Stavolta è tutto regolare. E se il Cassacco sorride alla vita e allo sport, salvandosi, il Glemone è costretto ad accettare lo spietato verdetto del campo: retrocessione in Terza Categoria. Rispetto al match interrotto sette giorni orsono - al 43’ del primo tempo a causa di un infortunio occorso all’arbitro - il copione è praticamente invertito. Il Glemone brillante e autoritario lascia il posto ad una versione inconcludente, mentre i padroni di casa, scampato il pericolo, governano meglio la tensione, limitando i rischi soprattutto dopo la rete del definitivo 2 - 1. E a proposito di gol, l’eroe della salvezza di casa si chiama Marco Aghina, autore della doppietta decisiva: un sinistro a giro all’incrocio (dopo 6’) e una fucilata mancina in apertura ripresa (che incenerisce un Amici non proprio felino nel gesto). Il Glemone, in inferiorità numerica per una buona fetta di ripresa dopo l’espulsione di Tomasino (doppio giallo), mette assieme soltanto una chance con Dalla Torre - in ritardo all’appuntamento con la sfera - e la zampata dell’illusorio pareggio, opera di Mesir Keci interessante laterale ambidestro (classe 1995), da addestrare tatticamente per farne un arma letale. In sede di bilancio, dunque, Cassacco si merita ampiamente la salvezza.

HANNO DETTO - L’ “hombre del partido” è Marco Aghina, 20 gol totali in stagione. “Ma questi due valgono quanto tutti quelli segnati in precedenza - ammette, emozionato, il “puntero” del Cassacco - e credo che, nonostante la prima volta il Glemone ci avesse messo in difficoltà, la nostra permanenza in Seconda sia meritata".

Quanto è stato difficile gestire una settimana aggiuntiva?
“Abbiamo lavorato sugli errori commessi, ritrovato la giusta mentalità, e, soprattutto, eliminato la paura che ci aveva attanagliato. Rispetto a domenica scorsa, è stato molto importante cambiare l’inerzia e andare sempre noi in vantaggio. Nel secondo tempo, poi, in particolare dopo il 2 - 1, non abbiamo rischiato nulla".

“Parliamo di un vero miracolo sportivo - sospira il mister di casa Oscar Martarello - per me, alla prima esperienza in panchina e arrivando in corsa (a metà febbraio, ndr), si trattava di una bella sfida. Da domenica scorsa, sono state giornate parecchio complicate: però siamo riusciti a fare la gara. E vincere è stato ancora più bello".

“Al mio arrivo la squadra aveva solo tre punti in classifica e, quindi, disputare i play - out è stata già una cosa grande - sospira Pittoni - ma il calcio dà e il calcio toglie. Credo che la retrocessione risalga a domenica scorsa: perché, contrariamente ad oggi, avevamo in mano la gara. Inoltre, non siamo riusciti a preparare bene questa, anche a causa di alcune assenze agli allenamenti. In campo, poi, incassata la seconda rete, non c’è più stata storia”. 

Triste, alla soglia delle lacrime (non c’è nulla da vergognarsi, ndr) anche Luca Pretto. “Siamo molto delusi – ammette il giovane presidente giallorossoblù –, ma questo è lo sport, fatto di gioie e dolori. Appena metabolizzata la delusione, comunque, ci metteremo a ragionare sul futuro”. (rozan)