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Edizione provinciale di Trieste


PROMO B - Trevisan: così il Costalunga ha vinto il suo campionato

Intervista a uno degli artefici di una salvezza che fa rima con impresa: "Abbiamo torchiato i ragazzi all'inverosimile, ma ora siamo veramente spremuti..."



Domenica scorsa al F.lli Visintini di viale Sanzio si è concretizzata l'ennesima impresa sportiva del Costalunga, che nel play-out del campionato di Promozione, girone B, di fronte ad un pubblico numeroso, grazie anche al supporto di 300 cuori pulsanti che hanno sostenuto i loro beniamini per oltre 120', ha sconfitto 2-1 dopo i tempi supplementari sotto una pioggia incessante l'Ism Gradisca.
Racconta l'impresa il vice-allenatore dei gialloneri triestini, Luca Trevisan Tusset, componente dello staff composto da Massimiliano Palmisano e Marco Mihelj, che ha condotto la guida tecnica della squadra nel corso della stagione, dopo le dimissioni rassegnate da mister Varljen, al termine della quarta giornata di campionato.                        
Mister, cosa si prova dopo aver raggiunto un traguardo così importante?  
"E’ una soddisfazione ed una gioia indescrivibili. Questa salvezza la paragonerei ad una vittoria di un campionato. Abbiamo voluto con tutte le nostre forze questa salvezza che mi sento di definire meritata, pur senza nascondere i nostri limiti tecnici. Mi sento di ringraziare tutti i ragazzi della rosa senza escludere nessuno. Come prima esperienza in panchina, naturalmente assieme al mio grande amico Massimiliano Palmisano, penso non si possa chiedere di più. Ringrazio anche anche Marco Mihelj, che a causa dei sui problemi fisici non sempre è potuto essere con noi, ma ci ha sempre incoraggiato e dato validissimi suggerimenti".                       

Eravate partiti male, in tanti vi davano per spacciati. Qual è stata la svolta che vi ha fatto cambiare rotta?

 "Sì, è vero, siamo partiti non male, malissimo. Zero punti in 5 giornate avrebbero ammazzato anche un elefante. C’è da dire che in estate ci sono state partenze importanti, a cominciare da quelle di Marco Delmoro, Thomas Caiffa, Alex Marjanovich, che hanno rivoluzionato la rosa. E perdere tre giocatori di tale calibro per il Costalunga ha pesato. Ritengo che la vera svolta sia stata la vittoria in trasferta a Romans che ha fatto capire ai giocatori che nulla era scontato e potevamo dire la nostra fino alla fine". 

All'inizio della stagione lei e Massimiliano Palmisano eravate partiti per ricoprire un ruolo diverso rispetto a quello della guida tecnica, ma dopo l'esonero di mister Varljen, avete preso voi in mano il timone; come vi siete trovati in questa nuova esperienza?
 "Sì, ad inizio anno io rivestivo il ruolo di preparatore dei portieri e Massimiliano quello di vice allenatore. Dispiace che il mister abbia pagato colpe non sue, ma non si possono cambiare 18 giocatori. Ad inizio campionato abbiamo stentato a causa di infortuni eccellenti e dell’inesperienza di tanti giovani. Assieme a mister Mihelj abbiamo preso in mano la situazione cercando di lavorare in primis sulla testa dei ragazzi. Poi, come già detto, Mihelj non sempre è potuto essere presente a causa della sua schiena malandata, ma ci è sempre stato vicino. Sicuramente come prima esperienza è stata molto formativa ma anche molto impegnativa. Posso dire inoltre, che se io sono più sanguigno e verace Massimiliano è più razionale e freddo. Direi che abbiamo fatto il poliziotto cattivo ed il poliziotto buono e ci siamo completati a vicenda. Poi in corso d'anno, partecipando anche al corso Uefa B, tante settimane Massimiliano si è ritrovato a gestire la settimana da solo, quindi un grande plauso va a lui". 

Quali erano le vostre prospettive ad inizio stagione?
"Sapevamo che sarebbe stata una stagione dura e l’obiettivo era la salvezza ed i 35 punti ottenuti lo scorso anno. Putroppo le prime cinque gare hanno segnato tutto il campionato. Nel mercato di dicembre abbiamo perso Menichini che ha ceduto alle sirene dell’Eccellenza e sono arrivati altri ragazzi tra cui Claudio Irti, al rientro da un serio infortunio. Proprio la sua prestazione con lo Zaule, gol e rigore procurato, ci ha permesso di giocare lo spareggio in casa. Se penso al girone di ritorno, dove abbiamo fatto 20 punti e siamo stati la quarta miglior difesa, allora posso dire che qualcosa di buono lo abbiamo fatto. Le vittorie nel girone di ritorno con l’Ism, la Valnatisone, l’Ol3 e tornare da Tolmezzo con i tre punti non sono arrivate per caso. Forse se non avessimo buttato al vento punti pesanti con prestazioni opache nei derby con il Trieste Calcio ed il San Giovanni, avremo festeggiato la salvezza senza dover passare per il play-out".

Vuole ringraziare qualcuno in particolare e soprattutto a chi dedica questo traguardo importante ottenuto dal Costalunga?
"Vorrei ringraziare prima di tutto mia moglie che sia prima come giocatore ed ora in nuova veste vede sempre le domeniche sacrificate e sopporta i miei malumori al ritorno a casa. Poi sicuramente tutti i ragazzi che hanno creduto nel nostro lavoro, dimostrando serietà e dedizione. Ci hanno sempre rispettato all’interno dello spogliatoio e del rettangolo seppur conoscessimo già tutti e con qualcuno di loro si è anche amici. Questo forse è stato determinante per ottenere questa salvezza. Ma menzione particolare va fatta per Luca Delmoro, Gianluca Zetto, Sebastiano Ferro e Andrea Steiner, Andrea Olio e Massimiliano Zetto, i  nostri corazzieri che incarnano lo spirito del Costalunga.  Poi non si può non ringraziare Davide ed Anna Bracco, i presidenti. "  
 
Cosa sogna per il suo futuro calcistico e per quello del Costalunga?
"Avendo ottenuto il patentino sicuramente vorrò continuare ad allenare. Dove ancora non lo so, è troppo presto. Sinceramente è stato un anno molto lungo e molto stressante e sono stanco soprattutto mentalmente. So che abbiamo torchiaro i ragazzi all’inverosimile ma contestulamente pure io mi sento spremuto. Auguro tutto il meglio al Costa, che mi ha dato tantissimo in un anno e mezzo da quando ne faccio parte. Ritengo che aver permesso di  disputare per il sesto anno anno consecutivo la Promozione sia stato il più bel regalo che potessimo scambiarci". (a.b.)



 

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  Scritto da La Redazione il 23/05/2019
 

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