 4-7. Recupero: 4' e 6'.
Di misura, la Pro Gorizia si aggiudica la stracittadina contro la Juventina S. Andrea. Basta la rete di Pillon alla squadra di casa per ritornare alla vittoria, e mantenere il secondo posto in classifica. Va detto fin da subito che non si è assistito ad una bella partita, ma va dato atto alla squadra di casa di aver organizzato un inizio di partita stile Champions, con tanto di colonna sonora del gladiatore e bandierone bianco azzurro sventolato da nove ragazzi del settore giovanile. E poi il premio per le duecento panchine con la Pro per mister Coceani, che può brindare con tranquillità al traguardo raggiunto.
Scorre senza troppe emozioni il primo quarto d'ora di gara, e se si esclude il bel gesto atletico di mister Nicola Sepulcri, gran stop il suo su una palla uscita in fallo laterale, succede veramente poco da annotare.
La prima occasione per i padroni di casa al 15', Battistin, ci prova da piazzato dal limite sinistro dell'area di rigore, la palla si infrange direttamente sulla barriera.
Immediata la risposta ospite al 18' con Madonna che elude la guardia di Cantarutti e serve in area per la girata di testa di Tano che trova l'ottimo riflesso di Del Mestre che in tuffo si salva in corner.
Vicinissima al vantaggio la squadra di Coceani sugli sviluppi del primo calcio d'angolo a favore, colpisce a botta sicura Sfiligoi che batte Malusa, ma trova l'opposizione della traversa con la palla che rimbalza vicinissima alla linea di porta. È il preludio al vantaggio che arriva al 31' con una grande giocata di Battistin che dall'out destro disegna un perfetto assist per Pillon che gira di testa mettendo in rete l'ottavo gol stagionale. Niente male nel suo primo anno in Eccellenza, con dedica all'amico Marco Piscopo, incappato nell'esimo guaio al ginocchio. Chiude in attacco la Pro che al 45' si rende ancora pericolosa con Girardini, che cerca gloria con una volée dal limite dell'area, neutralizzata dall'attento Malusà.
Parte meglio nella ripresa la Juventina, la maggior voglia produce una serie di quattro tiri dalla bandierina, ed un grande intervento all'8' di Del Mestre sul tentativo di testa di Kerpan, servito a dovere dalla verticalizzazione di Federico Marini.
Ma è la Pro Gorizia a sfiorare in un paio di occasioni il raddoppio con l'indomito Battistin che prima ruba il tempo alla difesa calciando di contro balzo appena sopra la traversa, e subito dopo si ingolosisce troppo cercando la conclusione personale sul primo palo, quando poteva essere maggiormente efficace, scaricarla per i suoi attaccanti.
70' su punizione di Romanelli, Banini la gira alta sopra la traversa. Rincula la Pro, e Klun diventa il quinto della linea di difesa, chiaro messaggio, che Coceani vuole concedere poco avversari, che attaccano in modo disorganizzato ed oltre modo frenetico, finendo per rimbalzare sul muro eretto da Piscopo & Co. Barricata che però rischia di crollare nel sesto minuto di recupero quando il tocco ravvicinato di Coppetti viene deviato miracolosamente in angolo, con Del Mestre apparso fuori causa. Corner e triplice fischio di Okret. Festa grande per i padroni di casa che intascano la vittoria prestigiosa di un derby, e la giustificata amarezza per gli ospiti che privi di Racca ai quali non resta che deporre mestamente le armi.
Antonino De Blasi